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Borse 14 giugno pomeriggio: il boom di Tim e le banche fanno di Milano la regina d’Europa con Madrid

Seduta in rialzo per le Borse europee, in vista di una pausa di riflessione della Fed – Domani sarà invece la volta della Bce – A Milano prese di beneficio sui titoli della scuderia Berlusconi

Borse 14 giugno pomeriggio: il boom di Tim e le banche fanno di Milano la regina d’Europa con Madrid

Le borse europee chiudono oggi un’altra seduta in rialzo, sostenute dagli ulteriori segnali di rallentamento dell’inflazione Usa e nonostante l’andamento contrastato di Wall Street, in attesa che questa sera la Fed comunichi la sua decisione sui tassi e faccia intravedere le azioni future. Dopo la buona sorpresa sull’andamento dei prezzi al consumo a stelle e strisce di ieri, anche i prezzi alla produzione hanno superato oggi le stime, passando all’1,1% di maggio (ai minimi dal dicembre 2020), dal +2,3% di aprile.

Piazza Affari a un passo da 28mila punti: rally di Telecom, prese di profitto su titoli galassia Berlusconi 

Piazza Affari si avvicina ai 28mila punti base e chiude con un progresso dello 0,88%, spinta dalle banche e da Telecom (+4,54%), regina del listino sulle speculazioni relative al futuro della rete. Oggi c’era il cda per cooptare il quindicesimo consigliere, mentre il 19 giugno ci sarà la prima valutazione delle offerte presentate da Kkr e dal consorzio Cdp/Macquarie. Lo scenario è movimentato dalle attese per la possibile entrata in scena di F2i, il maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali.

Nel giorno dei funerali di Stato di Silvio Berlusconi abbassano la testa anche i titoli della galassia Fininvest, in rally nei giorni scorsi, dopo la morte del patron, sulla scommessa di possibili conseguenze successorie, di eventuali fusioni o cessioni. Secondo notizie stampa il controllo dell’azienda è di fatto blindato e la possibilità di una vendita dipenderà solo dai figli e non da una eventuale scalata. Al termine della seduta di oggi Mfe A perde il 2,82% e Mfe B cede il 2,44%.

Sul Ftse Mib brillano le banche, che occupano gran parte della top ten del giorno: Unicredit +3,27%, Bper +2,37%, Monte Paschi +2,43%, Banco Bpm +1,76%, Intesa +1,64%, Mediobanca +1,16%.

Chiudono il quadro dei maggiori rialzi Stellantis +1,31%, Iveco +1,21%, Stm +1,16%.

La giornata finanziaria felice non coinvolge Leonardo, in calo dell’1,76%. Arretrano frazionalmente Recordati -1,14%, Saipem -1,75%, Tenaris -0,96%.

Fuori dal paniere principale Dovalue è stato uno dei titoli più gettonati, +6,76%, in scia all’annuncio, ieri, di un patto parasociale fra i due principali azionisti Fortress e Bain Capital sul 41,85% del capitale.

Spread in rialzo

Di altro segno è la chiusura del mercato secondario dei titoli di Stato: lo spread tra Btp decennale benchmark e pari scadenza tedesco sale a 158 punti base (+1,78%), con tassi rispettivamente al 4,02% e al 2,44%.

Domani arriveranno le decisioni della Bce e si prevede che Francoforte innalzerà ulteriormente i tassi di 25 punti base. L’inflazione in Germania a maggio appare in netta frenata (+6,1% su anno rispetto a +7,2% di), ma il tasso “resta tuttavia su un livello alto”, avverte Ruth Brand, presidente dell’istituto federale di statistica Destatis. 

Onda verde in Europa; mista Wall Street

L’onda è verde anche nel resto d’Europa, benché l’andamento contrastato di Wall Street abbia frenato leggermente i listini negli scambi pomeridiani.

Sul podio è Madrid, con un rialzo dell’1,03%, grazie al rally dei titoli bancari.

Si apprezzano più modestamente Francoforte +0,5%, Parigi +0,52%, Amsterdam +0,48%. Fanalino di coda è Londra +0,11%, frenata forse da una sterlina molto tonica. Il mercato londinese inoltre ha focalizzato l’attenzione sull’accordo Vodafone e CK Hutchison (che controlla l’operatore Three nel Regno Unito) per la fusione delle attività inglesi nella telefonia mobile.

Wall Street intanto procede in ordine sparso: il Nasdaq e lo S&P sono alla quinta seduta consecutiva di guadagni, mentre il DJ è zavorrato da UnitedHealth -7%. L’assicuratore sanitario ha lanciato un allarme su un’impennata dei costi sanitari nel secondo trimestre, che sta pesando su tutto il settore.

Dollaro in calo in vista di una pausa di riflessione della Fed

Sul mercato valutario frena il dollaro, sulle attese di una Fed cauta e coerente con quanto preannunciato, che si prenda una pausa nella stretta che dura consecutivamente da 15 riunioni. Molti osservatori ritengono però che questo stop sia solo temporaneo e che la Fed riprenderà la via dei rialzi a luglio, sulle orme di quando fatto dalla banca centrale canadese. Per questo l’attenzione sarà quanto mai viva sulle eventuali indicazioni per il resto dell’anno. La Fed dovrebbe rilasciare una dichiarazione sulla politica monetaria e le nuove proiezioni economiche trimestrali alle 20 italiane, prima della conferenza stampa del presidente Jerome Powell. L’euro cambia intorno a 1,085.

Sul fronte delle materie prime si raffreddano i future del greggio (è piatto il Brent, mentre il Wti perde lo 0,17%, 69,3 dollari al barile), anche a seguito della notizia che, la scorsa settimana, le scorte di petrolio negli Stati Uniti sono notevolmente aumentate, al contrario delle attese.

Si rafforza ancora il gas naturale, che accumula un incremento superiore al 6% portandosi vicino ai 40 euro al Mwh.

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