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Borse a picco, Mf Global fallisce, allarme Btp: il mondo in emergenza ma oggi in Bce arriva Draghi

E’ subito “profondo rosso”: Milano perde quasi il 5% a fine mattinata, mentre lo spread fra i titoli di Stato e i bund schizza a 435 pb – Draghi non ha la bacchetta magica ma un’enorme credibilità e competenza: i tassi il suo primo dossier in Bce – Il fallimento di Mf Global fa paura: è la prima vittima dei titoli italiani – Padoan (Ocse): ltalia può fallire

Borse a picco, Mf Global fallisce, allarme Btp: il mondo in emergenza ma oggi in Bce arriva Draghi

BTP AL 6,18%, BORSE A PICCO. SUPERMARIO PENSACI TU
SOROS : LO SCONTO PER LA GRECIA E’ TROPPO BASSO

Super Mario Draghi, come ormai è definito dai media americani, prende oggi possesso della poltrona di presidente della Bce in un momento di estrema emergenza per i mercati finanziari. Sull’altra riva dell’Oceano, intanto, comincia un vertice dell’open Committee della Federal Reserve che si annuncia rovente: tre “falchi” hanno già intimato a Bernanke di star fermo perché la Fed ha già fatto un “uso eccessivo” dei suoi poteri. Ma sull’altro fronte due colombe, tra cui il presidente della Federal Reserve di Chicago Charles Evans, sostengono che al contrario è l’ora di agire in maniera aggressiva per rimettere in moto l’occupazione.

Le scelte della Fed, così l’eventuale (ma improbabile) decisione sui tassi della Bce nella riunione di giovedì, rappresenteranno comunque il prologo del G20 di Cannes, vissuto dalla comunità internazionale come una sorta di ultima spiaggia per affrontare la crisi. Intanto George Soros, intervistato dal Daily Telegraph, sostiene che “le decisioni di Bruxelles non sono sufficienti. Il taglio del 50 per cento sul valore dei bond ellenici vale solo per le banche e non per tutte, visto il carattere volontario dell’operazione. Lo sconto non sarà superiore perciò al 20 per cento: troppo poco”.

MF GLOBAL VA IN FALLIMENTO PER I TITOLI ITALIANI
IL REFERENDUM DI ATENE SPAVENTA WALL STREET

La prima vittima del debito sovrano europeo porta un nome illustre: Jon Corzine, già senatore e governatore del New Jersey, prima ancora partner di Goldman Sachs. La sua MF Global ha fatto ieri richiesta di ammissione alla procedura del Chapter 11 presso la Federal Bankruptcy Court di Manhattan. L’ultimo tentativo di salvataggio in extremis da parte di Interactive Brokers è fallito nella notte di domenica. A far precipitare la situazione sono state le agenzie di rating che hanno declassato MF Global a junk bond per l’esposizione a rischio nei bond europei: 6,3 miliardi in tutto, di cui la metà in Btp. E’ l’ottavo default, per entità, della storia finanziaria americana, destinato a coinvolgere diverse controparti, tra cui JP Morgan che si è presentata in rappresentanza dei creditori all’udienza presso il tribunale di Manhattan.

A completare il quadro del lunedì nero ci ha pensato ieri sera a Wall Street con una brusca frenata sul finale che ha accentuato le perdite di una seduta sempre al ribasso. A favorire la caduta dei titoli finanziari (Morgan Stanley e Citigroup hanno perduto il 7,5%) ha contribuito la notizia in arrivo dalla Grecia per cui il governo Papandreou sembra intenzionato a sottoporre a referendum l’ultimo accordo sul debito raggunto a Bruxelles; in caso di bocciatura Atene finirebbe in default.

Gli indici di Wall Street sono tutti in rosso: Standard & Poor’s -2,47%, Dow Jones Industrials – 2,26, Nasdaq -1, 93%.

PADOAN (OCSE): L’ITALIA PUO’ FALLIRE
LO SPREAD BTP/BUND ARRIVA A 410 BP

Occorre un’azione rapida e coordinata del G 20 per evitare che il modo ripiombi in una crisi simile a quella tra il 2007 ed il 2009. E’ la diagnosi dell’Ocse alla vigilia del G20, rivolta in particolare all’Eurozona. Gli economisti dell’organizzazione, poi, rivolgono un appello alla Bce perché esamini al più presto l’opzione del taglio dei tassi.

Intanto il capo economista dell’organizzazione, Pier Carlo Padoan, lancia un monito al Bel Paese: l’Italia deve assumersi in modo chiaro i costi per uscire dalla crisi perché non è vero che è troppo grande per fallire e se non vuole fallire deve impegnarsi per sostenere l’euro. “Pensare che nessuno ci farà fallire perché siamo troppo grandi come italiani – ha detto in un’intervista a Radio 24 – è un gioco troppo pericoloso e non vero. Non scherziamo col fuoco! Va presa un’azione decisa dei paesi, e non solo dell’Italia; va presa un’azione decisa a livello dell’Euro. Questo vuol dire cifre chiare e meccanismi chiari. Tutto questo ancora non c’è”.

In chiusura dei mercati lo spread tra i Btp decennali e il bund tedesco si è attestato a 407 punti base, dopo aver sfiorato nel corso della seduta i 410 punti. Il rendimento del decennale italiano sale sul mercato secondario al 6,09% dopo aver toccato durante la giornata un picco del 6,18%. Sul fronte Spagna il differenziale di rendimento tra i bonos e il bund archivia la seduta a 352 punti col rendimento sul decennale iberico al 5,54.4

BAZOLI IN CAMPO CONTRO GLI AUMENTI DI CAPITALE
PARTE MALE L’OPERAZIONE BPM. E FIAT FA -8,3%

E’ stato un inizio di settimana traumatico: la Borsa di Milano ha chiuso con un pesante ribasso dell’indice Ftse Mib arretrato del 3,82% a 16.017 punti. indossando la maglia nera tra gli indici europei. Tutti i listini hanno chiuso la prima seduta della settimana con il segno rosso in prossimità dei minimi di giornata. A Parigi l’indice Cac 40 ha registrato una flessione del 3,16%, a Londra il Ftse 100 è arretrato del 2,77% mentre a Francoforte il Dax segna un calo del 2,97%. Le vendite si sono concentrate soprattutto sui titoli bancari con l’indice settoriale europeo in calo di oltre 4 punti percentuali. Male anche i principali titoli industriali del Vecchio continente come le tedesche Thyssenkrupp (-6,5%) e Volkswagen (-4%) e le francesi Alstom (-7,5%) e Vallourec (-7,88%).

Stesso copione a Milano. In picchiata, innanzitutto, il comparto bancario. In forte ribasso Intesa Sanpaolo (-7,39% a 1,291 euro). Si è detto preoccupato Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Cà de Sass, sull’accordo europeo di portare al 9% la soglia minima di Core Tier 1 degli istituti di credito. Giù anche Mps (-6,16% a 0,338 euro), Unicredit (-5,67% a 0,848 euro), Banco Popolare (-4% a 1,08 euro), Mediobanca (-4,48% a 5,76 euro), Ubi Banca (-4,50% a 2,76 euro).

I ribassi colpiscono anche la Popolare di Milano, nel giorno dell’avvio dell’aumento di capitale da 800 milioni di euro, dopo un avvio di seduta con la freccia verde. L’istituto milanese è arretrato del 5,86% a 0,447 euro. Positiva invece Bper, che ha mostrato un progresso dello 0,95% a 5,855 euro. Negativo anche il comparto del risparmio gestito, con Azimut e Mediolanum che sono arretrate rispettivamente del 2,75% a 5,65 euro e del 3,38% a 2,8 euro. Profondo rosso per la Galassia Agnelli: in flessione dell’8,38 a 4,44 euro Fiat Spa, che si è aggiudicata la maglia nera del listino meneghino, del 7,89% a 6,305 euro Fiat Industrial e del 6,08% a 15,9 euro Exor. Sul Lingotto sono pesate soprattutto le preoccupazioni sulle prospettive del 2012.

Ultimi ritocchi all’accordo per Edison. Entro il 30/11, soci francesi e italiani si accorderanno per sbloccare lo stallo in cui Foro Buonaparte versa da diversi anni per via di un assetto che poggia su equilibri complessi. Al termine dell’operazione, con l’eliminazione della scatola di controllo Tde, Edf controllerà direttamente circa il 50% del capitale di Edison, mentre i soci Delmi avranno il 30,6% delle azioni, con una put da esercitare a tre anni. Oltre al flottante (9%), un ulteriore 10% e’ in mano alla Carlo Tassara del finanziere franco polacco Romain Zaleski. Non sembra previsto alcun diritto di veto a favore dei soci italiani come ipotizzato in un primo momento.

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