Condividi

Bruno Tabacci: “Grillo, troppo comodo stare alla finestra”

INTERVISTA A BRUNO TABACCI, leader del Centro democratico – “Il tempo delle furbizie è finito, soprattutto sull’euro” – Difficile un governo tecnico Cancellieri, “più probabile un governo di scopo che faccia la riforma elettorale e riporti il Paese alle elezioni” – “Non c’è un governo Renzi del Presidente” – Le presidenze delle Camere e i papabili del Colle

Bruno Tabacci: “Grillo, troppo comodo stare alla finestra”

“Caro Grillo, troppo comodo stare alla finestra. Il tempo delle furbizie è finito”., Bruno Tabacci, rieletto deputato con il Centro democratico di cui è leader e alleato con il Pd, non le manda a dire e scruta con preoccupazione l’orizzonte politico post-elettorale. Lo allarmano soprattutto i giochi spericolati sull’euro. Sugli sviluppi della crisi politica è convinto che “lo sbocco più probabile sia quello di un governo di scopo che faccia la riforma elettorale e poi riporti il Paese alle elezioni”. Ma anche sulle presidenze delle due Camere e sul successore di Giorgio Napolitano al Quirinale Tabacci ha le sue idee che manifesta in questa intervista a FIRSTonline.

FIRSTonline – Onorevole Tabacci, una settimana dopo il voto l’Italia sembra investita da una tempesta perfetta: Bersani contro Berlusconi, Berlusconi contro Monti, Grillo contro tutti. Secondo i Marxisti per Tabacci che l’hanno sostenuta alle primarie del Pd come se ne uscirà?
TABACCI – Bisognerebbe chiederlo a loro che sono un gruppo di ragazzi fantastici di Cagliari, pieni di ironia e di intelligenza politica, proprio quello che servirebbe in una situazione così bloccata come l’attuale. Ma, al di là delle battute, credo che il risultato del voto sia lo specchio di una campagna elettorale bislacca da cui era difficile che uscisse una maggioranza solida. I primi giorni dopo il voto sembrano addirittura accentuare lo stallo e la frammentazione usciti dalle urne.

FIRSTonline – A che cosa si riferisce?
TABACCI – Al fatto che Beppe Grillo non voglia mettersi alla prova e in Parlamento e preferisca stare alla finestra. Chissà se finirà come a Parma dove il nuovo sindaco grillino Pizzarotti aveva giurato che mai avrebbe dato il via libera all’inceneritore, salvo ricredersi dopo soli pochi mesi con un atto di indubbio realismo. Adesso perfino Adriano Celentano ammonisce Grillo a non giocare con il referendum sull’euro e speriamo che venga ascoltato.

FIRSTonline – Nelle ultime ore sembra guadagnare terreno l’ipotesi di uscire dalla palude dei veti e controveti, dando vita a un nuovo governo tecnico guidato dal ministro dell’Interno Cancellieri: qual è la sua opinione?
TABACCI – Penso che non avendo il profilo istituzionale e lo spessore europeo di un Monti, la Cancellieri si troverebbe a formare un governo in condizioni politiche ancora più difficili del suo predecessore.

FIRSTonline – Ma in che direzione il nuovo governo potrebbe orientare la discussione sulla riforma elettorale?
TABACCI – Ho sempre preferito il modello tedesco ma mi devo arrendere all’evidenza della situazione italiana e credo che oggi la soluzione francese con il doppio turno elettorale potrebbe favorire maggiormente la governabilità.

FIRSTonline – Per domani è in programma un’importantissima riunione della direzione del Pd ma, se fallisse definitivamente l’idea iniziale di Bersani di un governo di minoranza appoggiato da Grillo, il Pd ha un piano B?
TABACCI – Non ne sono a conoscenza, ma avendo Bersani giocato tutte le sue carte sul rifiuto di intese di governo con Berlusconi e sull’autosufficienza della maggioranza da Monti a Grillo, quella che il segretario ha prospettato era una soluzione obbligata.

FIRSTonline – Come finirà?
TABACCI – Al di là delle diverse combinazioni possibili, credo che lo sbocco più probabile sia quello di un governo di scopo che faccia la riforma elettorale e poi riporti il Paese a nuove elezioni. Però c’è un altro punto essenziale da considerare e cioè: vogliamo stare nell’euro o vogliamo sfilarci? sarebbe una vera follia mettere in discussione la nostra adesione alla moneta unica e il Paese farebbe una fine peggiore della Grecia. Su questo non ci possono essere ambiguità perchè il tempo delle furbizie è finito e spero che tutti se ne rendano conto al più presto.

FIRSTonline – Lei esclude che possa nascere un governo del Presidente guidato da una personalità del Pd ma diversa da Bersani e affidato per esempio a Renzi?
TABACCI – Un governo del genere non sarebbe un governo del Presidente ma un governo che nasce da una indicazione del Pd che dovrebbe però ribaltare le indicazioni emerse dalla Primarie. Sarebbe un suicidio politico.

FIRSTonline – Prima ancora del Governo bisogna rinnovare le presidenze delle due Camere: vale ancora l’offerta del Pd di offrirle al Pdl e a Grillo?
TABACCI – In assenza di un accordo generale certamente no. A questo punto penso che la presidenza di Montecitorio sarà espressa dal Pd e quella di Palazzo Madama da un accordo più vasto tutto da trovare.

FIRSTonline – E per il Quirinale quali sono le sue previsioni?
TABACCI – In tempi di Conclave c’è chi entra Papa ed esce cardinale. Per il Quirinale io un’idea ce l’ho ma non la dico.

FIRSTonline – Però l’ha scritta nel suo ultimo libro che indicava tre possibili candidati: Amato, Monti e Prodi.
TABACCI – Da allora sono cambiare molte cose ma tutto è possibile.

Commenta