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Inflazione in Italia al top dal 1985: in agosto è salita all’8,4% sulla scia di alimentari ed energia

Dentro o fuori l’Italia, l’inflazione non fa sconti. La siccità e la crisi dell’energia stanno spingendo al rialzo i prezzi di molti prodotti. E Francoforte è pronta a valutare una nuova stretta da 75 punti base

Inflazione in Italia al top dal 1985: in agosto è salita all’8,4% sulla scia di alimentari ed energia

Nuovo balzo dell’inflazione in Italia, come nel resto d’Europa. Secondo le stime preliminari dell’Istat, ad agosto l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua (da +7,9% del mese precedente), ai massimi dal 1985. Non meglio l’Eurozona, che ad agosto ha fatto peggio delle previsioni, confermando le forti tensioni sui prezzi. Secondo le stime dell’Eurostat, l’inflazione nell’Ue si attesta a +9,1% nel mese di agosto, superiore al 9% atteso ed all’8,9% del mese precedente. Si tratta di un nuovo record che si allinea a quello raggiunto dagli Usa a giugno (prima di calare lievemente a luglio).

Inflazione alle stelle: spinta dai prezzi dell’energia e dell’alimentare

Come spiega l’istituto, “sono l’energia elettrica e il gas mercato libero che producono l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (in parte mitigata dal rallentamento di quelli dei carburanti) e che, con gli alimentari lavorati e i beni durevoli, spingono l’inflazione a un livello che non si registrava da dicembre 1985 (quando fu+8,8%)”. Accelerano l’inflazione di fondo, ovvero al netto degli energetici e degli alimentari freschi (da +4,1% a +4,4% ad agosto, non era così da maggio 1996 quando fu +4,7%) e quella al netto dei soli beni energetici (da +4,7% a +4,9%, non era così da aprile 1996).

Tornando all’indice generale, l’accelerazione dell’inflazione su base annua si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei beni energetici che crescono da +42,9% di luglio a +44,9%: quelli non regolamentati hanno registrato l’aumento maggiore, passando da +39,8% a +41,6%, mentre quelli regolamentati segnano sempre una crescita ma stabile (a +47,9%). Anche i beni alimentari lavorati hanno subito un’impennato (da +9,5% a +10,5%) così come i beni durevoli (da +3,3% a +3,9%). Registrano, invece, un rallentamento i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +8,9% a +8,4%).

Accelerano i prezzi dei beni, stabile la crescita dei servizi

Su base annua, accelerano i prezzi dei beni (da +11,1% a +11,8%) mentre rimane stabile la crescita dei servizi (da +3,6% a +3,7%); si amplia il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -7,5 di luglio a -8,1 punti percentuali). Su base mensile, invece, l’aumento dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+3,0%), dei servizi relativi ai trasporti (+2,4%, anche a causa di fattori stagionali), degli alimentari lavorati (+1,2%), dei beni durevoli (+0,8%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7%, anche a causa di fattori stagionali). Inoltre, sempre secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,8% su base mensile e del 9% su base annua (da +8,4% nel mese precedente). 

Caro energia e siccità spingono i prezzi del carrello della spesa

Corrono anche i prezzi del cosiddetto carrello della spesa. Beni alimentari, per la cura della casa e della persona ad agosto crescono del 9,7% (dal precedente +9,1%), un aumento che non si osservava da giugno 1984. Rallentano invece i prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,7% a +7,8%). Secondo Coldiretti, il caro energia e la siccità con conseguente taglio dei raccolti hanno spinto i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande ad un aumento complessivo medio del +10,2% che ha costretto gli italiani a ridurre gli acquisti. I prezzi di frutta e verdura aumentano su base annua del +9,7%, anche per effetto delle speculazioni che sottopagano le produzioni agli agricoltori e fanno triplicare i prezzi dell’ortofrutta dai campi alla tavola. Il risultato è un taglio degli acquisti dell’11% in quantità rispetto allo scorso anno.

Ma l’aumento dei costi colpisce duramente anche l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne, dove si registrano impennate anche a tripla cifra per concimi (+170%), mangimi (+90%) e gasolio (+129%). 

Da record anche la corsa dei prezzi in Europa

Numeri pesantissimi anche per l’Eurozona. L’inflazione annuale dell’area euro dovrebbe attestarsi al 9,1% ad agosto, anche in questo caso un nuovo record, in aumento rispetto all’8,9% di luglio. Guardando alle principali componenti dell’inflazione, si prevede che l’energia avrà il tasso annuo più alto ad agosto (38,3%, rispetto al 39,6% di luglio), seguita da cibo, alcol e tabacco (10,6%, rispetto al 9,8% di luglio), beni industriali non energetici (5,0%, rispetto al 4,5% di luglio) e servizi (3,8%, rispetto al 3,7% di luglio).

L’impennata dei prezzi al consumo accresce la pressione sulla Banca centrale europea in vista del consiglio direttivo del prossimo 8 settembre quando verrà deciso un nuovo rialzo dei tassi. In risposta ai dati europei, Joachim Nagel, numero uno della Bundesbank tedesca, ha commentato: “Abbiamo bisogno di un aumento vigoroso dei tassi a settembre. Nei prossimi mesi ci si deve aspettare nuovi passi”.

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