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Borse deboli, petroliferi giù ma i farmaceutici brillano

Tutti in rosso i listini azionari, su cui pesa una persistente incertezza di fondo legata al Coronavirus – Piazza Affari limita i danni grazie al balzo dei principali titoli farmaceutici

Borse deboli, petroliferi giù ma i farmaceutici brillano

Mentre l’Europa affronta la fase 2, si riaccendono piccoli focolai di contagi in Corea del Sud, Cina, Germania e le Borse stanno a guardare con una certa preoccupazione. I listini europei chiudono prevalentemente in calo: Francoforte -0,74%; Parigi -1,31%; Madrid -1,58%. Positiva, ma poco mossa Londra +0,1%.

Piazza Affari limita le perdite allo 0,33%, 17.381 punti base, dopo essere partita di slancio, questa mattina, per lo scampato pericolo di una retrocessione da parte delle agenzie di rating.  Venerdì scorso infatti Moody’s ha rinviato il verdetto, per l’aggiornamento del proprio calendario, mentre Dbrs ha lasciato invariato il giudizio e ha tagliato solo l’outlook a negativo. Ciò non toglie che l’obbligazionario oggi si tinga di rosso: lo spread fra decennale italiano e tedesco sale a 239 punti base +3,45% e il rendimento si aggiorna a 1,87%. Pesa il dato Istat sulla produzione industriale di marzo: -28,4% rispetto a febbraio e -29,3% rispetto a marzo 2019. Si attende ora il nuovo decreto “Rilancio Italia”, anche se i tempi per l’approvazione sembrano leggermente più lunghi del previsto. L’Ansa scrive che la riunione del preconsiglio, preparatoria del Consiglio dei ministri sul decreto, è slittata al tardo pomeriggio e “dai tempi del pre-Cdm dipende anche la convocazione del Consiglio dei ministri: l’obiettivo, dopo il vertice della scorsa notte, era convocare la riunione per questa sera ma a questo punto la convocazione potrebbe slittare”.

Oltreoceano intanto Wall Street procede contrastata dopo un avvio debole, per il riaffiorare di tensioni fra Washington e Pechino. Quest’ultima ha pubblicato una lista di “24 bugie” diffuse da politici e media americani su come la Cina avrebbe gestito la pandemia da coronavirus. Dagli Stati Uniti è arrivata invece l’accusa che la Cina, attraverso i suoi hacker e la sua rete di spionaggio, vorrebbe rubare ai ricercatori americani le scoperte su vaccino e trattamenti per il Covid 19. Lo scrive il New York Times affermando che Fbi e Dipartimento Usa alla sicurezza nazionale si apprestano a emanare un ‘public warning’ per mettere tutti in guardia dall’offensiva del Celeste Impero.

Il Nasdaq ha però cambiato segno e resiste momentaneamente alle vendite con i Faang e ci colossi tecnologici in progresso, mentre sul Dow Jones pesano i titoli delle compagnie aeree dopo che nell’ultima seduta, alla chiusura del mercato, United Airlines ha comunicato alla Sec di aver cancellato un’emissione di obbligazioni da 2,25 miliardi di dollari a causa della domanda insufficiente, nonostante un tasso pari all’11%.

L’incertezza mantiene alta la volatilità sul petrolio: il greggio texano consegna giugno 2020 tratta a 24,50 dollari al barile, -1%; il Brent consegna a luglio 2020 perde il 3,25%, 29,95 dollari al barile.

Anche il lingotto vede sfumare circa l’1% del suo valore e si muove intorno a 1697,10 dollari l’oncia.

Scende l’euro, che cede lo 0,3% contro il dollaro e scambia attorno a 1,0807.

La moneta unica riflette i problemi di coesione dell’area, con Berlino che afferma che il governo tedesco si atterrà alla sentenza della Corte costituzionale, della scorsa settimana, sul programma di acquisto di titoli di Stato da parte della Banca centrale europea. Francoforte intanto rende noto che la Bce nel corso dell’ultima settimana ha comprato per 34,09 miliardi di euro nell’ambito del programma di acquisti pandemici contro i 22,09 di sette giorni prima. 

In Piazza Affari si guarda anche alle numerose trimestrali pubblicate e in arrivo. Gli acquisti premiano oggi soprattutto il settore farmaceutico, con Recordati +6,28% e Diasorin +4,03% che campeggiano sul listino principale.

Le banche sono contrastate: brilla Mediobanca, +3,35%, bene Banco Bpm +1,05%, in scia ai conti; Unicredit +0,55%. Le prese di profitto mandano in rosso Ubi -1,25%, che la scorsa settimana ha mostrato un utile trimestrale migliore del previsto (93,6 milioni, +12,2%). Secondo il broker Equita però “i risultati sono sopra le attese solo grazie a capital gain (53 milioni) su vendita bond corporate, mentre la performance operativa non è brillante”.

Fuori dal paniere principale balzo delle azioni di Banco di Sardegna Risp (+22,66%) sulla decisione del Cda della banca di convocare per il 30 luglio un’assemblea per proporre la conversione obbligatoria delle azioni di risparmio in privilegiate con un rapporto di 1 a 1.

Nel risparmio gestito Finecobank +3,22%, brinda a un trimestre migliore del previsto con clientela in crescita. Probabilmente verrà versata anche la cedola, ma la decisione verrà presa dopo ottobre.

La maglia nera spetta a Leonardo, -3,11%, che aveva corso recentemente, spinta dai risultati trimestrali. Lettera per Stm -2,22%; Unipol -2,13%; Terna -2,04%

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