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Borsa: l’Europa non brilla, Milano giù con le banche

Piazza Affari non si risolleva con il record della produzione industriale – Dopo i conti, crolla Bper – Male anche Banco Bpm – Buzzi rivede il Mol e guida i rialzi – Nel lusso promossa Ferragamo – Petrolio ancora in ripresa, spread in rialzo per Btp, Bonos e Oat – Bene l’asta Bot, attesa per la pagella di Moody’s

Dopo un avvio promettente, Piazza Affari tira i remi in barca nell’attesa del verdetto di Moody’s sul rating di Italia e Francia. L’indice Ftse Mib scende di mezzo punto percentuale attorno a quota 18.800 punti. In equilibrio Parigi, avanzano invece Francoforte (+0,3%) e Londra (+0,2%).

Tornano a salire i Btp: il rendimento è salito al 2,23% dal 2,16% di ieri sera e lo spread con il Bund si allarga a quota 191 (+7 punti base). Il Tesoro ha collocato tutti i 6,5 miliardi di euro di Bot annuali (prima tranche) con scadenza febbraio 2018, offerti oggi in asta. Il rendimento medio ha segnato un lievissimo rialzo a -0,247% dal minimo storico di -0,25% toccato nell’asta di gennaio.

L’euro si indebolisce nei confronti del dollaro a 1,064, da 1,066 di ieri. 

Dall’economia reale arriva un nuovo segnale positivo. Nel mese di dicembre l’indice destagionalizzato della produzione industriale ha registrato un aumento dell’1,4%, riferisce Istat, dopo che a novembre aveva registrato un rialzo dello 0,8% (rivisto da 0,7%) su base congiunturale. Si tratta dell’incremento maggiore da agosto. Per l’intero 2016 il rialzo è dell’1,6%, il massimo da sei anni.

Migliora la situazione internazionale: il presidente americano Donald Trump si è convertito alla politica di “una sola Cina” nel corso di un colloquio telefonico con il leader cinese.

Petrolio in rialzo con il Brent a 56,2 dollari al barile (+1%). Eni scivola in calo dello 0,4%.

Su Piazza Affari pesa la frenata delle banche. La peggiore è Banca Popolare dell’Emilia Romagna (-6,47%). L’istituto ha chiuso il 2016 con un utile netto in calo di oltre il 90% e propone un dividendo di 6 centesimi da 10 centesimi sull’esercizio 2015. Giù anche Creval (-4%): ha chiuso il 2016 con una perdita netta di 333 milioni. A fine dicembre l’istituto aveva un Common equity tier1 ratio phased-in pari all’11,8%. Banco Bpm perde il 3,2%.

Tiene Ubi (+1%): ha chiuso il 2016 con una perdita dovuta a svalutazioni e rettifiche, ma la sussistenza di un utile a livello normalizzato induce il Cda a proporre comunque un dividendo agli azionisti. Unicredit avanza dello 0,5%, Intesa -1,40%.

Fiat Chrysler avanza del 2%. Al contrario StM perde il 2,1% sulla scia di Infineon, dopo che gli Usa hanno bloccato il progetto di acquisire Wolfspeed Power.

Brillanti Buzzi (+3,2%) e Salini Impregilo (+3,3%) dopo le dichiarazioni ottimistiche dell’amministratore delegato e primo azionista Pietro Salini. 

Bene i titoli del Lusso in scia a Kering (+3% a Parigi). Ferragamo +2,4%: Hsbc alza il target price a 31 euro da 29 euro, conferma il giudizio Buy. Moncler +0,7%.

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