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BORSE EUROPEE OGGI – Chiusure in rosso, Milano affonda tra inflazione tedesca, recessione Usa e gas russo

Le Borse europee chiudono in rosso e Piazza Affari è la peggiore. Salgono i rendimenti dei titoli di Stato, spread sotto controllo. Anche Porsche ritraccia nel primo giorno di quotazione

BORSE EUROPEE OGGI – Chiusure in rosso, Milano affonda tra inflazione tedesca, recessione Usa e gas russo

Le Borse europee oggi chiudono tutte in rosso. L’inflazione tedesca vola ai massimi da 70 anni (+10% la stima per settembre), la premier inglese conferma il maxi taglio delle tasse, mentre dagli Usa arriva la conferma di recessione tecnica nel secondo trimestre: bastano queste notizie a spiegare il tonfo odierno dei listini europei e l’andamento in profondo rosso di Wall Street (Nasdaq -2,85%) dopo la tregua di ieri. A contorno si possono citare il rimpallo di accuse tra Usa e Russia sul sabotaggio del Nord Stream 1 e 2 (scoperta una quarta falla) e il fatto che domani Vladimir Putin avvierà l’annessione dei territori che hanno partecipato al referendum, i cui risultati sono disconosciuti dall’Occidente.

Nonostante tutto scende il prezzo del gas ad Amsterdam, poiché la Germania ha varato un maxi piano da 200 miliardi di euro per fronteggiare il caro bollette. In corrispondenza dell’annuncio i prezzi sono scesi del 10% a 186,5 euro al megawattora.

In Italia risuona l’allarme dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) secondo cui sono in arrivo “prezzi mai visti prima” per la bolletta elettrica dei cittadini. 

Piazza Affari è la peggiore in Europa

In questo contesto Piazza Affari è la peggiore, arretra del 2,4% (allontanandosi un po’ dai minimi di seduta) e chiude a 20.352 punti base, con quasi tutte le blue chip in rosso. Tra queste Stellantis (-4,77%) e Ferrari (-2,64%) nel giorno del debutto alla Borsa di Francoforte di Porsche, che è partita bene a 84 euro per poi scendere. Si tratta della più grande Ipo europea degli ultimi dieci anni, con le azioni vendute da Volkswagen a 82,50 euro ciascuna, valutando la società 75 miliardi di euro.

Nel resto dell’azionario continentale: Madrid -1,89%; Francoforte -1,7%; Parigi -1,53%; Amsterdam -1,18%; Londra -1,77%.

Spread in rialzo, tassi nelle aste al top dal 2013

Lo spread sale leggermente, anche perché i rendimenti dei titoli di Stato crescono in tutta Europa. Il differenziale tra decennale italiano e tedesco si ferma a 244 punti base (+1,04%) con tassi rispettivamente a +4,65% e +2,2%. Nelle aste del Tesoro i tassi hanno toccato intanto il massimo dal 2013. Per il BTp a 5 anni il rendimento è salito di 102 centesimi, al 4,12%, massimo da agosto 2012. Il BTp 10 anni ha visto un aumento di 94 centesimi sull’asta del mese scorso, al 4,70%, top da febbraio 2013. Il CcTeu ad aprile 2029 ha spuntato un rendimento lordo dello 0,85%, (+27 centesimi sull’asta precedente).

Euro in lieve rialzo e petrolio in calo

L’euro è in lieve progresso contro il dollaro con il cross attorno a 0,978 centesimi. Sale la sterlina contro la moneta unica e il biglietto verde dopo la decisione della BoE, che ieri ha ridato fiato ai mercati, varando un piano lampo di acquisti di bond da 65 miliardi. Gli analisti prevedono però che la divisa britannica resterà volatile.

Regge al clima perturbato il petrolio, con il Brent sui livelli della vigilia a a 89,24 dollari al barile.

Lo spettro della stagflazione si affaccia nei dati macro

L’ampia pagina dei dati macroeconomici riporta in primo piano lo spettro della stagflazione, quel mix di bassa crescita e alta inflazione che spaventa i mercati.

Il dato preliminare dell’inflazione tedesca di settembre mostra un balzo dell’1,9% congiunturale e del 10% su anno, a causa dei prezzi dell’energia.

Questo mese la fiducia dei consumatori europei sul futuro dell’economia ha registrato inoltre una nuova flessione di 3,5 punti “toccando il livello più basso di sempre” secondo la Commissione Ue.

Dagli Usa è giunta invece la lettura finale del Prodotto interno lordo statunitense nel secondo trimestre che ha confermato la contrazione vissuta della prima metà dell’anno. Dopo il -1,6% del primo trimestre, il Pil è sceso dello 0,6% nel secondo trimestre: gli Stati Uniti sono già in quella che è definita una recessione ‘tecnica’, in un periodo segnato dall’alta inflazione e da forti rialzi dei tassi d’interesse decisi dalla Fed per contrastarla. Il mercato del lavoro si conferma invece forte, con le nuove richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione tornate sotto le 200.000 unita’, ai minimi da aprile.

Piazza Affari in ribasso con Stm e industria; rimbalzino di Leonardo

Le buone notizie sul Ftse Mib si limitano due titoli: Leonardo, che recupera lo 0,96% dopo lo scivolone del 6% di ieri ed Eni, +0,15%

Il resto è in rosso e sul traguardo, a giocarsi la maglia nera, sono state molte blue chip. Alla fine, la peggiore è Stm, -5,4% in scia al ribasso dei tecnologici Usa.

L’industria va male con Prysmian -4,65%, Stellantis, Pirelli -4,44%, Iveco -3,61%.

Telecom perde il 3,74%, nel giorno del cda, che secondo indiscrezioni stampa potrebbe valutare la cessione di EnterpriseCo.

Sono negative le banche. Le big Intesa -2,57%, e Unicredit -2,71%, ma anche Mps, -13,54% che prosegue la sua inesorabile discesa prima dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi.

Fuori dal paniere principale, nel giovedì nero, si mette in luce Net Insurance, +16,3 (9,42 euro per azione) che si avvicina al prezzo dell’Opa volontaria lanciata da Poste Vita per cassa sulle azioni ordinarie ad un prezzo per azione di 9,50 euro, con l’obiettivo del delisting della società. Poste Italiane cede il 2,07%.

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