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Borse: soft Brexit ok ma l’Italia resta la mina vagante

I mercati respirano per il primo sì di Londra alla bozza di accordo con la Ue sulla soft Brexit ma il braccio di ferro tra Bruxelles e il Governo italiano sulla manovra di bilancio resta una spina nel fianco mentre l’high tech Usa è ancora nella bufera – A Piazza Affari male Mediaset e perdite a due cifre per Geox e Datalogic

Borse: soft Brexit ok ma l’Italia resta la mina vagante

Negli Stati Uniti c’è la malattia dei tech, incapaci di rialzare la testa da giorni. Il Nasdaq è passato dal +1% di inizio seduta a -0,5%. Amazon da +2% a +0,1%. Apple scende per il quinto giorno consecutivo, a 189 dollari, -1,8%. Dai massimi storici toccati all’inizio del mese scorso, il titolo perde il 18%.

Il Dow Jones perde lo 0,3%. Nike è la migliore, tra le blue chip, +2%. Tra i petroliferi, Chevron +0,5%, Exxon Mobil -0,5%.

Il greggio tipo Brent rimbalza, dopo il -6,5% di ieri: +2% a 66,7 dollari il barile. Nell’ultimo mese, il petrolio di riferimento del Mare del Nord ha perso quasi il 25%. Reuters scrive di un’ipotesi di taglio alla produzione pari a circa 1,5 milioni di barili al giorno, fino ad un massimo di 1,8 milioni di barili. Nei giorni scorsi, le agenzie avevano riportato che era stata la Russia, a mettere il veto: la violenta correzione di ieri potrebbe aver spinto Mosca a cambiare idea. Eni -1,5%. Saipem -1,7%. Tenaris -0,9%.

Scattano le prese di profitto sul Dollaro: il cross Eu/Usd sale dello 0,4% a 1,133.

Il Treasury Note a 10 anni, il bond di riferimento per gli Stati Uniti, tratta a 3,15%, da 3,13% di ieri, dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione statunitense, in ottobre +0,3%, +0,2% il dato core. La crescita è in linea con le aspettative.

La frenata dell’economia tedesca nel terzo trimestre, insieme al rifiuto del governo italiano a rivedere la manovra economica, sono tra gli elementi rilevanti della giornata europea. Nel pomeriggio è iniziata l’attesa e delicata riunione del governo britannico per dare il via libera alla Brexit. La sterlina, dopo il rialzo iniziale, ha accusato un brusco stop dopo l’irrigidimento dei ministri dell’Irlanda del Nord. Poi l’atmosfera si è stemperata.

In tarda serata, dopo una giornata drammatica, è arrivata la fumata bianca: il governo britannico ha dato il suo via libera al progetto di accordo con la Ue sulla Brexit. Lo ha detto la premier britannica Theresa May alla fine delle riunione con i ministri. “La decisione collettiva del governo è che va approvato il progetto di accordo, è un passo decisivo che ci permetterà di avanzare e ultimare l’intesa”, ha dichiarato alla stampa.

Seduta agitata in Piazza Affari, la peggiore dell’Eurozona: la Borsa di Milano partita in ribasso, ha azzerato le perdite nel pomeriggio, ma poi è peggiorata, in sintonia con il cambio di rotta di Wall Street. L’indice ha segnato in chiusura un ribasso dello 0,77% a quota 19.077 punti.

In calo frazionale le altre piazze: Francoforte -0,52%, Parigi -0,65%, Madrid -0,42%. Londra, -0,26%, resta sospesa alla discussione governativa sull’accordo per la Brexit.

Sotto scacco l’obbligazionario, condizionato dal confronto con i partner Ue: lo spread fra decennale italiano e tedesco chiude a 312 punti base (dopo aver toccato i 317 punti) e il rendimento si porta al 3,52%.

Salgono i Cds a 5 anni sull’Italia che, sulla base di dati His Markit, si portano a 276 punti base a un soffio da 279 punti, massimo di quattro settimane.

La lettera a Bruxelles contiene un riferimento esplicito ad un obiettivo, molto ambizioso, sulle privatizzazioni: 18 miliardi di euro.

l ministero dell’Economia è tornato a studiare la cessione a Cassa depositi e prestiti (Cdp) del 53,28% detenuto in Enav e di una quota pari a circa il 3,3% di Eni, con un controvalore complessivo di circa 3 miliardi ai valori attuali. , il Tesoro ha alzato i “proventi da dismissioni ed altre entrate afferenti al Fondo di ammortamento del debito pubblico” all’1% del Pil dal precedente 0,3 nel 2019, circa 18 miliardi in valore assoluto.

Dal 2012 sono stati trasferiti a Cdp oltre a immobili pubblici per centinaia di milioni, le società Sace, Fintecna e Simest e, da ultimo, il 35% di Poste italiane.

Mediaset in profondo rosso con -6,88%, nonostante i risultati migliori delle attese con il ritorno alla cedola. Nel terzo trimestre, i ricavi delle attività italiane sono stati pari a 441 milioni di euro, in calo del 7% anno su anno. La raccolta pubblicitaria netta sulle reti televisive generaliste segna un incremento del 4% a 308 milioni. Si sono dimezzati i ricavi della pay Tv, a 71 milioni. Il trimestre si chiude con una perdita operativa di 27 milioni, in miglioramento da -49 milioni di un anno fa. Alcuni broker, tra cui JP Morgan e Kepler Cheuvreux, hanno ridotto i target price sul titolo.

Tim in ribasso del 3,16%. Pesa l’incertezza sulla governance, ma il mercato positivo nel medio termine in vista di un’azione più decisa con il nuovo C Bernstein ha tagliato il giudizio a “underperform” da “outperform”, sostenendo che la cacciata dell’AD Genish “senza cerimonie” rischia di far deragliare la stabilità operativa della società che ha un outlook sui fondamentali “deboli”.

Bancari più deboli rispetto allo Stoxx europeo che perde lo 0,7% contro l’indice italiano in calo dell’1,4%. Tra le banche, Intesa Sanpaolo -1%, Unicredit -1,3%. Banco Bpm -2,2%.

Giù Poste italiane -3% e Generali -0,4%. Fiat Chrysler -0,5%: Bloomberg dice che gli Stati Uniti, almeno per il momento, non imporranno nuovi dazi sull’auto. L’indice Stoxx delle società europee dell’automotive è in rialzo dello 0,5%.

Exor (+0,4%) ha annunciato un riacquisto di azioni da 300 milioni di euro.

Pirelli (+2,27%) chiude i nove mesi con un utile netto di 371,4 milioni di euro in decisivo miglioramento rispetto ai 123,9 milioni di un anno fa. Il risultato netto delle sole attività in funzionamento, invece, è di 378,1 milioni (da 198,9 milioni) su ricavi scesi del 2,8% a 3,925 miliardi a livello assoluto ma cresciuti del 4,4% su base organica. Il margine operativo lordo è di 907,7 milioni di euro in aumento rispetto ai 836,3 dell’anno precedente. Il gruppo ha confermato i target 2018 di profittabilità, ma sono stati abbassati i target sui ricavi che passano da 5,4 a 5,2 miliardi di euro scontando la flessione del Sud America.

Tra i peggiori, Bper -3%, Ubi -2,6% e Banco Bpm -2,15%. In controtendenza Carige balza di oltre il 5%, ma dopo il crollo di ieri sulla scia del piano di ricapitalizzazione.

Prysmian cede l’1,9% dopo una trimestrale che vede l’Ebitda in linea con il consensus e ha confermato dei target per l’anno.

Moncler sale del 2% dopo che l’AD Remo Ruffini si è detto “molto positivo” sulla chiusura del 2018

Al contrario Geox in caduta del 15,5% dopo risultati e piano industriale.

Datalogic (-17%) ha chiuso il trimestre con 151 milioni di euro di ricavi (+5%), a fronte di 26 milioni di euro di Ebitda (+2,2%). Poco sotto le previsioni il risultato netto, a 15 milioni. La società ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita del giro d’affari dell’anno in corso.

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