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Buffett e BlackRock contro Trump ma Wall Street festeggia

Buffett e BlackRock giudicano la riforma fiscale del Presidente Usa un “ingiustificato regalo alle corporations” ma Wall Street non si ferma e macina record su record – Japan Display lancia gli schermi low cost e vola (+29%) – Si restringe lo spread tra Italia e Spagna – Pirelli torna a Piazza Affari

Warren Buffett e Larry Fink, il numero uno di BlackRock, sono scesi in campo contro la riforma fiscale di Donald Trump, definendola un “ingiustificato regalo” alle corporations. Ma Wall Street, sostenuta dalle buone notizie dall’economia, esulta: i prezzi possono sembrare tirati ma a sostenere il rally potrebbe essere la prossima campagna delle trimestrali. Nel frattempo la forza dei listini Usa trascina al rialzo tutti i mercati, compresa l’eurozona, frenata dalla crisi sempre più grave della democrazia spagnola.

JAPAN DISPLAY +29%: AL VIA GLI SCHERMI LOW COST

Stamane il Toro galoppa anche sui mercati asiatici. Hong Kong tocca il nuovo massimo dal 2015 sostenuta dai titoli delle banche cinesi (+1,9%), in rally dopo la decisione presa sabato dalle autorità di Pechino di alleggerire le riserve obbligatorie degli istituti. I listini cinesi sono chiusi per vacanza tutta la settimana. Ferma anche Seoul. A Tokyo (+0,2%) vola Japan Display (+29%): la società ha messo a punto una nuova tecnologia per produrre a basso costo i diodi organici (gli Oled) per gli schermi di tv e smartphone. 

Nel giorno delle comunicazioni della Banca centrale indiana in materia di politica monetaria, la Borsa di Mumbai sale dello 0,2%.

POKER DI RECORD SUI LISTINI USA

Nuovo poker di record per Wall Street. Hanno chiuso sui nuovi massimi storici Dow Jones (+0,37%), S&P 500 (+0,22%) e Nasdaq (+0,23%). Primato assoluto anche per il Russell 2000, l’indice delle Pmi, il più sensibile ai segnali della Trumpeconomics.

Il rally del dollaro ha perso spinta: il cambio con l’euro è sceso a 1,174 da 1,173 della chiusura; nel corso della notte la discesa è proseguita, stamattina l’euro tratta a 1,176 su dollaro. Rimbalza l’oro, sceso ieri sui minimi delle ultime sei settimane. Scendono i rendimenti delle obbligazioni: Treasury Bill a 2,32% da 2,33%.

IN EVIDENZA AUTO E COMPAGNIE AEREE

In grande evidenza i titoli dell’auto, sostenuti dagli acquisti delle vetture danneggiate dai recenti uragani. Gm guadagna il 3,1%, Ford +2,1%. Decollano i titoli delle compagnie aeree dopo il forte aumento della redditività segnalato dagli indici di settore. Delta Airlines (+6,6%) è stato il titolo migliore, segue United Airlines (+6,1%). In frenata i prezzi del petrolio: Il Brent tratta a 55,62, il Wti arretra a 50 dollari. Bene i petroliferi a Piazza Affari: Eni +0,6%. Saipem +1,7%.

RE FELIPE ATTACCA: REFERENDUM “IRRESPONSABILE”

Poco mossi i listini europei, orfani ieri di Francoforte, chiusa per la festa della riunificazione. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib (-0,12%) si ferma a quota 22.784 punti dopo aver segnato in giornata il quinto record consecutivo. “Vi sono le condizioni per un ulteriore rafforzamento della crescita italiana già a partire dal terzo trimestre”, secondo il ministro dell‘Economia Pier Carlo Padoan, che prevede una crescita dell‘1,5% sia nel 2017 sia nel 2018. Hanno fatto meglio Parigi (+0,32%) e Londra (+0,39%).

Ieri sera, parlando alla tv spagnola, il re Felipe VI ha definito “irresponsabili” gli organizzatori del referendum catalano, accusandoli di voler mettere a rischio sia la Catalogna (ieri paralizzata dallo sciopero generale di protesta) che il resto del Paese. La Generalitat è pronta a dichiarare l’indipendenza entro la settimana. La Borsa di Madrid ha chiuso a +0,02%.

SI RESTRINGE LO SPREAD TRA ITALIA E SPAGNA

I Btp hanno chiuso deboli ma senza particolari pressioni al ribasso, pur con uno spread che risale a 176 punti dai minimi della mattina. Il decennale italiano si è collocato al 2,22%. Lo spread Spagna-Germania si è allargato di 2 punti a 126 punti, confermandosi ai massimi dall’inizio dell’estate; lo spread Italia-Spagna stringe di 2 punti a quota 52. Il Tesoro tiene viva l’attività sul primario con una nuova operazione di concambio in titoli di Stato, la quarta del 2017: l’offerta è fino a 2 miliardi di euro sul Btp novembre 2026, cedola 7,25%, a fronte del ritiro di cinque tra Btp e Ccteu con scadenze a breve termine, tra il 2018 e il 2019.

Sempre sul primario, oggi è in agenda un’asta di decennali tedeschi, con un’offerta indicativa di 3 miliardi, che precede le aste a medio-lungo di giovedì di Spagna e Francia, la cui offerta complessiva, indicizzati compresi, arriva fino a 13,75 miliardi di euro.

PIRELI TORNA IN BORSA. EQUITA ARRIVA ALL’AIM

Stamane Piazza Affari celebra il ritorno sul listino di Pirelli dopo due anni. Il collocamento del titolo è avvenuto a 6,5 euro per azine, ai minimi nella forchetta. Non è stato perciò raggiunta la soglia necessaria per far scattare l’incentivo previsto per il vice presidente Marco Tronchetti Provera. Nessun nuovo azionista dispone di quote pari o superiori al 3%. La maggior parte del collocamento istituzionale (337milioni di azioni su 365 milioni) è stato suddiviso tra 165 investitori istituzionali all’estero: a Pictet, York Capital, Marshall Wallace e Aviva Investors sono andati i pacchetti più consistenti. La pattuglia dei 40 operatori italiani, guidata da Azimut e Kairos Partners, ha raccolto complessivamente quasi 28 milioni di titoli (meno del 3% del capitale). Tra questi, compare anche la partecipazione di Banca di Italia che risulta aver investito una quindicina di milioni.

Ieri è stato annunciato l’arrivo di una matricola di lusso. Equita, la società di consulenza finanziaria, intermediazione per i clienti istituzionali e banca d’affari fondata da Francesco Perilli scalda i motori per sbarcare a Piazza Affari, sul mercato Aim. Sarà Mediobanca a traghettare la sul parterre di Borsa l’intermediario più seguito dagli operatori internazionali che si affacciano sul mercato italiano.

BANCHE, LA BCE STRINGE SUGLI NPL, ZONIN INDAGATO

Giornata di flessione per le banche in Piazza Affari. Unicredit cede l‘1%, Intesa lo 0,33%. Deboli le popolari: frena Ubi Banca (-1%), dopo il balzo del 4% di lunedì, sull’onda della promozione di Société Générale. Bper Banca -0,7%, Banco Bpm +0,5%. 

La procura di Vicenza ha chiesto il rinvio a giudizio per Giovanni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, e altri sei ex manager dell’istituto per i reati contestati, a vario titolo, di aggiotaggio, ostacolo all’autorità di vigilanza e falso in prospetto. Le regole sui non performing loans sono destinate a cambiare. La Bce chiederà alle banche di rafforzare ulteriormente le coperture sui nuovi crediti deteriorati al 100% dopo 2 anni se i crediti sono non garantiti e dopo 7 anni se garantiti. Queste indicazioni sono contenute in una bozza della Banca centrale europea.

LUSSO: BENE YNAP E MONCLER, GIÙ TOD’S E FERRAGAMO

I movimenti più evidenti sul listino milanese sono dettati da cambiamenti di giudizio dei broker, in particolare nel settore lusso. Salvatore Ferragamo ha lasciato sul terreno il 3,3% con volumi sopra la media, dopo che Exane Bnp Paribas ha tagliato il rating a ‘neutral’ da ‘outperform’ e il target price a 24,0 da 24,3 euro. Analizzando i recenti casi di successo nel settore dei beni di lusso, dice il broker, il ricambio ai vertici “sembra una condizione necessaria (…) ma non sufficiente” per dare valore agli azionisti: serve anche avere il piano giusto e velocità e durezza nell‘esecuzione.

Tod’s negativa, ha perduto il 2,2% con scambi elevati, penalizzata dalla cautela espressa da Kepler Cheuvreux che ha tagliato il giudizio a ‘reduce’ da ‘hold’ e il target price a 54 da 58 euro. All’opposto Ynap ha messo a segno un rialzo dell‘1,43% sulla scia del consistente miglioramento del target price (a 40 da 33 euro) da parte di Jefferies. Avanza anche Moncler (+1,3%) che per Goldman Sachs resta Buy, target ritoccato a 25,90 euro (da 25,60). da inizio anno con un progresso del 47% è una delle migliori blue chip di Piazza Affari.

GIÙ LE UTILITIES. BERNSTEIN DÀ TRE CONSIGLI A GENISH

Nel listino principale da segnalare l’avanzata di Atlantia (+1,7%). Il ministro dell’economia spagnolo, Luis De Guindos, ha affermato che il governo di Madrid non ha intenzione di scendere in campo su Abertis.

Male le utilities: l’indice europeo del settore perde lo 0,8%: Enel -1,3%, Snam – 0,3%, Terna – 0,9%.

In flessione anche Fiat Chrysler (-0,3%) dopo le immatricolazioni di settembre in Italia (+5,19% contro un aumento del mercato dell’8,1%). Scendono ma meno del previsto le vendite in Usa -10%. Il calo resta concentrato nelle flotte aziendale mentre vendite retail sono aumentate dello 0,3%.

Debole Telecom Italia (-0,26%). Bernstein ha confermato la raccomandazione market-perform e il prezzo obiettivo a 0,9 euro. La casa d’affari ha scritto una lettera aperta al nuovo ad Amos Genish, dando tre consigli: sistemare i rapporti con il Governo italiano e i regolatori mantenendo il controllo della rete fissa; restare concentrato sulla connettività domestica e sulla convergenza senza possedere contenuti; lasciare tutte le soluzioni aperte in Brasile, inclusa una potenziale uscita.

LA CENTRALE DEL LATTE +20% FA ROTTA VERSO LA CINA

Movimenti di rilievo ieri sia allo Star che nel comparto delle medium/small caps. Il titolo di testa spetta a Centrale del Latte d’Italia (+20%) ad un prezzo di 4,40 euro, livello record dal 2014 tra volumi eccezionali: sono passate di mano 1,55 milioni di azioni, il quantitativo giornaliero più ampio dal 2015.Tanto entusiasmo si spiega con la partnership strategica siglata con Alibaba, la società cinese tra i mondiali nel commercio online, per la commercializzazione di latte intero a lunga conservazione su un mercato potenziale, di 460 milioni di consumatori.

Bene anche Giglio (+7%), che ha annunciato importanti accordi commerciali con Amazon. Avanzano anche Eurotech (+8%) e Isagro (+4,3%) dopo il +13% di lunedì. Maire +2%. Si è risvegliata Ansaldo Sts (+2,79%): Equita Sim ha alzato la raccomandazione del titolo a buy da hold, con prezzo obiettivo che sale a 12,9 da 11,2 euro. Hitachi potrebbe puntare al delisting.

BATTUTA D’ARRESTO PER LANDI RENZO E REPLY

Non sono mancate brusche battute d’arresto, soprattutto tra i titoli più speculati. È crollata Landi Renzo (-15%) dopo una lunga striscia di rialzi. Pessima seduta anche per Gefran (-17%), investita da prese di beneficio. Tonfo di Reply (-9%). La controllante ha venduto il 7,7% del capitale a 190 euro per azione. Dopo la cessione lampo resta con il 47%. Banca Akros (accumulate, target price 1,83) ritiene che il prezzo attuale rappresenti “un interessante punto di ingresso”.

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