Avvio di settimana molto pesante in Piazza Affari. Sotto la pressione delle banche, della crescita dell’onere del debito e del tonfo dei petroliferi, l’indice Ftse Mib precipita a -2,1%, sotto i 19 mila punti (18.925) di nuovo ai livelli dello scorso 19 dicembre.
In rosso anche le altre piazze del Vecchio Continente: Parigi scende dell’1%, Francoforte -0,8%. Ribassi sotto l’1% anche per Londra e Madrid. In Europa le vendite colpiscono in particolare i titoli petroliferi (Stoxx del settore -1,3%), delle materie prime (-1,2%) e delle assicurazioni (-1,1%).
I mercati finanziari reagiscono così alla decisione di Donald Trump di bloccare l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana. La decisione è stata criticata da molti governi, da autorità locali americane e anche da alcune grosse società, come Alphabet.
Continua la discesa delle quotazioni dei Btp: il rendimento del decennale è salito ad un massimo di 2,34% (dal 2,22% di venerdì sera). Lo spread con il Bund si è allargato a 185 punti base, ai livelli del novembre 2014.
In forte rialzo anche i rendimenti dei titoli offerti in asta (6,75 miliardi in tutto). Il Tesoro ha collocato 2,75 miliardi di euro di Btp quinquennali allo 0,92% (contro lo 0,54% precedente) e 4 miliardi di Btp a 10 anni al 2,37%, in rialzo di 60 punti base rispetto al precedente collocamento. Sono stati infine allocati 2,250 miliardi di euro in CCTeu febbraio 2024 allo 0,73%, in crescita di 16 punti base.
Petrolio in lieve calo: il Brent scende a 55,3 dollari al barile (-0,3%). Giù i petroliferi. Eni -1,56% (dopo un calo iniziale del 5% provocato da un errore nell’immissione di un ordine). Saipem -2,8%, Tenaris -2,8%.
Ancora in ribasso, sotto la pressione dell’aumento del costo del denaro, le utility: Enel -1,4%, Snam -2,3%. Telecom Italia scende dell’1,8%.
In Piazza Affari infuriano le vendite sulle banche (indice del comparto -3%). La più colpita è Unicredit (-4,62%). Oggi si tiene il Cda per l’esame dei conti e mercoledì quello per determinare il prezzo della ricapitalizzazione, che dovrebbe avere uno sconto del 30-40% sul Terp (prezzo teorico dell’azione dopo lo stacco del diritto). Dal documento di registrazione depositato oggi in Consob dalla banca emerge che a fine 2016 i conti non sono in linea alle direttive europee: a rischio, ora, cedole e dividendi. L’aumento di capitale da 13 miliardi dovrebbe partire settimana prossima.
Ubi perde il 5%, Banco Bpm -1,4%, Pop.Emilia -2,8%. Nessuna novità nel weekend sul fronte della possibile offerta di Intesa su Generali. Intesa scende del 2,4%, Generali perde il 2,4%, Mediobanca -1,9%. Cadono anche Unipol (-3,7%) e UnipolSai (-2,7%).
Non ci sono segni più nel paniere principale. Si è fermato il rialzo di StM (-0,3%), che la settimana scorsa ha guadagnato più del 15%. Fiat Chrysler -2,4%, Leonardo -2,7%. Vendite infine anche sui titoli del lusso: Ferragamo -2,5%, Yoox -3,4%.