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Borse in slalom tra Draghi e Trump, Brasile e Dieselgate

I mercati finanziari devono destreggiarsi tra segnali di opposta tendenza: dall’ottimismo del presidente della Bce al possibile impeachment di Trump, senza dimenticare la nuova crisi politica del Brasile e l’ombra del Dieselgate su Fca – L’high tech guida la ripresa a Wall Street e il Btp Italia raccoglie 8,6 miliardi di euro

Borse in slalom tra Draghi e Trump, Brasile e Dieselgate

Trumpeachment. Abituiamoci all’ultimo neologismo coniato in una stagione bizzarra, zeppa di sorprese e di colpi di scena difficili da prevedere. L’unica cosa certa è che non corrono tempi facili per i presidenti: dopo Trump, a finire nel mirino per tangenti è stato Michel Temer, il conservatore che pochi mesi fa ha preso il posto di Dijlma Rousseff. E così l’Orso ha fatto rotta su San Paulo.

A Wall Street, intanto, si è messa in moto una timida reazione: lo scontro tra il Presidente e Democratici promette di esser lungo e logorante, senza colpi decisivi da ko. Una volta ridimensionate le attese di nuovi balzi in avanti, gli operatori procedono al piccolo trotto, rassicurati dalle parole del segretario al Tesoro Usa Stephen Mnuchin: “Un target di crescita del 3% è raggiungibile”. Del resto il mercato Usa, ancor prima degli ultimi colpi di scena, mostrava segnali di affaticamento: una modesta discesa, in queste condizioni, ci sta.

Diverso il discorso per l’Europa. “La crisi è superata”, ha detto ieri il presidente della Bce, Mario Draghi, ricevendo la laurea ad honorem dell’Università di Tel Aviv. La domanda interna “sostenuta dalla politica monetaria della Bce – ha continuato – è il principale motore della ripresa. Cinque milioni di persone hanno trovato lavoro dal 2013 e la disoccupazione, anche se ancora elevato, è a un nuovo minimo da otto anni”. Ma per proseguire, nota Alessandro Fugnoli, “la ripresa europea ha bisogno di un’America quantomeno stabile, pur avendo buone ragioni sue per il rialzo”.

POCO MOSSA L’ASIA, SETTIMANA IN ROSSO PER TOKYO

Poco mosse stamane le borse asiatiche. L’indice Nikkei di Tokyo si avvia a chiudere sulla parità, la settimana termina con un calo dell’1,5%. Hong Kong sale dello 0,3%, Shanghai -0,1%. Su dello 0,8% la Borsa dell’India, l’indice BSE Sensex, su questi livelli, chiuderebbe la settimana con un rialzo dell’1,7%, ma per effetto della svalutazione della rupia, in bilancio settimanale in euro è negativo, -0,7%

IL TECH GUIDA LA RIPRESA. CONTI RECORD PER WAL-MART

La decisione del Dipartimento di Giustizia Usa di affidare a Robert Mueller, ex capo dell’Fbi, il compito di indagare con pieni poteri sul Russiagate ha scatenato l’ira del presidente, che ha parlato di “caccia alle streghe senza precedenti”, ma ha tranquillizzato le Borse Usa, che hanno in parte sterilizzato l’effetto della crisi.

Gli indici di Wall Street hanno recuperato qualche posizione dopo la caduta di mercoledì, peggior seduta degli ultimi otto mesi. Il Dow Jones ha chiuso con un guadagno dello 0,27%, S&P +0,37%.

Il recupero dei titoli tech ha contribuito al rimbalzo del Nasdaq (+0,73%): Apple +1,5%, Amazon +1,5%, Facebook +1,9%, nonostante la multa da 110 milioni di euro comminata dalla Commissione Ue.

Il dollaro ha riguadagnato terreno nei confronti dell’euro a 1,110, da 1,115 di ieri sera.

La Federal Reserve sembra intenzionata a tirare dritto sulla via del rialzo dei tassi di interesse: il membro della Fed Loretta Mester, evitando riferimenti allo scontro tra poteri istituzionali in corso, ha ieri sottolineato le condizioni economiche “molto buone” e la necessità di prendere le misure per contrastare la ripartenza dell’inflazione.

Spicca nel listino la buona performance di Wal-Mart (+3,2%) dopo conti migliori delle previsioni. La maglia nera tocca a Cisco (-7,2%): deludono le previsioni sulle vendite dei prossimi trimestri.

PETROLIO STABILE. DECOLLA L’ASSE ENI-ROSNEFT

Stabile il petrolio alla vigilia della visita in Arabia Saudita del presidente Trump. I riflettori sono concentrati sul prossimo vertice Opec del 25 maggio, in cui si decideranno i tagli alla produzione. Il greggio Wti è avanzato di 28 cent e 49,35 dollari al barile, il Brent scambiato a 52,6 dollari al barile (+0,7%). 

A Piazza Affari sale Eni +0,2%. Igor Sechin, ad di Rosneft, prevede di iniziare quest’anno le perforazioni in Mar Nero con la compagnia italiana. Chiusura negativa per Saipem (-1,5%) e Tenaris (+0,8%).

TREMA LA BORSA CARIOCA -8,8%. TEMER: “NON ME NE VADO”

Per i mercati finanziari il dramma del giorno è stato il crollo della Borsa brasiliana. Alcuni imprenditori hanno consegnato ai magistrati delle registrazioni compromettenti sul presidente Michel Temer, che avrebbe autorizzato il pagamento di mazzette all’ex presidente dei deputati, Eduardo Cunha, per comprarne il silenzio sulle tangenti di Petrobras, il colosso energetico brasiliano. Temer ha già annunciato che non intende dimettersi.

Lo scandalo ha trovato il mercato del tutto impreparato. Le riforme intraprese dal Presidente avevano attratto grossi flussi e, a ieri, il Bovespa era risalito del 12% da inizio anno (una delle borse migliori), il Real era su del 6% e il credit default swap era calato di 80 punti base. I numeri di fine seduta europea danno la dimensione dello shock : Bovespa -9,5%, Real -6,5%, e il Cds (il prezzo di copertura del rischio default) è schizzato a 270, +65 punti. Sul listino crollano Banco Bradesco et Banco Itau, in calo di oltre il 15 %. 

La crisi della Borsa brasiliana si è fatta sentire su Telecom Italia (-2,6%). Tim Brasil vale circa un quarto della capitalizzazione di Borsa del gruppo guidato da Flavio Cattaneo. Tra i titoli più legati al mercato brasiliano è in calo Prysmian (-1%).

L’INDAGINE UE METTE SOTTO PRESSIONE FCA

Anche la turbolenza sul mercato carioca ha contribuito a complicare la seduta di Fiat Chrysler (-3,1%), leader sul mercato brasiliano, già alle prese con la decisione della Commissione Ue di avviare una procedura contro l’Italia, accusata di non avere controllato a dovere la regolarità delle emissioni dei motori diesel del gruppo.

Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha dichiarato: “È molto importante che su questo la Commissione Europea a un certo punto dica una parola chiara, perché questa cosa ha un riflesso anche sulla quotazione del gruppo”.

Inoltre, sembra fallito il tentativo di Fca di trovare un accordo con l’agenzia americana dell’ambiente, Epa, per evitare una sanzione contro la Casa automobilistica. 

PIAZZA AFFARI RECUPERA PER PRIMA

I venti gelidi del Russiagate hanno indebolito le Piazze europee, che hanno registrato tutte un segno negativo. Ma il recupero di Wall Street lascia prevedere un avvio positivo dei mercati europei, Piazza Affari compresa.

Milano è già tornata ieri in terreno positivo. L’indice Ftse Mib ha chiuso sostanzialmente in parità (+0,07%), a quota 21.299, dopo esser scivolato in mattinata sotto quota 20.700.

Tentativo di recupero fallito invece per le altre piazze continentali: Londra, -0,89%; Madrid -0,94%; Parigi -0,53%; Francoforte -0,33%.

BTP ITALIA CHIUDE CON 8,6 MILIARDI, SPREAD A 180 BP

Chiude in rialzo il mercato del debito della zona euro a fronte della debolezza dei listini azionari. Lo spread sui tassi del decennale di riferimento italiano (2,155%) su quello tedesco ha chiuso in area 180 punti base, dopo essersi spinto fino a 183 punti base.

Il rendimento del Bund a dieci anni è sceso fino al minimo delle due settimane a 0,315%. In ribasso anche il tasso del dieci anni spagnolo (al minimo da quattro mesi a 1,517), di quello francese (sceso fino a 0,705%), e di quello irlandese (a 0,798%).

Il rialzo del Btp è stato limitato dall’assegnazione del nuovo Btp Italia, il maggio 2023, collocato dal Tesoro agli investitori istituzionali per la cifra di 5,4 miliardi di euro, che si va a sommare ai circa 3,19 dell’offerta al pubblico retail, per un importo complessivo 1dell’emissione di circa 8,59 miliardi.

L’offerta agli istituzionali ha registrato ordini per circa 7,04 miliardi; il Tesoro ha dunque applicato un riparto sulle richieste pervenute di circa il 76,7%.

COLPO DI RENI PER GENERALI IN VISTA DELLA CEDOLA

Al recupero della Borsa italiana ha contributo il colpo di reni finale di Generali, che ha recuperato oltre un punto di perdita iniziale e termina la seduta con un guadagno dell’1%. Mediobanca ha tagliato il giudizio a Neutral, dal precedente Buy, il target price è 16 euro. Il titolo guadagna il 5% da inizio anno. Il prossimo 22 maggio stacca un dividendo pari a 0,80 euro per azione (yield 5,4%).

Su Unipol (-0,4%) Mediobanca Securities ha abbassato la raccomandazione a neutral da outperform con prezzo obiettivo che resta fissato a 4,3 euro. 

VOLA BANCO BPM. ESCE LA NUOVA MAPPA DEI SOCI UNICREDIT

Positivo il comparto bancario: +0,4% l’indice di settore. Nuove difficoltà nelle trattative con la Commissione Europee sul salvataggio delle banche venete. Bruxelles ha chiesto un miliardo in più per concedere il via libera all’intervento dello Stato. Il problema è che dovrà trattarsi di contributi a carico dei privati, e non pubblici. Solo dopo l’arrivo di capitali freschi non pubblici, potrà partire la ricapitalizzazione precauzionale disciplinata dalla legge Salva risparmio con il suo budget da 20 miliardi.

Ancora in rally Banco Bpm (+2,5%). In evidenza anche Fineco Bank (+2%). In forte calo Bper (-2,3%). Intesa ha terminato la seduta in calo dello 0,4%. Barclays ha promosso Unicredit (+0,5%) alzando il target price a 17 euro, da 16 euro, e confermando la raccomandazione Equal Weight. 

Si delinea intanto il quadro rinnovato dei principali azionisti, dopo la conclusione dell’aumento di capitale da 13 miliardi di euro. In base alle comunicazioni rese note successivamente all’assemblea del 20 aprile scorso, il primo azionista di Unicredit è Capital Research and Management con il 5,07% seguito da Aabar, fondo sovrano di Abu Dhabi, con il 5,03%. Al 2 marzo BlackRock risultava accreditato di un 4,8%.

Central Bank of Libya ha diluito la sua quota allo 0,82%. Leonardo Del Vecchio e Allianz hanno mantenuto sostanzialmente stabili invariate le quote rispettivamente all’1,93% e all’1,01%. Le due principali fondazioni azioniste, Cariverona e Crt risultano diluite rispettivamente all’1,8% e all’1,74%. Il 20 aprile il mondo delle fondazioni era presente in assemblea con una quota intorno al 4,7%.

FINALE IN CRESCENDO PER FINCANTIERI E YOOX

Enel ha azzerato le perdite chiudendo in progresso dello 0,2%, Atlantia -0,3%. Nel lusso avanzano Yoox (+1,6%), Moncler (+0,8%) e Luxottica (+1%). Rimbalza Fincantieri (+5,83%).

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