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Borsa: Prysmian, Juve e banche colpiscono Piazza Affari

Il crollo di oltre il 9% di Prysmian e di oltre l’11% della Juventus e la negativa performance di molte banche pesano su Piazza Affari, anche se il rilancio di alcune perle del Made in Italy come Amplifon, Tenaris, Atlantia e Cnh Industrial riducono le perdite del listino.

Seduta negativa per Piazza Affari, nel giorno dei verbali della riunione della Bce di gennaio e del Cda di Tim, che venerdì comunicherà anche i conti e il nuovo piano industriale. In attesa di alzare il sipario, il titolo Telecom chiude in territorio negativo, col -1,6% a 0,529 euro. Oggi però l’attualità finanziaria si lega strettamente a quella sportiva: il titolo peggiore del Ftse Mib è quello della Juventus, che cede oltre l’11% a 1,288 euro per azione, dopo il flop (ancora rimediabile, ma che intanto pesa sul morale di tifosi e investitori) in Champions League contro l’Atletico Madrid.

Malissimo anche Prysmian, dopo i nuovi problemi al cavo WesternLink, la linea elettrica sottomarina tra Galles e Scozia, che sembrava ormai sistemata. Al contrario, il servizio si è interrotto temporaneamente, a causa di un problema che la società sta prontamente cercando di identificare e risolvere “con il minimo impatto possibile”. Risultato: il titolo perde oltre il 9%, poco sopra i 17 euro. E il Ftse Mib lascia sul terreno mezzo punto percentuale, a 20.209 punti. Ma se Atene piange, Sparta non ride: vanno male anche gli altri listini europei (a parte Francoforte), a incominciare da Londra che cede quasi l’1%, e pure Wall Street apre nel segno della sfiducia.

A Milano soffrono le banche, demoralizzate dalla parziale retromarcia della Bce sulla possibilità di effettuare una nuova Tltro e cioè di fornire altra liquidità nel lungo termine agli istituti di credito. Secondo i verbali della riunione di gennaio “le decisioni a riguardo non devono essere prese troppo in fretta. E’ necessario avere più dati ed informazioni e pertanto nella prossima riunione di marzo si farà una valutazione più approfondita” della situazione economica nell’Eurozona. Così Unicredit è la peggiore, perdendo quasi il 3% ma ancora sopra gli 11 euro per azione. Intesa Sanpaolo limita i danni con il -0,8% a 2,04 euro. Banco Bpm -2,35%, Mediobanca -1%, Bper -1,6%, Ubi in leggera controtendenza +0,4%.

A limitare i danni per il Ftse Mib ci sono alcuni titoli in controtendenza: tra questi Amplifon +2,16%, Tenaris +1,7%, Atlantia +1,6%, Cnh Industrial +1,5%. Il cambio euro/dollaro è a 1.1333, mentre si deprezza leggermente l’oro che oggi vale 1331.04 dollari l’oncia. Sostanzialmente stabile il mercato del petrolio: il Brent sale sopra i 67 dollari al barile, mentre cede un po’ di terreno il Wti, che vale esattamente 10 dollari in meno al barile (57.1). Petroliferi in linea di galleggiamento: Eni +0,12%, Saipem +0,35%. Lo spread Btp-Bund si riduce leggermente, chiudendo appena sotto i 270 punti base.

 

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