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Borse: l’inflazione record spaventa e a Piazza Affari la tassa sugli extraprofitti colpisce utilities ed energetici

La tassa sugli extraprofitti picchia duro su Eni e utilities e il Ftse Mib è oggi uno dei peggiori indici borsistici d’Europa

Borse: l’inflazione record spaventa e a Piazza Affari la tassa sugli extraprofitti colpisce utilities ed energetici

Il nuovo dato record sull’inflazione nell’Eurozona (+9,1%) tinge di rosso azionario e obbligazionario nel continente, mentre oltreoceano Wall Street sembra destinata a fallire nuovamente il rimbalzo. I principali indici di New York sono passati in calo nonostante i dati sull’occupazione nel settore privato (più deboli del previsto) e la discesa dei prezzi del petrolio contribuiscano ad attenuare i timori sull’inflazione Usa e sulle prossime mosse della Fed. Il Brent cede il 2,71%, e tratta a 96,61 dollari al barile. 

Piazza Affari perde l’1,22% e si restringe a 21.559 punti, brilla però Unicredit +4,48%. Lo spread è più o meno in linea con la chiusura di ieri, 234 punti base (+0,99%) poiché le vendite si sono intensificate su tutti i titoli sovrani della zona euro. Sul secondario il decennale italiano cresce a +3,87% (da 3,83%) e il Bund di pari durata a +1,53% (da 1,5%). A monte delle vendite c’è il fatto che salgono le probabilità che la Bce si muova verso un rialzo di 75 punti base nella riunione della prossima settimana, con l’inflazione che rimpolpa le argomentazioni dei falchi.

Segnano ribassi consistenti i principali indici di Parigi -1,37%, Francoforte -0,97, Amsterdam -1,45%, Madrid -1,22%. Fuori dal blocco Londra -1,12%.

Agosto con l’amaro in bocca, ma scende il prezzo del gas

Così, dopo il miele di luglio, il mese di agosto lascia l’amaro in bocca a molti investitori, preoccupati dall’azione delle banche centrali, dalla possibile recessione e da quanto potrà accadere con la guerra in Ucraina e il conseguente braccio di ferro economico sul gas. Oggi i prezzi ad Amsterdam sono scesi nuovamente (246 euro MWh, -97,2%), poiché sembra rafforzarsi la possibilità che i paesi trovino un accordo per un tetto nella riunione del 9 di settembre. Gazprom ha però fermato il Nord Stream 1 per lavori di manutenzione e dovrebbe riaprire i rubinetti fra tre giorni, ma il condizionale resta d’obbligo. Gli stoccaggi dei paesi sono quasi completi, però se i flussi dovessero andare a zero, per arrivare alla fine dell’inverno, i governi dovranno razionare i consumi e questo farà salire le probabilità di recessione al 100%.

Moody’s intanto ha taglia le previsioni di crescita globale a causa di condizioni finanziarie irrigidite.

Inflazione mai così alta dal 1985 in Italia

In Italia l’inflazione non era così alta dal 1985: la crescita dei prezzi al consumo in agosto è +0,8% mese e +8,4% anno, mentre vola il carrello della spesa, +9,7% (ai massimi dal 1984).

Nell’area euro la crescita è stata dello 0,5% e del 9,1%, in accelerazione dall’8,9% di luglio. L’energia fa la parte del leone (+38,3%, da +39,6% di luglio), seguita da cibo, alcol e tabacco (+10,6%, da +9,8% di luglio), beni industriali non energetici (+5%, rispetto al +4,5% a luglio) e servizi (+3,8%, contro il +3,7% di luglio). Sono proprio questi ultimi a fare paura perché mostrano che la corsa dei prezzi è filtrata nell’intera economia.

Euro in rialzo 

La prospettiva che la Bce proceda per una politica aggressiva e vada avanti con determinazione anche nelle riunioni successive, fino alla fine dell’anno, danno tono all’euro, che tratta in rialzo contro dollaro intorno a 1,005. L’euro però è in calo per il terzo mese di fila.

Piazza Affari, utility ed Eni spaventate dalla tassa per il caro bollette

Utility e titoli petroliferi registrano i ribassi più pesanti della giornata, a causa del ricalcolo di quanto costerà loro la tassa sugli extraprofitti, per calmierare il caro bollette.

In fondo al listino ci sono Hera -6,02%, Terna -4,36%, Italgas -3,11%, A2a -3,58%, Snam -2,75%, Enel -2,45%.

Tra i titoli oil il peggiore è Eni, -3,5%. A fine giugno il cane a sei zampe aveva determinato l’ammontare del contributo straordinario a carico delle imprese del settore energetico in circa 550 milioni di euro, versando il 40% di acconto. Ma a seguito delle ulteriori precisazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, l’ammontare complessivo del contributo è stato rideterminato in 1,4 miliardi di euro circa Oggi la società ha fatto l’integrazione del versamento dell’acconto pari a circa 340 milioni di euro.

Giù Saipem, -2,2%, dopo l’addio di Francesco Caio e la nomina nel ruolo di amministratore delegato di Alessandro Puliti, che è anche direttore generale.  

Nella decina più rossa del Ftse Mib ci sono anche Campari -3,37% e Telecom -3,1%.

La parte alta del listino è guidata da Unicredit, particolarmente brillante anche a seguito del via libera della Bce alla seconda tranche del buyback da un miliardo. Tra le banche galleggia Banco Bpm +0,2%, mentre fuori dal listino principale Banca Mps va sempre più giù (-3,82%).

Acquisti per Pirelli +1,91%, Amplifon +1,09%, Unipol +0,94%.

Nel lusso è negativo Brunello Cucinelli, -3,9%, dopo i buoni risultati pubblicati ieri e la conferma dell’outlook sarebbero scattate le prese di profitto.

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