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Borsa ultime notizie: Piazza Affari tocca i massimi da 15 anni, poi rintraccia. Il risveglio cinese favorisce i fondi emergenti

In attesa delle trimestrali di Lvmh, Google e Microsoft le borse europee procedono al rilento – A Milano bene Poste dopo la trimestrale, balza Stm – Nuovi segnali di sofferenza dalla Germania

Borsa ultime notizie: Piazza Affari tocca i massimi da 15 anni, poi rintraccia. Il risveglio cinese favorisce i fondi emergenti

Le borse dell’Europa sono poco mosse nelle ore che precedono la pubblicazione di decine di trimestrali, da Lvmh a numerose società dell’S&P500, in agenda per oggi. Gli appuntamenti più attesi riguardano Alphabet e Microsoft che diffonderanno il comunicato stasera a mercato chiuso.

Borsa ultime notizie: Piazza Affari tocca i massimi da 15 anni

Nell’attesa Piazza Affari avanza a piccoli passi e viaggia poco sopra la parità. In linea con l’Eurostoxx. L’indice, a quota 28.918 punti, ha toccato nella seduta il nuovo massimo da 15 anni a 28.950 punti. A Francoforte soffre Bayer (-2%) che ha rivisto al ribasso le sue previsioni per l’intero anno 2023 “soprattutto a causa di un ulteriore significativo calo delle vendite di prodotti a base di glifosato”. Grande performance di Adidas (+4%) dopo la presentazione dei dati del trimestre. Gli indici IFO di luglio hanno confermato la stagnazione dell’economia tedesca. L’indice sulle stime correnti è sceso più del previsto a 91,3 da 93,7 di giugno

A Milano svetta Poste Italiane (+1,3%) che ha chiuso il secondo trimestre con ricavi ed utile operativo sopra le attese, i primi sono stati pari a 3 miliardi, il secondo a 799 milioni di euro. A metà mattinata fa ancora meglio Stm +1,7%, in sintonia con i conti di NXP Semiconductor un produttore di chip specializzato nella componentistica per l’automotive, ha presentato dati del trimestre superiori alle aspettative. 

Recordati -1,5% è la peggior blue chip. Perde oltre mezzo punto percentuale Italgas che ha chiuso  il primo semestre con un utile netto adjusted attribuibile al gruppo di 213,2 milioni (+14,9%) e ricavi totali a 931,8 milioni (+31,7%), con margine operativo lordo a 607 milioni (+18,3%) e utile operativo a 358,8 milioni (+21,2%).

Nel secondario, il rendimento del Btp è al 4,07%, +5 punti base. Bund a 2,45%.

Oltreoceano, i future sono in lieve rialzo in Usa, mentre il Treasury Note a dieci anni a 3,88%, invariato rispetto a ieri. Ieri gli indici Pmi Usa hanno evidenziato segnali di recupero del comparto manifatturiero, a fronte di un rallentamento dei servizi, in questo secondo settore, la componente prezzi è tornata a salire. 

Il risveglio del Drago cinese favorisce la riscossa dei fondi emergenti

In attesa delle decisioni delle banche centrali al centro dell’attenzione è balzata la Cina. L’indice Csi 300 ha messo a segno un rialzo del 2,60%, quello di Shanghai di circa il +2%. Taiex di Taipei +2%. Brilla Hong Kong +3%; l’indice Hang Seng Tech guadagna il +4,7%, il CSI 300 Properties dove si trovano i principali nomi dell’industria immobiliare, sale del +7%.

Il mercato ha reagito così alle decisioni della riunione lampo del Politburo dedicata al rilancio dell’economia del Drago, in grave difficoltà a partire dall’immobiliare, ancora inchiodato alle sofferenze di Evergrande che non sono state risolte dopo tre anni di agonia prolungate da un mix di politiche restrittive e vendite deboli durante l’era della pandemia. 

Nel frattempo, lo Yuan cinese è salito dello 0,4% contro il dollaro, recuperando bruscamente dal livello di 7,20 toccato all’inizio di questa settimana. I resoconti dei media hanno segnalato che le banche statali cinesi stanno ancora una volta vendendo dollari per sostenere lo yuan. Il sentiment nei confronti della Cina è migliorato dopo che i funzionari del Politburo, il massimo organo decisionale del Partito Comunista, hanno promesso nuovi sforzi per stabilizzare lo yuan, dopo che la valuta è crollata di oltre il -4% rispetto al dollaro quest’anno.

Ci sarà da fidarsi oppure la crisi del Drago, aggravata dalle tensioni con l’Occidente, si rivelerà troppo profonda? Per ora prendiamo atto che il risveglio dei mercati cinesi ha risolleva l’indice MSCI Emerging Markets, in ritardo sull’MSCI World da inizio anno proprio per i problemi del Drago, l’unica grande piazza in rosso dell’economia globale. 

Corrono Brasile e Corea, ma la lepre è la Grecia

La Cina, che ha un peso enorme del 30% negli indici EM, ha mascherato la migliore performance degli altri EM. I titoli dei Mercati Emergenti ex Cina sono saliti del 13% quest’anno, contro il calo del 3% della Cina grazie al traino di Grecia (+50% da inizio anno) , Repubblica Ceca, Ungheria e Messico. 

Sempre nell’area emergente, il Brasile ha chiuso ieri sera in rialzo di quasi l’1% portandosi sui top da due anni. Cresce così la probabilità di rivedere i top assoluti. Così come sta capitando alla Corea del Sud mentre cresce l’attenzione per Taiwan, Arabia Saudita ed India, ovvero i Paesi che, assieme a Brasile e Corea, rappresentano il 70% dell’indice EM di Morgan Stanley, un mix eclettico che, al di là della quota dedicata alla Cina (poco meno del 30%), vanta una forte esposizione al settore tecnologico (un terzo dell’indice), alle banche (un quarto) e alle materie prime (15%).

Ce n’è abbastanza per far dire a Ben Leidier, global strategist di eToro secondo cui “i titoli EM sono un’opzione contrarian dal valore elevato, grazie ad un mix di fattori: l’indebolimento del dollaro, il miglioramento del ciclo tecnologico ed il l rafforzamento della crescita cinese”, condizioni che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi.

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