Condividi

Borse volatili in balia di Cina e petrolio

Il rimbalzo del greggio ha spinto al rialzo Wall Street ma stamattina nuova frana alla Borsa di Shangai: l’effetto Cina pesa su auto e moda – L’Europa prova a reagire dopo il mercoledì nero – Fmi taglia le stime di crescita in vista del G20 – Oggi l’asta Bot – Banche: arrivano i nuovi stress test dell’Eba – Gli utili della Juve fanno bene ad Exor.

Borse volatili in balia di Cina e petrolio

Le Borse restano in balia degli umori del petrolio. Dopo una giornata segnata da bruschi ribassi, Wall Street ha recuperato posizioni sull’onda del rimbalzo delle quotazioni del greggio, il vero “barometro del rischio” come l’hanno definito gli analisti di Goldman Sachs. Di qui una previsione inquietante: “Nei prossimi mesi – si legge in una nota del broker – si procederà senza una direzione precisa, all’insegna della volatilità”. Da inizio 2016 a Wall Street ci sono stati finora 21 sedute con oscillazioni superiori all’1%.

IL RIMBALZO DEL GREGGIO SOSTIENE LE BORSE USA

Ieri l’altalena del greggio si è chiusa con un modesto rialzo: Brent +0,4% a 34,27 dollari il barile, Wti +0,8% sopra i 32 dollari. A permettere il rimbalzo è stato il calo inaspettato delle scorte Usa. E’ bastata questa notizia a riportare in terreno positivo i listini Usa, fino a quel momento depressi dal settore energy e dalle preoccupazioni per la tenuta delle banche. Il titolo Exxon è passato nel finale da -1% a +0,36, Chevron da -2,8% a +0,45%. Il rally ha preso forza dopo la chiusura delle piazze europee: Eni ha chiuso a -2,4%, Tenaris -4,6%, Saipem-1,5%.

Alla fine della seduta l’indice Dow Jones è salito dello 0,32%, S&P 500 dello 0,44%. Meglio il Nasdaq (+0,87%) grazie alla spinta di Apple (+1,49%). Ma da inizio anno il titolo della Mela cede il 19%.

NUOVA FRANA A SHANGHAI. BRASILE A LIVELLO DI JUNK

Contrastati stamane i mercati asiatici. Sale Tokyo (+0,7%), arretra di poco lo yen. Al contrario, perde colpi Hong Kong (-0,7%). La giapponese Sharp arretra del 17% dopo la cessione alla multinazionale di Taiwn Hon Hai. Più pesante la discesa delle Borse cinesi: a metà seduta Shanghai perde oltre il 3%, Shenzhen quasi il 5%.

Intanto, si aggrava la crisi dei mercati emergenti. Il Brasile è definitivamente sceso nel girone dei junk. Ieri Moody’s ha tagliato ieri il rating di due gradini, a ‘Ba2’ da ‘Baa3’, in area “non investment grade”. Il rating brasiliano è stato recentemente oggetto di downgrade anche da parte di S&P, la settimana scorsa, e di Fitch, a metà dicembre.

L’EUROPA PROVA A REAGIRE DOPO LA CADUTA. MILANO -2,5%

E’ previsto un rimbalzo in apertura per le Borse europee. I futures segnalano: Londra +74 punti, Parigi +61, Francoforte +127. Oggi l’agenda sarà dominata da una pioggia di risultati societari. Saranno annunciati i conti di una ventina di blue chips, tra cui Axa, Deutsche Telekom, Bayer e Lloyd.

Ieri i listini del Vecchio Continente hanno vissuto l’ennesima giornata difficile. A fine giornata l’indice FtseMib di Piazza Affari ha registrato un ribasso del 2,5%. La Borsa di Parigi arretra dell’1,9%, Francoforte -2,6%, Madrid -3,1%.

Le perdite maggiori sono per i titoli delle materie prime (indice Stoxx europeo del settore -6,6%), per le industrie Automotive (-3,7%) e per le Banche (-3,1%). Ancora in forte calo i titoli del settore minerario quotati a Londra: Anglo American ha perso il 9,5% , Glencore -10%, Bhp Billiton -8,3%.

IN VISTA DEL G20 L’FMI TAGLIA LE STIME

E’ questa la situazione alla vigilia del G20 di Shanghai da cui, prevede il segretario al Tesoro Usa Jack Lew, non si devono attendere grandi novità. Una previsione che ha alimentato lo sconforto delle Borse che, sempre secondo Lew, “di questi tempi tendono a vedere le cose peggio di quel che sono”. Pessimismo ragionevole, visti i dati attivati ieri dall’economia Usa: settore terziario in flessione dopo 27 mesi di crescita, vendite di case di nuova costruzione ai minimi dall’autunno scorso.

Il Fondo Monetario, nel paper in preparazione per il meeting di fine settimana, rileva che “dopo un inatteso rallentamento dell’attività economica mondiale a fine 2015 ci sia stato un ulteriore indebolimento a inizio 2016”. Per questo l’Fmi ritiene probabile un taglio delle sue stime di crescita, già ridotte al 3,4% (-0,2%) a gennaio.

BCE, WEIDMANN AFFILA LE ARMI. OGGI L’ASTA BOT

Intanto Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, affila le armi in vista del direttorio della Bce del 10 marzo: “E’ pericoloso – ha detto – ignorare gli effetti collaterali di ulteriori politiche accomodanti da parte della Bce”.

L’incertezza generale si riflette ovviamente sul mercato del debito sovrano. I rendimenti dei titoli italiani e spagnoli hanno recuperato posizioni dopo una mattinata difficile dominata dalla corsa ai titoli più solidi. Alla fine il Btp decennale chiude ad un rendimento dell’1,536. Lo spread si è comunque allargato a 139 punti (+4 pb rispetto alla vigilia) dopo aver superato in mattina 141 punti. Oggi è in programma l’asta dei Bot a sei mesi.

EFFETTO CINA SU AUTO E LUSSO. FCA -36% NEL 2016

Il rischio di una possibile recessione in arrivo dalla Cina ha contribuito a peggiorare gli umori dell’industria manifatturiera, a partire dal settore auto e dal lusso. Hanno ceduto le Case tedesche, condizionate dal rallentamento economico della Cina: Volkswagen è scesa del 4,5%, Daimler -4,1%, Bmw -4,1%. 

Ha frenato anche Fiat Chrysler (-4%). Il gruppo italo-americano ha così ampliato la perdita da inizio anno al 36% ed è il peggior titolo automotive europeo (indice Eurostoxx -21%). Morgan Stanley ha deciso di riprendere la copertura sul titolo FCA con una raccomandazione Overweight e un target price di 10 euro. In ribasso anche Ferrari (-2,3%). 

Pioggia di vendite anche nel lusso. Dopo il warning della tedesca Hugo Boss ieri si sono moltiplicati i segni meno. Perde colpi il colosso Lvmh (-2%). A Milano Ferragamo ha ceduto il 4,73%, tra le peggiori blue chip di Piazza Affari. Yoox arretra del 5,6%, ma soffrono anche Tod’s (-3,3%), Moncler (-2,6%) e Luxottica (-2,3%).

Solo Brunello Cucinelli (+0,8%) si muove in leggero rialzo. Il presidente, in occasione della presentazione della collezione donna autunno/inverno 2016, ha detto di essere soddisfatto degli ordini fin qui ricevuti e di vedere un’accelerazione delle vendite in Italia fino a +5/6% nel 2016.

MOODY’S TAGLIA STM A JUNK, PRYSMIAN CONFERMA LA CEDOLA

Giornata da dimenticare anche per altri Big dell’industria. Arretra StM (-4,9%): Moody’s ha tagliato il rating a ‘junk’ (spazzatura), portandolo a ‘Ba1’ da ‘Baa3’, con outlook stabile. 

Finmeccanica -3,9%: il governo di Panama e la società hanno raggiunto un accordo che pone fine ai contenziosi contratti assegnati nel 2010 alle controllate Selex e Telespazio, dice una nota della società. Il governo panemense ha comunicato la cancellazione di un contratto da 125 milioni di dollari con Selex, coinvolta in una disputa su un caso di presunta corruzione.

Prysmian -1,28%: Il leader mondiale nel settore dei sistemi in cavo per l’energia e le telecomunicazioni archivia il 2015 con ricavi, margini e utile in crescita, confermando il dividendo rispetto all’esercizio precedente.

BANCHE ANCORA IN SOFFERENZA. ARRIVANO GLI STRESS TEST DELL’EBA

Ancora una volta al centro delle vendite sono state le banche. L’indice italiano del comparto ha lasciato sul terreno oltre il 3% in linea con lo Stoxx europeo. Arretrano i Big: Unicredit -1,6%, Intesa -3,4%, MontePaschi -5,6%. Ubi ha perso il 3,6%. Giù anche Banco Popolare -4,8%. E’ sempre più probabile che il progetto di fusione con Bpm non potrà essere sottoposto all’approvazione degli organi decisionali delle due banche entro la fine di febbraio. I due istituti restano infatti in attesa del via libera informale della Bce. Le nozze sono così spostate al fine settimana del 5 marzo.

Gli esiti degli stress test 2016 lanciati ieri dall’Eda verranno pubblicati all’inizio del terzo trimestre. In una nota l’istituto ha confermato che non sono previste bocciature e che non sono state definite soglie di capitale per le singole banche. I risultati andranno a confluire negli Srep della Bce, nell’ambito dei quali verranno prese le decisioni sugli opportuni livelli di capitale. Le banche coinvolte sono 51, di cui 37 della zona euro, per una copertura del 70% del settore Ue.

Fra le assicurazioni, Generali è scesa dell’1,1%, UnipolSai -0,8%.

AVANZA SOLO EXOR, LA HUVENTUS TORNA IN UTILE

Sfugge al ribasso generale Exor (+1,34%): la holding ha perfezionato la cessione del 17,1% in Banijay, nell’ambito della fusione della stessa con Zodiak Media, società di produzione televisiva controllata dal gruppo De Agostini. Exor riceverà 60,1 milioni in contanti, registrando una plusvalenza di 24,8 milioni.

Scende Telecom Italia (-2,3%). Mediaset cade in ribasso del 6,1%, nonostante Citigroup abbia alzato la raccomandazione a Neutral da Sell. Enel chiude la seduta in calo del 2,6%: la controllata Endesa ha archiviato il 2015 con un utile netto a 1,09 miliardi, sotto le attese degli analisti che in media si aspettavano 1,19 miliardi. 

Infine la Juventus (-1,71%) rivede l’utile nel primo semestre dell’esercizio 2015/2016: 30,3 milioni di euro rispetto alla perdita di 6,7 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente. Merito dei maggiori proventi della gestione calciatori, pari a 30,2 milioni, e del generale aumento dei ricavi ricorrenti per 18,1 milioni, di cui 6,8 milioni per l’attività di vendita di prodotti e licenze. A questi si aggiungono ricavi netti non ricorrenti per 10,6 milioni.

Commenta