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Borse inquiete ma Piazza Affari avvista quota 26 mila

Il Fondo Monetario Internazionale abbassa leggermente le stime di crescita globale mentre la fiducia delle imprese tedesche è sotto le attese – Borse a due velocità ma il Ftse Mib avvicina la soglia psicologica dei 26 mila punti base

Borse inquiete ma Piazza Affari avvista quota 26 mila

Clima incerto sui mercati finanziari, che restano avvitati nella spirale “più inflazione-meno crescita” in qualche modo ribadita oggi dal Fondo Monetario Internazionale, anche se le stime 2021 per l’Italia migliorano. I listini europei chiudono misti, in scia alle perdite delle Borse asiatiche (con Evergrande che appare sempre più vicina al fallimento) e non trovano nel pomeriggio grandi spunti nell’andamento volatile di Wall Street. Piazza Affari, mette a segno un piccolo rialzo, +0,23%, 25.990 punti base, grazie soprattutto agli acquisti su Prysmian +3,55%, Diasorin +2,72% e alcune utility. Le banche, vero barometro del listino, sono poco mosse. Nel resto d’Europa la migliore è Madrid, +0,47%, mentre sono più arretrate Francoforte -0,36%, Parigi -0,34%, Amsterdam -0,25%, Londra -0,23%.

Sul mercato dei cambi l’euro si conferma debole e tratta contro dollaro in lieve ribasso intorno a 1,153, appesantito dal pessimismo degli investitori tedeschi, che mostrano un sentimento in calo per il quinto mese consecutivo. L’indice Zew scende di 4,2 punti, in ottobre, facendo molto peggio delle attese, a causa dei colli di bottiglia nelle catene di approvvigionamento che gravano pesantemente sulla prima economia europea. “Le prospettive economiche per l’economia tedesca sono peggiorate in modo notevole”, sostiene Achim Wambach, presidente di Zew. “L’ulteriore calo dell’indicatore è dovuto principalmente ai problemi persistenti sulle catene di approvvigionamento di materie prime e prodotti intermedi”.

La ripresa perde slancio per questi motivi anche a livello globale e l’FMI, nell’introduzione al World Economic Outlook diffuso oggi, attribuisce gran parte della colpa alla variante Delta del Covid 19. Le previsioni sono solo limate, ”ma questo dato generale maschera revisioni al ribasso marcate in alcuni paesi”. Secondo l’Fmi i nuovi focolai di Covid che si sono creati in alcuni snodi critici delle catene di approvvigionamento globali hanno causato penurie superiori al previsto, spingendo ulteriormente l’inflazione in molti paesi. E gli impedimenti all’attività, nei settori in cui i contatti interpersonali sono intensi, hanno causato un ritardo rilevante del recupero del mercato del lavoro rispetto al pil. I rischi perciò sono notevoli e per la capo economista Gita Gopinath  “se il Covid-19 avesse un impatto prolungato sul medio termine, potrebbe ridurre il pil globale per un cumulato di 5.300 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni”.

Per quest’anno la revisione è leggermente al ribasso per la Cina, mentre è in rialzo per la zona euro e in particolare per l’Italia, la cui crescita stimata è del 5,8% contro 4,9% precedente. Per gli Usa invece la previsione si abbassa addirittura di un punto percentuale, al 6% dal 7% e si accompagna a stime al ribasso per l’economia a stelle e strisce già pubblicate da Goldman Sachs. Il tutto mentre si attende in settimana l’avvio della stagione delle trimestrali, che molto potrà dire sullo stato di salute delle imprese nord-americane. Si comincia domani con JPMorgan (mentre in Europa la francese Lvmh dà ora, a mercati chiusi, le prime indicazioni sul lusso con la diffusione della trimestrale).

Domani verranno anche pubblicate le minute dell’ultima riunione della Fed e uscirà l’atteso dato sull’inflazione, che potrà fornire utili indicazioni alla banca centrale Usa. In questo clima si muovono cauti i T-Bond, con il rendimento del Treasury decennale intorno a 1,6%, praticamente invariato rispetto a ieri. Nell’azionario è sotto osservazione il titolo CureVac (-9%), dopo che l’azienda tedesca ha annunciato la decisione di ritirare il suo candidato vaccino contro il coronavirus dall’attuale iter di approvazione in corso all’Agenzia europea del farmaco. Al momento non stanno riservando grandi sorprese le materie prime. Il petrolio si muove in lieve progresso, il Brent è oltre gli 83 dollari, mentre il Wti tratta in una forbice compresa tra 80 e 81 dollari.

In Piazza Affari le blue chip migliori di ogg,i dopo Prysmian e Diasorin, sono Saipem +2,41%, A2a +2,06, Finecobank +1,63%, Terna +1,4%. Nel risparmio gestito continua a brillare anche Banca Mediolanum +1,32%. Le prese di beneficio pesano su Tenaris -1,67% e perdono quota Stm -1,63% e Moncler -1,09%. Atlantia è in calo dello 0,81% nonostante la commessa in Cile da 300 milioni per Abertis. Il mercato si sta focalizzando sulla controllata spagnola per la quale il Sole 24 Ore ipotizza un riassetto della governance e il possibile ingresso di nuovi soci. Le variazioni dei titoli delle banche vanno da Bper -0,39% a Mediobanca +0,97%, in recupero dopo lo scivolone di ieri.

Nell’obbligazionario scende lo spread tra decennale italiano e tedesco, soprattutto a causa del rialzo del rendimento di quest’ultimo. Il differenziale chiude a 105 punti base (-2,68%). Il tasso del Btp rimane a +0,91%, mentre quello del Bund sale a -0,14%. A livello europeo si registra il grande successo del maxi Green bond, della Ue, titolo a 15 anni per 12 miliardi di euro, volto a finanziare gli interventi del Next Genteration Eu. La domanda degli investitori istituzionali ha superato in un baleno i 135 miliardi, un vero record.

Dal fronte delle banche centrali è interessante quanto ha detto in una conferenza online Francois Villeroy de Galhau, numero uno della Banca di Francia e membro del consiglio direttivo Bce. I governatori – sostiene – stanno discutendo dell’ipotesi di trasmettere al Pspp (programma di acquisti ordinario) parte della flessibilità insita nel Pepp (programma pandemico che dovrebbe esaurirsi a marzo 2022), ma anche della possibilità di lanciare un nuovo programma di acquisti tout court. Il Pepp gode di maggiore flessibilità per quanto riguarda le classi di attività acquistabili e le capital keys. Inoltre il Pepp non è impostato su importi mensili fissi ma gli acquisti vengono regolati in base ai cambiamenti nelle condizioni finanziarie laddove si verificano.

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