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Borse ultime notizie: Blackrock e JP Morgan non risvegliano i listini europei. Cina tra deflazione e fuga investitori

Le trimestrali Usa non bastano a dare sprint alle Borse europee. Piazza Affari rimane ai massimi da 15 anni. Cina riduce i tassi. In arrivo nuovi stimoli per sostenere l’occupazione?

Borse ultime notizie: Blackrock e JP Morgan non risvegliano i listini europei. Cina tra deflazione e fuga investitori

I mercati dell’Europa mantengono un tono positivo, pur avendo perso almeno una parte della spinta rialzista delle precedenti sedute. L’ultimo appuntamento di una settimana effervescente prende il via nel primo pomeriggio ma non basta a rianimare i listini europei. Blackrock e JP Morgan hanno pubblicato i conti del trimestre, Citigroup segue a ruota. Gli operatori attendono di vedere i contraccolpi sui bilanci della crisi delle banche regionali. Ancor più l’impatto degli accantonamenti, termometro del rischio recessione.

Borse ultime notizie: PIazza Affari rimane al massimo da 15 anni

Nell’attesa Piazza Affari -0,2%, uno dei listini più vivaci della settimana, si mantiene comune sopra quota 28.700, sui massimi da 15 anni. In lieve calo anche Francoforte. Scende Adidas -1% dopo la trimestrale deludente di Nike,

Piatta Londra. Da segnalare nel listino di Helsinki la battuta d’arresto di Nokia – 9%: il produttore di apparecchiature per la telefonia ha tagliato le previsioni sul 2023.

A Milano prosegue il rally di Banca Mps -2,8%. Progressi di un punto percentuale per Fineco e Banca Mediolanum. Rimbalza oltre 0,26 euro Telecom Italia.

Il Btp difende i progressi degli ultimi giorni: il rendimento del decennale è al 4,16%. Lo spread sul Bund reta sotto i 170 punti.

Il Fondo monetario fa il check up alla Cina malata, gli analisti sperano in forti stimoli

Vanno un po’ ovunque a gonfie vele i listini azionari, come dimostra l’ottima performance dell’indice MSCI World (+1,1%) che ha varcato la soglia chiave dei 3mila punti per la prima volta da aprile 2022. Ma, in barba alle previsioni degli esperti di inizio 2023, all’appuntamento manca l Cina. Anzi, nel corso dei mesi è risultato sempre più evidente il disagio di Pechino a ripartire dopo la pandemia.

  • Stanotte la portavoce del Fondo Monetario Internazionale, Julie Kozak, ha sottolineato che  la crescita della Cina sta rallentando a causa dell’indebolimento degli investimenti privati, del calo delle esportazioni e della riduzione della domanda interna.
  • Ancor più severo il giudizio di Prashant Singh, Senior Portfolio Manager di Neuberger Berman. L’analista mantiene la previsione di una crescita del pil del 5,3% per il 2023 (più delle prudenti stime di Pechino) ma pone l’accento sui nodi strutturali che stanno emergendo nel Paese. Nel prossimo decennio, è la previsione, la crescita potenziale rallenterà fino a un 3-4% annuo.
  • La disoccupazione è rimasta al 5,2% a maggio, ma quella giovanile è salita al 20,8. La creazione di posti di lavoro, per giunta, si è concentrata nei settori manifatturiero, ediizia e  servizi di fascia bassa deludendo le richieste dei giovai in uscita dalle università..
  • Ad inquietare gli operatori sono gli ultimi deludenti dati sull’import/ export, già punto di forza della “fabbrica del mondo”, in parte conseguenza dei minori acquisti dei clienti occidentali. In parte della concorrenza di altri Paesi, dall’India al Vietnam che sta attraendo gli investimenti dei colossi tecnologici Usa a partire da Apple. 
  • Anche la Germania, il tradizionale miglior partner nell’interscambio commerciale, è più cauto come dimostra il documento approvato giovedì dal governo tedesco. “La Cina – si legge – è sia un partner che un concorrente che un rivale sistemico”. Un cambio di passo che on inciderà sugli investimenti di Volkswagen e Basf, ma peserà sulle scelte future specie delle aziende di medie dimensioni.
  • Il flusso degli investimenti dall’estero è sceso nel trimestre dai 100 miliardi di un anno fa a soli 20 miliardi di dollari. Tra le cause della frenata, si è lamentata la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, spiccano anche le nuove norme antispionaggio volute da Xi Jingping che hanno spaventato non poche aziende. Pechino ha appena definito il 2023 “l’anno dell’investimento in Cina”, ma è assai difficile che la campagna, date le premesse. possa avere successo.
  • Si spiega anche così come l’economa cinese, unica al mondo, sia entrata in deflazione, una situazione inedita per il Drago. In giugno i prezzi al consumo hanno registrato in Cina crescita zero, rispetto ad un anno prima, si tratta della variazione più bassa dal febbraio del 2021. Intanto precipitano i prezzi alla produzione, -5,4%, la discesa più forte degli ultimi otto anni.

Cina in deflazione: il governo prepara nuovi stimoli per sostenere l’occupazione?

Come reagirà la Cina? Il  calo dell’attività ha già provocato una risposta anticiclica da parte delle autorità, con la riduzione dei tassi di 10 punti base da parte della People’s Bank of China il mese scorso. Ma gli analisti si aspettano presto nuove misure mirate. Le ultime notizie indicano che, dopo la stagione della repressione finanziaria nei confronti  del web nel nome della “prosperità comune”, proprio da lì ora si dovrebbe ripartire: dai colossi del Web.

In primo luogo, sottolinea Singh, l’obiettivo ufficiale di crescita del 5% nel 2023 dovrebbe essere ancora facilmente raggiungibile, data la bassa base di partenza dello scorso anno. Inoltre, con i più ampi obiettivi di stabilità finanziaria, le autorità non vorranno favorire un’altra serie di spese infrastrutturali alimentate dal debito, anche perché sarebbe in contrasto con il tema della “prosperità comune”, facendo temere un ulteriore peggioramento della disuguaglianza di reddito. L’attenzione politica si è chiaramente spostata verso una crescita di “alta qualità” che tenga conto dell’occupazione, della geopolitica, della demografia e delle tendenze della produttività. 

Di qui la previsione di un forte aumento dell’emissione di obbligazioni speciali per finanziare progetti prioritari, dal sostegno ai consumi fino al settore dei veicoli elettrici, e infine misure di alleggerimento delle proprietà nelle città più importanti per alleggerire a crisi dell’immobiliare. 

Avrà successo questa politica? Molto dipenderà dallo stato dei rapporti con Washington. Ma le recenti visite di Elon Musk, Jamie Simon e Tim Cook nel Paese del Drago confermano che la Cina è troppo importante per esser abbandonata al suo destino.

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