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Brexit innervosisce le Borse ma Piazza Affari si salva

Malgrado il tracollo di Telecom Italia e i forti ribassi della Juventus e di Salvatore Ferragamo, il Ftse Mib chiude appena sotto la parità ma risente dell’incertezza seminata ancora una volta sui mercati dall’incognita Brexit – Ok per Buzzi, Recordati, Campari e Tenaris.

Brexit innervosisce le Borse ma Piazza Affari si salva

Piazza Affari chiude appena sotto la parità a 20.631 punti, limitando i danni rispetto ad altri listini europei, salvata da alcuni titoli sparsi (Recordati, Buzzi e Campari su tutti) mentre il tonfo più pesante è quello di Telecom Italia, che perde quasi il 6% con l’avvicinarsi dell’assemblea del 29 marzo e soprattutto come conseguenza della scalata ormai dirompente di Cdp nel capitale: la Cassa è salita all’8,7% e secondo gli operatori potrebbe salire gradualmente fino al 10% entro il 20 marzo. A pesare sul titolo, che nelle ultime sedute ha bruscamente interrotto il rally iniziato a fine gennaio finendo oggi anche in asta di volatilità, ci sono sicuramente le tensioni tra soci in attesa dell’assemblea di fine mese ma anche l’andamento del settore in Europa con lo Stoxx del segmento tlc che lascia sul terreno lo 0,44%. Il secondo titolo peggiore del FtseMib è invece quello della Juventus -2,7%, a poche ore dalla sfida con l’Atletico Madrid che preoccupa non poco gli investitori, visto il risultato dell’andata (2-0 per gli spagnoli): a fianco alla trionfale cavalcata in campionato, c’è timore per una possibile eliminazione dalla Champions League, in seguito all’investimento da 100 milioni per Cristiano Ronaldo, che si è ripercosso sui conti affossando l’utile nell’ultima semestrale.

Nel resto del mondo a suscitare l’attenzione sono il voto di stasera del Parlamento britannico sulla Brexit e il caso Boeing. Sul fronte inglese sono tre le votazioni previste questa settimana, anche se l’ok alla prima esclude le altri due: a prescindere da come andrà, una decisione dovrà finalmente essere presa e questo inquieta i mercati, che sentono vicino il punto di non ritorno. Nell’attesa, la Borsa di Londra in controtendenza guadagna quasi mezzo punto percentuale. Wall Street invece apre contrastata, con il Dow Jones fortemente penalizzato dal nuovo tonfo di Boeing, dopo la strage del volo schiantato in Etiopia. Il titolo del gigante aeronautico è arrivato a perdere un ulteriore 6% a 377 dollari per azione. Intanto in Italia l’Enac, visto il perdurare della mancanza di informazioni certe in merito alla dinamica dell’incidente della Ethiopian Airlines che ha coinvolto un velivolo Boeing 737 Max 8, per motivi precauzionali ha disposto la chiusura dello spazio aereo italiano a tutti i voli commerciali operati con aeromobili di questo tipo. Gli aerei di quel modello non possono più operare da e per gli aeroporti nazionali fino a nuove comunicazioni.

Tornando a Milano, giornata interlocutoria e tendente al fiacco per i titoli bancari: il titolo peggiore è Banco Bpm che perde quasi il 2%, Unicredit -0,47%, Intesa Sanpaolo -0,07%, Ubi Banca -0,34%. Continua a soffrire Banca IFIS dopo la notizia dell’addio dell’amministratore delegato storico, Giovanni Bossi, che lascia la banca dei Furstenberg dopo un quarto di secolo. Il titolo cede quasi il 4% a 15,16 euro per azione. Lo spread è in ulteriore calo, consolidandosi sotto quota 250 punti base, a 247. Il valore più basso da settembre rimangono i 241 punti base di fine gennaio, ma a inizio febbraio il differenziale tra Btp decennale e corrispondente tedesco era pericolosamente risalito in area 290 punti. L’euro si apprezza a 1.128775 dollari, l’oro riavvicina i 1.300 dollari l’oncia, sostanzialmente stazionarie le quotazioni del petrolio: il Brent pareggia i 66.58 dollari al barile di ieri, il Wti sfiora i 57 dollari al barile.

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