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BORSE DI OGGI, 10 novembre: Inflazione Usa più bassa del previsto e i mercati prendono il volo, Nasdaq in rialzo di oltre il 6%

Borse a razzo dopo gli ultimi dati sull’inflazione americana che, essendo più bassa del previsto, lascia presupporre una politica monetria della Fed meno aggressiva – Nasdaq superstar ma corre anche Piazza Affari: exploit di Nexi

BORSE DI OGGI, 10 novembre: Inflazione Usa più bassa del previsto e i mercati prendono il volo, Nasdaq in rialzo di oltre il 6%

L’inflazione rallenta oltre le previsioni negli Usa e i mercati stappano lo champagne. I listini europei chiudono in netto rialzo e Wall Street corre come da tempo ne le accadeva. Milano si apprezza del 2,58% dietro a Francoforte +3,55% e Amsterdam +3,45%. Sono poco più arretrate Parigi +1,96%, Madrid +1,21% e Londra +1,19%.

Nasdaq in rialzo di oltre il 6%

Se i prezzi frenano, pensano gli investitori, anche la Fed potrà tenere un ritmo più calmo nel rialzo dei tassi nei prossimi meeting. In questa prospettiva il Toro è scatenato al Nasdaq (+6,3%), con i titoli tech particolarmente sensibili ai rendimenti dei titoli di Stato.

Gli altri mercati

Oggi i T-Bond vanno a ruba e anche i bond della zona euro fanno il pieno di acquisti. Il tasso del decennale a stelle strisce è indicato al 3,8% con un calo del 7% rispetto alla chiusura di ieri. Quello del Btp è al 4%.

Sul mercato valutario si sgonfia il dollaro e l’euro cambia in deciso progresso oltre 1,016, mentre s’impenna la sterlina.

Persino il petrolio, anche se intimorito dalle prospettive della domanda cinese, riesce a cambiare segno e sale dello 0,3% a 92,96 dollari al barile. L’oro spot splende con un balzo del 2,6% a 1751,5 dollari l’oncia.

Tentano il rimbalzo le criptovalute e i titoli del settore dopo l’emorragia delle vigilia dovuta alla rinuncia di Bilance all’acquisto della piattaforma FTX, in crisi di liquidità.

Piazza Affari ben oltre i 24mila punti 

Piazza Affari partecipa all’euforia generale e torna oltre i 24mila punti base, per l’esattezza 24.439. A galvanizzare gli investitori hanno contribuito alcune trimestrali soddisfacenti come quelle di Nexi +9,56%, Azimut +7,71%, Telecom +5,19%, Prysmian +5,21%, Interpump +4,92%, Poste +4,32%, Generali +2,05%. 

Tra le blue chip in grande rialzo anche Stm +7,87%, Amplifon +5,99%, Moncler +6,1%. Soffrono alcuni titoli oil, con l’incertezza del greggio: Tenaris -4,13% e Saipem -3,41%. Tra i pochi titoli negativi anche Leonardo -1,45%, Banco Bpm -1,8%, Cnh -0,14%.

Fuori dal paniere principale Gvs archivia una seduta da dimenticare con un crollo del 38,67%. L’azienda bolognese è tra i maggiori produttori mondiali di soluzioni avanzate di filtrazione per il settore medicale, di laboratorio e automobilistico ed ha avuto un’esplosione durante la fase più calda della pandemia. Evidentemente l’ultima trimestrale ha deluso il mercato, con un utile netto normalizzato di 58,9 milioni di euro (contro i 59,5 milioni del 2021).

Il tasso del Btp decennale arretra al 4%, crolla lo spread

Il secondario è verde brillante con un netto calo dei rendimenti di Btp e Bund. Lo spread tra i due titoli decennali benchmark crolla e chiude a 183 punti base (-9,49%) e i tassi scendono vertiginosamente: +4% il Btp dal 4,27% di ieri; +2,17% il Bund dal 2,27% della vigilia.

In mattinata però il rendimento dei Bot annuali collocati dal Tesoro ha toccato un nuovo record da dieci anni. Il Mef ha piazzato 5,5 miliardi di Bot scadenza 14 novembre 2023 con un rendimento medio ponderato del 2,690%, in crescita di 16 punti base rispetto all’asta del mese scorso, segnando il nuovo record da luglio 2012. L’importo richiesto è stato pari a 8,262 miliardi per un rapporto di copertura di 1,50.

Inflazione Usa oltre il picco?

Rallenta dunque la corsa dei prezzi al consumo negli Usa e, secondo alcuni osservatori, l’inflazione “core” potrebbe aver raggiunto il picco, autorizzando la speranza di una Federal Reserve più colomba in futuro.

L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,4% a ottobre, come a settembre, secondo i dati del Dipartimento del Lavoro. Su base annua l’incremento è stato del +7,7% (atteso +7,9%) dopo un rialzo dell’8,2% a settembre ed è la prima volta da febbraio che l’aumento annuale dei prezzi al consumo è inferiore all’8%.

L’inflazione ‘core’, quella al netto di alimentari ed energia, è aumentata dello 0,3% mensile (praticamente dimezzato rispetto al +0,5% di settembre) e del 6,3% su base annua, dopo un aumento del 6,6% a settembre.

La settimana scorsa la Federal Reserve ha aumentato i tassi nella misura di 75 punti base, ma ha segnalato che il punto di svolta nella lotta all’inflazione potrebbe essere vicino e il dato dell’inflazione di oggi fa ben sperare. Le scommesse dei trader su un rialzo dei tassi di 50 punti base a dicembre sono salite sopra il 70% dal 45% registrato prima della pubblicazione dei dati.

Per il presidente Usa Joe Biden ci vorrà ancora tempo, ma il rapporto odierno dimostra che “stiamo facendo progressi nella riduzione senza rinunciare a tutti i progressi fatti sulla crescita economica e sulla creazione di posti di lavoro. Il mio piano economico sta portando risultati e gli americani possono vedere che stiamo affrontando le sfide economiche globali da una posizione di forza”.

In Europa Isabel Schnabel, consigliere della Bce nella mattina europea ha detto invece che la Banca centrale del blocco dovrà probabilmente fare arrivare i tassi di interesse in territorio restrittivo per frenare l’inflazione elevata che rischia sempre più di consolidarsi nella zona euro. “Non c’è tempo per una pausa della politica monetaria – ha affermato – dovremo alzare ulteriormente i tassi, probabilmente in territorio restrittivo”. Il tasso di deposito della Bce è attualmente all’1,5% e gli economisti stimano che il livello neutrale sia compreso tra l’1,5% e il 2%. La Bce quindi, osserva Reuters, sarebbe già vicina al territorio “restrittivo”.

Infine il Consiglio direttivo della Bce ha aumentato da 150 a 250 miliardi il limite di obbligazioni che può prestare in cambio di contanti. Sempre Schnabel ha spiegato che “si tratta di una misura precauzionale volta ad attenuare la scarsità di garanzie e a sostenere il funzionamento del mercato in prossimità della fine dell’anno”.

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