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Borsa: sale Mediaset, soffrono le popolari

Rallentano gli scambi sui listini europei in vista della chiusura di fine anno. Piazza Affari non fa eccezione ma paga la pressione sulle banche legata alla vicenda Mps. Realizzi su Telecom Italia dopo i rialzi dei giorni scorsi. Cresce intanto la fiducia dei consumatori ma non quella delle imprese – Bot 6 mesi in asta ai minimi storici

Rallentano gli scambi in vista del giro di boa di fine anno. A metà giornata Piazza Affari, fanalino di coda in Europa, perde lo 0,40% attorno a 19.200 punti assieme a Madrid -0,3%. Poco mossi listini di Parigi e Francoforte. In controtendenza Londra (+0,2%), che ha riaperto stamane i battenti dopo le festività.

Migliora in Italia il clima di fiducia dei consumatori, mentre peggiora quello delle imprese. L’indice dei consumatori, rileva l’Istat, sale da 108,1 a 111,1, con progressi diffusi a tutte le componenti. L’indice delle imprese scende da 101,4 a 100,3. Peggiora, infatti, la fiducia nei servizi e nelle costruzioni, cresce nella manifattura e nel commercio al dettaglio.

Il Tesoro ha collocato tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot a sei mesi offerti in asta oggi, con tassi in discesa al nuovo minimo storico. Il rendimento medio è calato a -0,317% da -0,199% del collocamento di novembre. Il precedente minimo storico era stato toccato a ottobre a -0,295%.

Lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi apre sopra i livelli della chiusura di ieri a 165,9 punti. Il rendimento del decennale italiano si porta all’1,85%. Lo spread tra bonos spagnoli e Bund si attesta a 121 con un rendimento dell’1,40%.

Il rating sovrano dell’Italia non subirà conseguenze immediate a seguito del piano di sostegno da 20 miliardi di euro a favore del settore bancario. Lo scrive Standard and Poor’s: secondo i calcoli dell’agenzia di rating, qualora i 20 miliardi del piano fossero utilizzati per intero, l’impatto sul rapporto debito/Pil del Paese sarebbe pari a 1,2 punti percentuali, al 131,6% a fine 2017, contro l’attuale stima di 130,4%. S&P ha attualmente un rating BBB- sull’Italia, il livello più basso della categoria “investment grade”. L’outlook è stabile.

Mentre è ancora sospesa la negoziazione su Mps in attesa della ricapitalizzazione precauzionale del governo,  le banche italiane sono deboli: Intesa scende dello 0,65%, Bper dello 0,39% Unicredit dello 0,57%. Sotto tiro le Popolari: Ubi -2,31%, Bpm scende del 3,44% e il Banco Popolare del 3,19%.

A Piazza Affari continua la corsa di Mediaset, +1,40% dopo i massimi di inizio seduta (+2,2%). A sostenere i prezzi sono le manovre della speculazione che tenta di indovinare le prossime mosse del braccio di ferro tra Fininvest e Vivendi: oggi il rumor più accreditato parla di una possibile cessione di Mediaset al gruppo Bolloré dietro contemporaneo pagamento in azioni della stessa Vivendi di cui la famiglia Berlusconi potrebbe diventare il secondo socio.

In questo caso, la quota di Bollorè scenderebbe al 18% mentre il gruppo Fininvest diventerebbe il secondo azionista del colosso francese della comunicazione con circa il 10% del capitale: sembra più un progetto da banca d’affari che una trattativa concreta. L’offerta riguarderebbe, a cascata, anche Mediaset Spagna e probabilmente Ei Towers, in rialzo dello 0,9%.

Marcia indietro, intanto, di Telecom Italia, che perde il 2,1% dopo i recenti rialzi. Si mantiene sopra il prezzo d’Opa (2,8 euro) lanciata dai francesi di Lactalis il titolo Parmalat (+0,21% a 2,84 euro). Il prezzo dell’Opa, ipotizza Banca Imi, “può suggerire che più avanti potrebbe profilarsi una battaglia tra gli azionisti attivisti storici e i nuovi arrivati guidati dai fondi contro l’azionista di controllo”.

Il petrolio Brent consolida il rialzo di ieri a 56,1 dollari al barile con gli operatori che attendono di vedere se e come verrà messo in atto l’accordo fra i Paesi Opec e la Russia per un taglio alla produzione che dovrebbe entrare in vigore a gennaio. Il ministro del petrolio egiziano, Tarek El Molla, ha sottoscritto tre accordi di esplorazione e produzione di petrolio e gas dal valore di almeno 220 milioni di dollari con la francese Total, la britannica BP e con l’Eni (+0,5%). Saipem +1,2%. 

Fra i titoli industriali, StM sale dello 0,4%, Fiat Chrysler -0,1%. Ima, invariata a 58,1 euro, ha firmato un accordo per acquisire il 70% di Mai Sa, società argentina attiva nella produzione e commercializzazione di macchine per il confezionamento di tè e tisane in sacchetti filtro. L’esborso per la società guidata da Alberto sarà di circa 7,7 milioni di dollari.

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