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Borsa, le vere ragioni del giovedì nero

Nel tracollo delle Borse ci sono spinte speculative ma anche la fine di molte illusioni sul Coronavirus e sulla ripresa a V dell’economia, che non ci sarà – I futures di Wall Street sono però positivi, mentre l’avvio delle Borse in Europa si prospetta ad alta volatilità – A Piazza Affari crolla Cnh e Atlantia recupera dopo una trimestrale molto pesante

Borsa, le vere ragioni del giovedì nero

Il fantasma dell’epidemia torna a terrorizzare le Borse, che in una sola seduta spazzano via l’illusione di una ripresa a V dell’economia. Almeno in Europa e negli Usa, perché l’Asia, pur in discesa, stamane non ha seguito i mercati dell’Occidente, travolti dal crollo generale che ha molti padri: oltre al coronavirus, tutt’altro che domato, i numeri da Apocalisse che emergono da dati e previsioni un po’ovunque. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, la crisi da Covid-19 potrebbe spingere fino a 100 milioni di persone all’estrema povertà. L’incertezza, la condizione che i mercati temono di più, regna sovrana. E ne hanno fatto le spese, per primi, i piccoli speculatori, che hanno cercato di anticipare i tempi della ripresa. Ne approfitteranno, al solito, le mani più solide: i future di Wall Street segnano stamane un rialzo di un punto percentuale. Ma l’avvio dell’Europa sarà ancora difficile, a giudicare dai contratti sulla City (-1,7%).

LO YEN DEBOLE DIFENDE TOKYO, PRECIPITA BOEING (-16,4%)

Le Borse asiatiche si avviano a chiudere in rosso, ma in ripresa dai minimi della seduta, anche grazie alla ripresa del dollaro sullo yen. La valuta Usa guadagna posizioni anche sull’euro, sceso a 1,129.

Lo yen debole aiuta la ripresa del Nikkei (-0,7%). L’Hang Seng di Hong Kong arretra dell’1,2%, Shanghai Composite -0,3%, più debole il Kospi di Seul (-2,3%).

Niente di paragonabile al tracollo di Wall Street che ieri ha vissuto la seduta peggiore dal 16 marzo: Dow Jones -6,9%, S&P 500 -5,89%. IIL Nasdaq (-5,29%) è precipitato dalla vetta appena conquistata dei 10 mila punti, chiudendo a 9.492.

Il titolo peggiore del Dow è stato Boeing (-16,4%), ma il ribasso ha interessato tutti gli undici comparti del mercato.

TRUMP: IL 2021 SARÀ L’ANNO MIGLIORE

Il crollo è arrivato all’indomani delle dichiarazioni caute del presidente della Fed, Jerome Powell, che ha gelato l’illusione di una ripresa rapida. Ma Donald Trump, alle prese con le proteste razziali, insiste: nel tweet di stanotte, il Presidente parla di un terzo trimestre già molto buono: il quarto dovrebbe essere magnifico e il 2021 l’anno migliore della storia.

IL VIRUS RIPRENDE FORZA. MNUCHIN: NON CHIUDEREMO PIÙ

Il contagio però risale, punendo gli Stati, vedi la Florida, che hanno riaperto le attività con maggior anticipo. Nel Texas il sindaco di Houston ha tenuto una conferenza stampa per avvisare la popolazione che nelle prossime ore potrebbe essere emessa un’ordinanza di ripristino delle limitazioni del movimento: l’ospedale da campo allestito nello stadio di football della città, mai usato nelle ultime settimane, è stato messo in preallerta. Il segretario al Tesoro, Stephen Mnuchin, ha detto che, comunque vada, il lockdown non sarà ripristinato.

Oro poco mosso stamane a 1.727 dollari l’oncia. Il petrolio Brent scende ancora, a 38 dollari il barile, -1,7%. Ieri il greggio del Mare del Nord ha chiuso in calo del 7,7%. 

TREMA ANCHE PIAZZA AFFARI: -4,81%

Le trombe del giudizio hanno fatto tremare anche i mercati azionari europei, investiti dalla correzione più violenta da marzo, in netto contrasto con le obbligazioni. Dopo aver viaggiato a braccetto durante il recente rialzo, azioni e bond hanno così preso strade opposte sotto la pressione dei numeri. Ad aprile la produzione industriale ha investito tutti: Spagna (-21,8%) e Francia (-20,1%), Italia (-19,1%) e Germania (-17,9%).

La correzione più profonda nel Vecchio Continente l’ha patita Piazza Affari (-4,81% a 18.806 punti).

AD APRILE SOLO 400 AUTO, A MAGGIO IMMATRICOLAZIONI -49,6%

Va aggiunto che ad aprile la produzione industriale tendenziale è crollata del 42,5%. Secondo Prometeia, le previsioni anticipano un recupero lento e parziale: alla fine dell’estate potrebbe rimanere comunque un divario di attività industriale di circa il 15% rispetto a prima dell’epidemia.

Terribile, seppur previsto, il crollo della produzione di auto: solo 400 veicoli prodotti ad aprile (-99%) a causa del lockdown. Ma guardando ai dati diffusi dall’Anfia, a maggio non è andata molto meglio: sono state immatricolate 99.735 vetture, il 49,6% in meno di un anno fa.

FRANCOFORTE -4,4%. IN LUFTHANSA 22MILA ESUBERI

In profondo rosso anche gli altri mercati: Francoforte -4,39%. Lufthansa crolla del 9,1% dopo aver reso noto che ci sono 22mila dipendenti in più rispetto alle necessità della compagnia aerea. Il programma di stimolo da 130 miliardi di euro previsto dal governo tedesco potrebbe rafforzare il prodotto interno lordo della maggiore economia europea di 1,3 punti percentuali sia quest’anno che il prossimo, secondo l’istituto economico Diw.

INDITEX (ZARA) CHIUDE 1.200 NEGOZI, SALE SOLO UNILEVER

Madrid -5,02%. Inditex arretra dell’1,4%. La multinazionale che controlla Zara, Pull&Bear e Bershka ha annunciato la chiusura di 1.200 punti vendita, ma anche forti investimenti nel digitale.

Londra -4,01%. Si salva dal ribasso Unilever (+1%). Il gruppo dei beni di consumo ha annunciato che riunirà la sua struttura giuridica doppia in un’unica entità con sede nella capitale britannica. La società anglo-olandese ha operato finora con due identità giuridiche distinte.

I BTP VOLANO ALL’ASTA, SPREAD A 187

Il Btp conclude col segno più su tutta la curva una seduta caratterizzata dalle aste a medio-lungo di metà mese. Il Tesoro ha collocato l’intera offerta, pari a 9,5 miliardi di euro, con rendimenti in calo.

Sono stati collocati Btp a tre, sette e 15 anni. Quest’ultimo è stato emesso a 1,91% di rendimento, da 2,06% di aprile. Risultato positivo in termini di richieste, con un rapporto di copertura pari a 1,4 sia per il sette che per il 15 anni.

Lo spread chiude a 187 punti base, dai 189 in avvio e dai 185 della vigilia. Il tasso del decennale si attesta in area 1,45%, rispetto a 1,51% della chiusura precedente. Bund tedesco a -0,43%, -10 punti base.

Intanto le banche si preparano a una nuova operazione del programma Tltro III, la prima con tasso fino a -1% e con periodo di riferimento per il calcolo allungato eccezionalmente di un mese, includendo anche i prestiti concessi a marzo 2020. Possibile pertanto una forte partecipazione.

SEGNO PIÙ SOLO PER DIASORIN, CROLLA ATLANTIA

Un solo titolo del paniere principale di Piazza Affari ha chiuso in rialzo: Diasorin (+2,3%).

Le vendite si sono invece accanite su Atlantia (-9,1%), in attesa della trimestrale, uscita ieri a mercati chiusi, da cui emerge una perdita netta di 10 milioni di euro, a fronte di un utile di 154 milioni nel periodo analogo. Il traffico aeroportuale è diminuito del 33,3% per Adr, mentre quello autostradale del 20,7% nella rete di Aspi in Italia. Riguardo alle trattative con il governo sulla concessione di Autostrade per l’Italia, il gruppo sottolinea di mantenere “la facoltà di avvalersi di tutti gli strumenti convenzionali” a tutela della convenzione, “pur continuando a confidare in una rapida e positiva soluzione della vicenda”.

A CNH LA MAGLIA NERA, PIÙ LONTANA FCA/PSA

Ancor più profonda la voragine di Cnh Industrial (-11,8%), tradita dalle peripezie di Nikola, la start up Usa dei camion elettrici che, dopo un debutto record, è finita nel mirino di Tesla: la società di Phoenix vanta comunque una capitalizzazione di 23,5 miliardi di dollari, più di Fca.

Fiat Chrysler (-7,70%) è stata zavorrata dalle perplessità dell’Authority Ue sul rischio di concentrazione nel segmento mini Van dopo la fusione con Psa. C’è l’impressione che il 17 giugno la Commissione possa comunicare l’apertura di un’istruttoria che potrebbe durare quattro mesi. Exor -7,71%.

Tra gli industriali, forti perdite anche per Leonardo (-6,6%) e Pirelli (-8,5%).

BANCHE IN ROSSO, BANCA IMI TAGLIA BPM

In profondo rosso il settore bancario: Unicredit -7,87%, Bper -6,98%, Ubi -5,65%,

Giù anche Intesa Sanpaolo (-4,98%) e Mediobanca (-4,25%). Da segnalare Banco Bpm (-7,82%): Banca Imi ha ridotto la raccomandazione da buy (comprare) ad add (incrementare), con un prezzo obiettivo che passa da 2,1 a 1,64 euro.

Focus su Cattolica Assicurazioni (-6,17%): Mediobanca Securities ha confermato il rating underperform e tp di 2,5 euro per azione, Standard & Poor’s ha ribadito il giudizio BB, outlook negativo.

TRA LE UTILITY TENGONO ITALGAS E TERNA

Contengono i danni le utilities: Enel -2,46%, Hera -3,56% e Snam -3,73%. Terna -2,6%: Bernstein ha alzato il prezzo obiettivo sull’azione da 6,8 a 7,5 euro, confermando la raccomandazione outperform sulla società, tra le meno esposte alle conseguenze del Covid-19: un calo del 10% della domanda avrebbe un effetto sui ricavi inferiore all’1%.

Italgas (-1,67%) stima di registrare per il 2020 ricavi superiori a 1,3 miliardi di euro e un ebitda compreso tra 960 e 980 milioni di euro.

Si spegne l’interesse su Tim (-8,2%): JPMorgan riduce il giudizio da overweight a neutrale. Perdite rilevati anche per Ovs (-9,4%) e Autogrill (-8,34%).

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