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Borsa: le banche battono il Ftse Mib 2 a 1

Dall’inizio dell’anno le banche italiane hanno realizzato un mini-rally in Borsa, arrivando addirittura a doppiare la performance del Ftse Mib – La migliore è finora Ubi Banca grazie all’acquisto ad un prezzo simbolico delle tre good bank – In rialzo tutte le big – Ecco le cause della prestazione a doppia cifra dei titoli bancari a Piazza Affari.

Un 2017 da incorniciare per le banche italiane quotate a Piazza Affari. Dopo tre anni molto difficili, nell’anno in corso i nostri istituti hanno rialzato la testa, realizzando un mini-rally che ha consentito di recuperare, almeno in parte, le perdite accumulate nel passato e di guardare con maggiore speranza al futuro grazie anche alla maggiore solidità di sistema acquisita con i provvedimenti avallati dal Governo per stabilizzare il comparto.

Per comprendere l’andamento in Borsa dei titoli bancari, basta dare un’occhiata alle percentuali: da inizio anno ad oggi, le banche hanno guadagnato più del 20% a fronte del +10% portato a casa dal Ftse Mib. Allargando l’orizzonte temporale di riferimento, il rialzo diventa ancora più rilevante: +63% in un anno per le azioni del settore bancario, +32% per il principale indice del listino milanese.

Tra i titoli migliori troviamo Ubi Banca che da gennaio ad oggi ha registrato un rialzo superiore al 65%. L’istituto guidato da Victor Massiah, che ha recentemente chiuso con successo un aumento di capitale da 400 milioni di euro, ha senza dubbio attirato l’attenzione degli investitori grazie all’acquisto a prezzo simbolico di tre delle quattro Good Bank (Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti) create nel novembre 2015 in seguito alla procedura di risoluzione stabilita da Bankitalia nei confronti dei tre istituti in questione e di Cariferrara.

Ma i rialzi a doppia cifra coinvolgono l’intero settore bancario, a partire dalle due big, Unicredit e Intesa Sanpaolo, che da gennaio ad oggi hanno guadagnato rispettivamente circa il 27,7% e il 18,4%. Bene anche Banco Bpm (+31,5%) e Banca IFIS (+37,3%).

Gli investitori di Piazza Affari sono dunque tornati a guardare (e ad acquistare) i titoli bancari italiani premiando gli sforzi effettuati per cancellare i rischi sistemici. Tra esse, impossibile non citare i due casi più eclatanti dell’ultimo: l’intervento dello Stato nel Monte dei Paschi, che nei giorni scorsi ha presentato un piano industriale che “prevede una ristrutturazione di tutto l’impianto organizzativo della banca”, e quello di Intesa Sanpaolo che ha contribuito a salvare le banche venete sul quale l’Antitrust si è espressa ieri, 10 luglio, dando il via libera all’operazione.

Ad incidere sul mini-rally delle banche su Piazza Affari anche il successo ottenuto dal più grande aumento di capitale della storia italiana realizzato da Unicredit lo scorso febbraio. Un’iniezioni di fiducia, di cui ha beneficiato l’intero comparto, che ha rappresentato un segnale di solidità e stabilità in un periodo in cui le incertezze globali hanno zavorrato i listini internazionali, compromettendone la tenuta.

Guardando all’estero, occorre tenere in considerazione anche l’effetto contagio derivante dalle ottime performance realizzate a Wall Street dalle grandi banche statunitensi che, dopo aver macinato utili e aver beneficiato delle indiscrezioni sulla riforma finanziaria promessa da Donald Trump, si avviano verso operazioni transnazionali di merger & acquisition.

In ultimo cominciano a manifestarsi anche i primi presagi del tapering. La fine del Quantitative easing adombrata dalla Bce nelle ultime minute ha dato nuova linfa alle banche. L’innalzamento progressivo dei tassi d’interesse da parte dell’Eurotower consentirà di far tornare in attivo il margine di intermediazione degli istituti di credito, aumentando dunque i loro profitti.

Riassumendo, nonostante le difficoltà non siano state ancora del tutto archiviate, i progressi realizzati nel corso dell’anno hanno consentito alle banche di recuperare il terreno perso in borsa, battendo il Ftse Mib due a uno.

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