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Brexit, Uk nel caos dopo il no alla Ue: ecco le prossime tappe

Dopo la bocciatura dell’intesa con la Ue, il Parlamento britannico ha approvato un emendamento che esclude il “no deal”, ma May avverte: “Senza accordo o rinvio, l’uscita incontrollata scatta il 29 marzo” – Oggi Londra decide sulla richiesta di slittamento della Brexit, ma non è detto che l’Europa accetti

Brexit, Uk nel caos dopo il no alla Ue: ecco le prossime tappe

Il Regno Unito è ufficialmente nel caos. Dopo la bocciatura di gennaio, la Camera dei Comuni ha respinto nuovamente l’accordo raggiunto da Theresa May con l’Unione Europea, nonostante le modifiche introdotte la notte precedente sul backstop avessero fatto sperare che potesse essere la volta buona. Fatali sono state le parole del ministro della Giustizia britannico, Geoffrey Cox secondo cui il rischio che il Regno Unito rimanesse comunque legato “indefinitamente” all’Ue a causa delle regole (o meglio delle mancate regole) sul confine tra Irlanda e Irlanda del Nord non era stato superato dall’intesa raggiunta tra l’11 e il 12 marzo dalla Premier Uk e da Jean Claude Juncker. L’accordo è stato bocciato con 391 voti contrari e 242 a favore, la quarta peggiore sconfitta della storia di una proposta del Governo a Westminster.

Il giorno dopo, a sorpresa, il Parlamento britannico ha approvato (con una maggioranza di appena quattro voti: 312 a 308) un emendamento che chiede al governo di escludere in ogni circostanza il “no deal”, ossia la possibilità che il Regno Unito esca dall’Unione europea senza un accordo.

Il segnale è chiaro, ma l’emendamento non è vincolante e May fa notare che il “no deal” scatterà automaticamente il 29 marzo se prima di allora non si troverà un nuovo accordo con Bruxelles o non si deciderà un rinvio della scadenza approvata dall’Ue.

Lo stesso capo negoziatore dell’Ue, Michel Barnier, ha detto di fronte all’Europarlamento che “il momento è molto grave, il rischio di un ‘non accordo’ non è mai stato così vicino, il rischio di una uscita del Regno Unito disordinata non va sottostimato per le conseguenze che comporta e noi ci stiamo preparando”.

Giovedì il Parlamento deciderà se richiedere o meno il rinvio della scadenza del 29 marso. L’eventuale richiesta dovrebbe essere poi esaminata e approvata dagli Stati Membri dell’Unione Europea, che si esprimeranno nel corso del summit convocato per il 21 marzo. “I 27 membri dell’Unione Europea si aspettano di ricevere una giustificazione credibile per una possibile estensione, con indicata la durata”, ha affermato il portavoce del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk. Il Regno Unito non potrà dunque limitarsi a chiedere una proroga senza motivazione, ma dovrà presentare una proposta ben precisa.

Intanto, Londra cerca di prepararsi al peggio. Il Regno Unito ha annunciato il taglio temporaneo (durerà 12 mesi) alle tariffe d’importazione su una vasta gamma di prodotti per premunirsi contro la possibile approvazione di una Hard Brexit. In caso di uscita senza accordo non verranno introdotti nuovi controlli al confine tra Irlanda e Irlanda del Nord, mentre resteranno in vigore le tarrife su auto, carne di manzo, agnello, maiale, pollame e latticini.

Anche il Parlamento europeo ha deciso di essere previdente, approvando misure di emergenza in caso Hard Brexit. Quattro le relazioni approvate: la prima prevede l’ok all’export di determinati prodotti dell’Ue verso il Regno Unito e l’Irlanda del Nord. La seconda assicura il proseguimento del programma Erasmus+, la terza su alcuni aspetti della sicurezza aerea, la quarta con una deroga per proseguire i programmi di cooperazione PEACE IV e Regno Unito-Irlanda alla frontiera nordirlandese.

Passando ai mercati, la Borsa di Londra viaggia oggi poco sopra la parità, mentre la sterlina viaggia in rialzo in attesa del voto di stasera. La valuta britannica ha guadagnato lo 0,6% contro il dollaro e l’euro, sulla speranza che i parlamentari britannici boccino il No deal e la Brexit venga rimandata.

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