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Borse, finalmente rimbalzo: brillano Tim, Banco Bpm, Terna ed Eni

Dopo i tracolli dei giorni scorsi e l’avvicinarsi della recessione globale, Piazza Affari tira finalmente il respiro con un rimbalzo, sostenuto anche da Wall Street, superiore al 2% e guidato da Tim, da Terna, da Banco Bpm e dai petroliferi – Ancora in forte rosso il titolo Fca dopo la chiusura degli stabilimenti per il Coronavirus

Borse, finalmente rimbalzo: brillano Tim, Banco Bpm, Terna ed Eni

Flessibili come canne al vento, i mercati mondiali si piegano da una parte e dall’altra, sferzati dalla tempesta “coronavirus” e dalle misure prese dai paesi e dalle banche centrali per arginare l’epidemia e la recessione.

I listini europei centrano un rimbalzano, al termine di una seduta sull’ottovolante, grazie al fatto che Wall Street sembra aver trovato la via del rialzo con il nuovo intervento della Fed e l’attesa sulla Casa Bianca. Va a picco l’euro, che perde quasi il 2% contro il dollaro e scambia a 1,097.

Piazza Affari risale del 2,23% a 15.314 punti base, trascinata da Telecom (+11,27%), che ieri ha toccato il minimo storico. In evidenza banche, petroliferi, utility. Terna guadagna il 7,81%. Resta a terra Fca -4,24%. La Consob oggi ha vietato vendite allo scoperto su un paniere di 20 titoli.

Nel resto d’Europa: Francoforte +2,19%; Parigi +2,84%: Madrid +6,46%; Londra +2,81%. Wall Street cambia più volte passo, ma al momento sembra avviata a un ottimo recupero dopo aver vissuto ieri la peggior seduta da oltre 30 anni. La svolta è avvenuta dopo la notizia che la Fed riapre la commercial paper funding facility, usata già in passato per rispondere alle difficoltà delle società nel raccogliere fondi sul mercato dei commercial paper. Il Tesoro americano fornirà alla banca centrale 10 miliardi di dollari come garanzia. La nuova facility resterà aperta fino al marzo 2021 e consente alla Fed di intervenire sul mercato dei prestiti a breve delle imprese. Intanto le banche europee hanno attinto 109 miliardi di euro nella prima asta Ltro,

I mercati guardano poi con interesse alle misure decise in arrivo dai governi. Dopo la cura da 25 miliardi licenziata dall’Italia, oggi il ministro francese all’economia Bruno Le Maire ha annunciato un intervento da 45 miliardi di euro per fronteggiare l’emergenza. C’è grande attesa inoltre per quello che potranno fare gli Stati Uniti e secondo quanto scrivono alcuni quotidiani la Casa Bianca potrebbe chiedere al Congresso di stanziare un pacchetto di aiuti da 850 miliardi di dollari.

Un movimento ciclopico che cerca di fronteggiare una recessione globale ormai arrivata secondo S&P, che stima una crescita 2020 in una forbice compresa tra l’1% e l’1,5%, non escludendo scenari peggiori dato che i rischi “rimangono saldamente al ribasso”. Secondo le linee guida del Fondo Monetario Internazionale, l’economia globale entra in recessione quando cresce meno del 3% in quanto sotto questo livello non è in grado di tenere il passo con l’espansione demografica.

Goldman Sachs non ha dubbi che la recessione sia una realtà per la zona euro, le cui condizioni finanziarie sono decisamente peggiorate andando a impattare la fiducia dei consumatori e la loro propensione a spendere.

In Germania crolla a marzo l’indice Zew che misura la fiducia delle imprese tedesche: da 8,7 punti di febbraio a -49,5 punti. L’indice è peggiore delle attese che indicavano un risultato, seppur largamente negativo, un po’ più contenuto: -30 punti. Questo clima pesa sulla moneta unica, che perde contro tutte le principali valute, mentre i paesi dell’area hanno deciso di blindare i confini esterni come misura di contrasto all’epidemia, per 30 giorni nessuno potrà uscire né entrare.

In questa situazione sale lo spread fra decennale italiano e tedesco, portandosi a 278,96 punti base (+5,33%), al termine di una seconda giornata di acquisti particolarmente ‘pesanti’ da parte della Bce sui Btp per tenere a bada lo spread. Fonti di mercato riferiscono all’Ansa che “già da poco dopo le otto di mattina continuano a fare acquisti a botte di 50 milioni di euro”.  

Fra le materie prime l’oro riprende la cavalcata e sale del 3% muovendosi oltre 1530 dollari l’oncia. S’indebolisce invece il petrolio, con il Brent che scambia poco sotto i 30 dollari al barile. 

Banche in evidenza a Piazza Affari con Banco Bpm +6,89%: e Ubi +4,81%. Negativa Mediobanca -2,49%. Fra i petroliferi: Eni +5,76%; Saipem +4,31%.  Acquisti su Snam +5,64%; Pirelli +5,17%;  Juventus +5,03%; Enel +4,27%.

Le vendite penalizzano Azimut -5,02%; Unipol -4,42%: Generali -3,94%; Nexi -2,92%.

Fuori dal listini principale Molmed, +80,89%, con l’opa del gruppo giapponese AGC e l’accordo con Fininvest, primo azionista della società di biotecnologie, che aderirà all’offerta con la totalità delle azioni in suo possesso pari al 23,12%. L’offerta e’ finalizzata al delisting e riconosce agli aderenti 0,518 euro per azione, pari a un premio del 110,3% sulla chiusura di ieri delle azioni Molmed.

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