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Borse europee, niente recupero: la guerra del gas, l’inflazione e la recessione fanno paura

Sale l’attesa per la riunione Bce di giovedì – Il petrolio rallenta dopo l’accelerazione di ieri – L’euro recupera leggermente dopo aver toccato i minimi dal 2002

Borse europee, niente recupero: la guerra del gas, l’inflazione e la recessione fanno paura

Dopo i pesanti ribassi di lunedì, martedì mattina fallisce il tentativo di recupero delle Borse europee. A metà giornata Milano è piatta come Madrid. Vanno meglio gli altri listini, che restano comunque prudenti: Parigi +0,5%, Francoforte +0,8%. Per ritrovare un po’ di coraggio le Borse europee attendono i dati sull’occupazione Usa

Tre motivi di apprensione per le Borse europee

Continua a pesare sulle Borse l’apprensione per la crisi energetica, dopo che la Russia ha fatto sapere che le forniture tramite il Nord Stream 1 non ripartiranno completamente finché resteranno in vigore le sanzioni imposte dall’Ue contro Mosca. Altri motivi di allarme sono l’inflazione (ieri i contratti del gas naturale hanno guadagnato oltre il 10%, dopo un picco a +25%, mentre oggi in avvio calano del 3,8% a 236,5 euro al megawattora) e il rischio recessione, con le banche centrali, a partire dalla Federal Reserve, che confermano una strategia aggressiva per contenere gli aumenti dei prezzi.

Sale l’attesa per la riunione Bce di giovedì

Sale quindi l’attesa per la riunione del Consiglio direttivo della Bce in agenda per giovedì: il mercato prevede un nuovo aumento dei tassi pari a 75 punti base, ma gli operatori cercheranno soprattutto di desumere dalle parole di Christine Lagarde il grado di preoccupazione dell’Eurotower per l’inflazione.

I mercati asiatici

La Borsa di Tokyo ha chiuso piatta: indice Topix -0,11%, a 1.926,58 punti. Alla borsa di Hong Kong, l’indice Hang Seng è sceso dello 0,19% verso la chiusura. Gli investitori hanno evitato di acquistare o vendere attivamente in attesa delle dichiarazioni del presidente della Fed Jerome Powell in un simposio previsto domani e della riunione di politica monetaria della Bce di giovedì.

I titoli migliori e peggiori a Piazza Affari

Per quanto riguarda i singoli titoli, i migliori a Piazza Affari sono quelli di Diasorin (+1,62%), Saipem (+1,55%), Inwit (+1,44%) e Campari (+1,42%). Tra i peggiori, invece, figurano Eni (-3,68%), Hera (-2,79%), Tenaris (-2,62%) e Mediobanca (-1,78%). Eni e Tenaris sono state ieri le migliori grazie al rally del petrolio, mentre oggi vengono colpite dalle prese di beneficio, complice anche il rallentamento del greggio.

Enel (-0,47%) ha avviato il collocamento di un prestito obbligazionario sustainability-linked con scadenza marzo 2029. L’emissione in euro sarà di taglio benchmark, almeno 500 milioni, e ha un rating atteso Baa1 da Moody’s, BBB+ da S&P e BBB+ da Fitch. Le indicazioni iniziali di prezzo sono per uno spread nell’area di 175 punti base sopra il tasso midswap.

Petrolio

Dopo l’accelerazione di ieri in scia al taglio della produzione da parte dell’Opec+, i future ottobre del Wti scendono dello 0,1% a 89,2 dollari al barile, quelli del Brent novembre dello 0,23% a 95,53 dollari.

Euro: i cambi

Sul fronte dei cambi, l’euro, che ieri era sceso ai minimi dal 2002 sul biglietto verde a meno di 99 centesimi, recupera leggermente, ma resta sotto la parità, a 0,9958 dollari (da 0,9993 ieri in chiusura). L’euro/yen è a 140,538 (da 140,36) e il dollaro/yen a 141,142.

Spread, vicino la soglia del 4%

Infine, lo spread è poco mosso a 236 punti, contro i 237 della chiusura di ieri, con il rendimento decennale sempre vicino alla soglia del 4%.

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