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Brexit, Corte scozzese dà ragione a Johnson: le mosse dell’opposizione

Secondo Lord Doherty Johnson avrebbe rispettato la legge – Si attendono le decisioni dei Tribunali di Londra e Belfast – L’opposizione si organizza per un piano B

Brexit, Corte scozzese dà ragione a Johnson: le mosse dell’opposizione

La sospensione delle attività del parlamento britannico chiesta dal Primo Ministro, Boris Johnson, e approvata dalla regina Elisabetta II, è legittima. Lo ha stabilito Lord Raymond Doherty, avvocato scozzese e senatore del College of Justice, giudice della Corte suprema scozzese, che ha deciso dunque di respingere il ricorso presentato dalla deputata dello Scottish National Party, Joanna Cherry, e dalla leader dei Lib-Dem, Jo Swinson, appoggiate da Jo Maugham del Good Law Project.

Secondo Lord Doherty il Primo Ministro ha il potere di chiedere alla Regina di prorogare il suo discorso in Parlamento – prima del quale le attività di Westminster rimangono ferme – nonostante la crisi in corso. 

Le opposizioni hanno dunque perso la prima battaglia, ma non la guerra. Inghilterra e Galles, Scozia e Irlanda del Nord hanno i sistemi giuridici separati nel Regno Unito e altre due cause contro la sospensione del Parlamento sono state intentate anche a Londra e Belfast. I giudici dovrebbero pronunciarsi nei prossimi giorni. Ciò che sperano i richiedenti è che almeno una delle tre sentenze dia loro ragione, facendo finire il caso alla Corte Supresa, il cui eventuale verdetto non potrebbe essere ignorato da Downing Street. 

Ricordiamo che mercoledì Johnson ha chiesto alla Regina, che ha dato il via libera, di posticipare il suo discorso in Parlamento al 14 ottobre, determinando così una sospensione delle attività dei deputati di circa 5 settimane. Tradizionalmente invece lo stop dura solo qualche giorno. Secondo l’opposizione alla base della decisione ci sarebbe la volontà di Johnson bloccare qualsiasi tentativo delle opposizioni di impedire il No deal o, in ogni caso, di mettere bocca sul percorso che porterà alla fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione Europea. La scadenza della Brexit è infatti fissata per il 31 ottobre, dunque solo 15 giorni dopo l’avvio dei lavori. Un lasso di tempo troppo breve per approvare qualsiasi tipo di mozione vincolante.  

Mentre si attende la decisione degli altri due Tribunali, i rappresentanti dell’opposizione, guidati dal laburista Jeremy Corbyn, stanno provando anche a seguire un’altra via: fare in modo che il Parlamento voti sulla sospensione al ritorno dalla pausa estiva, dunque dal 3 al 9 settembre. I sei giorni in cui ai deputati sarà consentito lavorare prima della sospensione stabilita dalla Regina.

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