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Borsa, Saipem alla riscossa e Stm sale ancora

Si avvia a conclusione una settimana contrastata per i listini europei. Milano ancora variabile si infiamma per Chiara Ferragni. Banche in ordine sparso. Astaldi sempre più giù sulle voci di uscita di JP Morgan. Mediaset in modesto rialzo, Telecom Italia in ribasso dopo il primo round dell’asta 5G – Si rafforza l’euro

Borsa, Saipem alla riscossa e Stm sale ancora

I mercati si avviano a un finale positivo di una settimana contrastata. Gli operatori, in linea con Mario Draghi, aspettano i fatti, cioè indicazioni finalmente chiare sulla prossima manovra italiana. A Milano l’indice viaggia intorno alla parità. Positive Parigi (+0,33%) e Francoforte (+0,4%). Guadagni modesti anche a Madrid (+0,2%) e Londra, poco sopra la parità. L’indice paneuropeo STOXX 600 sale dello 0,2% alle 10,50, pronto a centrare in giornata i maggiori guadagni settimanali nelle ultime sette settimane.

Guidano la corsa i titoli tech sull’onda della risalita dei mercati asiatici. I produttori di chip Ams, Infineon e Siltronic crescono dal 2,4 al 6,3%. Stm (+1,8%) è stata promossa a neutral da Bank of America Merril Lynch.

L’euro scambia a 1,17 nei confronti del dollaro, frenato dal dato dell’inflazione più basso del previsto.

In salita anche la sterlina a 1,31 sulla valuta Usa. Il governatore della Boe, Mark Carney, ha lanciato ieri un monito sui pericoli di una Brexit senza accordo, che potrebbe portare un forte incremento dei tassi sui mutui. Perdono colpi costruttori britannici Taylor Wimpey e Barratt Development.

La lira turca tratta a 6,08 su dollaro, cross invariato. Durante un discorso i funzionari del suo partito ad Ankara, il presidente turco Tayyip Erdogan ha accusato gli Stati Uniti di essere responsabili di un “odioso attacco economico” che è costato alla lira turca la perdita nel corso dell’anno del 40% del proprio valore.

In Italia frena l’inflazione. In agosto l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un incremento dello 0,4% su mese, dell’1,6% su anno. Il consensus era +1,7%, dal +1,6% di luglio.

Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund staziona in area 251 punti base. Il rendimento del decennale, da oggi riferimento ad un nuovo benchmark, schizza a 2,96% da 2,64% ma per soli motivi tecnici.

Ma continua la fuga degli stranieri dai titoli nostrani. Bankitalia segnala che la quota di debito di titoli di stato italiani in mano a investitori esteri, scende a giugno a 33,7% da 35,4% maggio. Il risultato è il minimo da marzo 2017.

Stabili le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 68,8 e 78,24 dollari al barile, con gli operatori che valutano gli impatti dell’uragano Florence.

A Piazza Affari Saipem ha recuperato quasi per intero lo stop di ieri (-4,7%) legato alle inattese dimissioni del Chief Financial and Strategy Officer Giulio Bozzini. Oggi guadagna oltre il 3%. Gli analisti di Bernstein hanno alzato il prezzo obiettivo a 10,20 euro da 6,6 euro, confermando la raccomandazione Outperform. Nel report si legge che “i rischi di Saipem sono stati fraintesi dal mercato” e che il gruppo inoltre “beneficerà dei progetti sul gas naturale in Mozambico, con ordini stimati per 13 miliardi di dollari”. Ieri, SocGen aveva rafforzato il Buy a 5,46 euro da 5,25.

Mediaset +0,43%.  Il direttore finanziario Marco Giordani ha detto all’Ansa che l’anno prossimo potrebbe essere pagato il dividendo. Il responsabile della pubblicità riferisce a Reuters che nei primi mesi del 2018 la raccolta sale del 4% su 2017.

Telecom Italia (-0,4%) si è aggiudicata, con un investimento di 680.200.000 euro, due dei quattro lotti da 5+5 MHz ciascuno sulla banda 700 MHz (10 MHz in upload e 10 MHz in download), disponibili a partire dal 2022 e validi fino al 2037.

Contrastate le banche: Unicredit +0,1%, Ubi +0,3%, Intesa sulla parità, Carige +1,1%. Malacalza Investimenti ha portato la sua partecipazione al 27,5% (dal 25%) in prossimità dell’assemblea.

Da segnalare fuori dal listino principale il nuovo balzo in avanti di Giglio Group +10% spinta dall’alleanza con The Blonde Salad, il sito di Chiara Ferragni. Per il secondo giorno di fila il titolo è in testa al listino.

Continua invece l’emorragia di Astaldi (-6,1%). JP Morgan è ad un passo dal ritiro dal ruolo di garante all’aumento di capitale da 300 milioni di euro. Rischia di essere compromesso il progetto di rafforzamento da due miliardi di euro.

Perde colpi anche Trevi (-2,5%). È sfumata la trattativa in merito all’ingresso di un nuovo azionista, un fondo di investimento. Secondo IlSole24Ore, i soci di riferimento intendono procedere con un aumento di capitale da 130 milioni di euro.

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