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Brexit, è il D-Day. Dazi, schiarita Usa-Cina. Tim tra pace e guerra

Oggi ultima chiamata per il piano May per un’uscita ordinata del Regno Unito dall’Europa – Ripresi i colloqui tra Usa e Cina sui dazi – Fed: la recessione non ci sarà – In bilico l’assemblea di Tim tra accordo o nuovi scontri – Bankitalia, le nuove nomine piacciono a Lega e Cinque Stelle

Brexit, è il D-Day. Dazi, schiarita Usa-Cina. Tim tra pace e guerra

Arriva da Pechino la schiarita che porta un po’ di sereno dopo una settimana dominata dalla debolezza dei mercati obbligazionari. Sono ripresi, con un pranzo di lavoro, i colloqui tra il vicepremier cinese Liu He, il segretario al Tesoro Usa, Steven Mnuchin ed il rappresentante della Casa Bianca alle relazioni commerciali, Robert Lightizer. “Ci vorrà ancora molto lavoro”, frena un diplomatico cinese, ma i progressi, specie sulla proprietà intellettuale, fanno ben sperare.

BOOM DI PROFITTI HUAWEI. TOKYO, DISOCCUPATI VERSO LO ZERO

Intanto i dati bilancio rivelano l’esplosiva crescita di Huawei: +25% i profitti (8,8 miliardi) trascinati dal boom delle vendite di apparecchi mobile (+45%). Conti record e prospettive positivi per i commerci, più il prossimo inserimento (da lunedì) delle azioni cinesi negli indici globali di Morgan Stanley, hanno favorito il rally delle borse asiatiche a partire da Shanghai.

L’indice Csi ha messo a segno un rialzo del 3,2%. Il primo trimestre dei mercati cinesi si chiude con un balzo del 27,8%. Positiva Hong Kong (+1%).

Più modesto l’incremento di Tokyo, frenata dal rialzo dello yen a 110,7 sul dollaro. L’indice Nikkei guadagna lo 0,6%. La disoccupazione è scesa ai minimi storici: solo il 2,3%, ancora più bassa delle previsioni, in calo dal 2,5% di gennaio. I consumi si riprendono ma non decollano: in febbraio +0,2%, dal -3% di gennaio, contro il +1% atteso.

In salita anche il Kospi di Seul su dello 0,4%, il BSE Sensex di Mumbai dello 0,3%.

PIL USA +2,2%. LA FED: LA RECESSIONE NON CI SARÀ

A placare le tensioni sui mercati ha contribuito il pressing dei banchieri centrali, impegnati sia in Usa che nel Vecchio Continente, a spiegare che il rallentamento della congiuntura, sia in Europa che in Usa (la crescita del prodotto interno lordo è stata rivista in ribasso al 2,2%) non anticipa l’arrivo della recessione.

Il governatore della Fed di New York, John Williams, ha detto ieri che i rischi di recessione negli Stati Uniti sono molto bassi: l’economia cresce bene. Qualche ora dopo, un altro dirigente della banca centrale, il governatore della Fed di Saint Louis, James Bullard, è stato ancora più esplicito: già in primavera ci sarà una forte accelerazione.

Grazie anche a questi segnali sono risaliti i rendimenti dei T Bond a dieci anni, al 2,40%. La curva dei tassi, sulle scadenze tre mesi, dieci anni, resta invertita, ma il differenziale si porta a -2 punti base, da -6 del giorno prima.

S&P, MAI COSÌ BENE DAL 2009

In rialzo i mercati Usa: l’indice S&P 500 +0,36% si accinge ad archiviare il miglior trimestre dalla crisi del 2009. Dow Jones +0,36%, Nasdaq +0,34%.

Sono state annunciate le dimissioni di Tom Sloan, ceo di Wells Fargo (+2,7%), ultima vittima dello scandalo sui conti truccati dell’istituto di San Francisco.

Il petrolio Brent sale a 68,1 dollari il barile, in rialzo dello 0,4%, dopo due giorni di lievi variazioni.

Si placa la corsa all’oro, sui minimi delle ultime tre settimane a 1.290 dollari l’oncia.

L’euro dollaro rimbalza, +0,1% a 1,123, dopo tre giorni di ribasso.

ITALIA E GERMANIA IN FRENATA. COSE TURCHE SUI CAMBI

L’incertezza è stata la nota dominante della giornata finanziaria europea. Pesa la nebbia profonda sul rischio di una Brexit senza accordo, un rischio che secondo Mario Draghi non è pienamente prezzato dai mercati. Oggi potrebbe essere la giornata decisiva pet l’approvazione del piano May, ma le divisioni tra i Conservatori sembrano insanabili.

Pesano anche i nuovi segnali di rallentamento dell’economia di Eurolandia a partire da Germania ed Italia, come sottolinea S&P. In questa cornice si profila un altro fronte critico: sbanda la lira turca (-4% contro la moneta unica a 6,3) moneta unica è in buon rialzo (+4%) contro la Lira Turca a 6,3 dopo le dichiarazioni del Premier turco Recep Tayyip Erdogan, secondo il quale è necessario tagliare il tasso d’interesse per far scendere l’inflazione. Affermazione in aperto contrasto con il buonsenso ma in linea con le idee sovraniste.

Milano, la piazza peggiore in Europa, ha chiuso in ribasso dello 0,53% a quota 21.080 punti. Ribasso analogo per Madrid -0,54%.

Francoforte chiude in lieve progresso +0,08% nonostante il tonfo di Deutsche Bank -3,2%. Il Financial Times (smentito) ha scritto che la banca valuta un aumento di capitale da 10 miliardi di euro, da lanciare prima di avviare il negoziato con Commerzbank.

DEL VECCHIO ROMPE: ESSILORLUXOTTICA -2,6%

Su Parigi -0,09% Parigi -0,09%, ha pesato il calo di EssilorLuxottica -2,64% dopo che Delfin ha chiesto un arbitrato che, secondo Les Echos, durerà tra i 18 e i 24 mesi,

Londra +0,58% sull’onda del calo della sterlina, -0,7% contro euro.

L’agenzia di rating S&P Global ha tagliato le previsioni di crescita per la zona euro all’1,1% per il 2019 dal precedente 1,6%.

S&P ha spiegato che la revisione al ribasso delle stime arriva dopo il rallentamento di Germania e Italia verso la fine dello scorso anno e che prevede che entrambi i paesi facciano “significativamente peggio” della media della zona euro.

Tra i segnali più inquietanti spicca il rallentamento dell’inflazione tedesca che, per il quarto mese consecutivo, resta sotto gli obiettivi della BCE: in marzo, i prezzi al consumo armonizzati in modo da essere confrontabili con quelli degli altri paesi della zona euro, segnano un incremento anno su anno dell’1,5%, dal +1,7% di febbraio: il consensus si aspettava +1,6%

SI ALLARGA LO SPREAD. MENO DOMANDA PER I DIECI ANNI.

Il rendimento del Bund tedesco è sceso sui minimi da ottobre del 2018, a -0,08%.

Lo spread si allarga, a 255 punti base, da 250 di ieri. Rendimento decennale 2,46%.

L’asta dei BTP ha mostrato che i mercati, forse perché siamo alla fine di un trimestre denso di emissioni, non sono più così pronti ad assorbire la carta italiana. Nell’asta del decennale, la sovra offerta, rispetto al prezzo indicato dall’emittente, è stata pari a zero, contro il +20% della precedente asta.

Il Tesoro ha comunque collocato 6,5 miliardi di euro di obbligazioni a cedola fissa, più un miliardo a reddito variabile. Nello specifico, sono stati emessi 3,75 miliardi di euro del nuovo BTP a cinque anni, con tasso di richiesta a 1,31, in calo da 1,46 di febbraio. Emessi anche 2,75 miliardi di BTP a dieci anni, con tasso di richiesta a 1,40, più un miliardo di bond a tasso variabile.

Nell’asta del decennale, la sovra offerta, rispetto al prezzo indicato dall’emittente, è stata pari a zero, contro il +20% della precedente asta.

BANKITALIA, SÌ A PANETTA. NO DI MATTARELLA ALL’INCHIESTA

La nomina di Fabio Panetta a direttore generale della Banca d’Italia ha il gradimento di Lega e M5s, ha detto a Reuters una fonte governativa. Panetta è attualmente vicedirettore generale ed è il candidato più accreditato per succedere a Salvatore Rossi, che ha da poco ufficializzato che lascerà alla scadenza di inizio maggio.

Il presidente della Repubblica ha detto no alla commissione do inchiesta sule banche.

BANCHE DEBOLI, FRENA FCA

Bancari negativi ieri trascinati dal comparto in Europa. Indice nazionale -0,5%, da -1,3% dello Stoxx di settore. Unicredit -1,8%. Banco Bpm -1,7%. Intesa Sanpaolo -0,1%. Le fondazioni azioniste hanno presentato la lista dei candidati al nuovo consiglio di amministrazione, ci sono Carlo Messina e Gian Maria Gros Pietro.

Fiat Chrysler -1,7% ritraccia dopo la corsa innescata dalle indiscrezioni di una possibile operazione di fusione, questa volta con Renault e Nissan. L’ad Volkswagen, Herbert Diess, ha detto che non è interessata a Fca.

ASSEMBLEA TIM: SARÀ PACE O GUERRA?

Tim +0,9% alla vigilia del confronto in assemblea tra Elliott e Vivendi. Il mercato scommette su un accordo in extremis.

Nuovo ribasso per Stm (-3,5%) in scia al profit warning di Infineon.

In calo anche Mediaset (-0,9%) penalizzata dal report di Berenberg che ha tagliato il prezzo obiettivo a 3,5 euro da 3,8.

Leonardo +1,48%: Ubs ha confermato la raccomandazione neutral alzando il prezzo obiettivo a 11 euro da 9,6.

Technogym -3%. Nel 2018 il risultato netto è stato pari a 93 milioni di euro, 32 milioni di euro in più del 2017. Kepler Chevreux ha abbassato il giudizio a hold da buy, target price a 11,4 euro da 11.

Digital 360 +12%. Chiude il 2018 con ricavi consolidati pari a 22,5 milioni di euro, +57%. Ebitda +57%.

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