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Borsa, Ftse Mib sotto quota 20 mila malgrado l’impennata Ubi

Non è bastato il balzo tecnico di Ubi a salvare il Ftse Mib che ha smarrito quota 20 mila, trascinato giù dei tonfi di Stm e Moncler

Borsa, Ftse Mib sotto quota 20 mila malgrado l’impennata Ubi

Piazza Affari perde lo 0,59% e scivola appena sotto la soglia psicologica dei 20mia punti, chiudendo in maglia nera (ma lontano dai minimi di giornata), una seduta contrastata nel resto d’Europa. Rimbalza Ubi, +8,25%, dopo la proroga di due giorni dell’Offerta di Intesa (-0,84%) decisa dalla Consob. Il settore bancario archivia però una giornata nervosa, a causa dello stop ai dividendi fino a gennaio da parte della Bce (per quanto atteso) e della risalita dello spread. Il differenziale di rendimento fra Btp 10 anni e Bund di pari durata s’impenna a 152 punti base (+3,02%), con un rendimento del titolo italiano in lieve incremento a 1,01%. 

Male il lusso, con Moncler -4,39% dopo i deboli risultati semestrali presentati ieri a mercati chiusi. Il Covid -19 ha impattato pesantemente sul comparto, come dimostrano anche i conti di Lvmh, che perde il 4,07%% alla borsa di Parigi. La performance pesa sul Cac 40, che cede lo 0,22%. Nel resto d’Europa è piatta Francoforte, rimbalza Madrid +1,09%, dopo lo scivolone di ieri. Bene Londra +0,41%. 

Sull’altra sponda dell’Atlantico, Wall Street è partita debole con una serie di trimestrali miste, ma sta momentaneamente arginando le perdite, mentre è in corso la riunione di politica monetaria della Fed, che termina domani e da cui non ci si aspettano mutamenti di rotta. Intanto la banca centrale americana ha deciso di estendere i suoi programmi di prestiti di emergenza a sostegno dell’economia fino alla fine del 2020. Molti, dei nove piani in atto, sarebbero dovuti scadere alla fine di settembre. L’estensione “offre certezze sul fatto che i programmi continueranno a essere disponibili per aiutare l’economia a riprendersi dalla pandemia del Covid-19”, afferma la Fed. La decisione farebbe però pensare a tempi di ripresa dell’economia più lunghi del previsto. In questo quadro l’oro prosegue la sua folle corsa e scambia oltre i 1946 dollari l’oncia, dopo aver toccato un nuovo record storico nella versione spot a 1981 dollari nella notte, quando i future hanno addirittura raggiunto il traguardo dei 2 mila dollari. Ieri sera, gli analisti di Citi hanno aggiornato il loro prezzo-obiettivo nel breve termine a 2100 dollari l’oncia, con la prospettiva di arrivare nell’arco di 6-12 mesi oltre 2300 dollari. Tra gli elementi di supporto citati, anche i flussi record di investimenti da parte degli Etf, i derivati che detengono quantità di metallo fisico, e l’inflazione stagnante.

Si rianima il dollaro. L’euro perde leggermente terreno, ma il cambio resta oltre 1,17. Prosegue la debolezza del petrolio: il Brent cede lo 0,4% a tratta a 43,73 dollari al barile.

Tornando in Piazza Affari: il listino principale è guidato da Ubi Banca, nell’ultimo giorno in cui è possibile acquistare titoli da consegnare all’Ops di Intesa Sanpaolo (visto che la Consob ha prorogato di due giorni l’offerta), con le adesioni che dovrebbero aver superato ampiamente il 50%. Inoltre il Car, il patto di sindacato che riunisce alcuni grandi azionisti della ex popolare, ha deciso di aderire all’offerta “dopo il parziale riconoscimento – spiegano i grandi azionisti che controllano quasi il 19% del capitale – del valore economico di Ubi Banca” a seguito del rilancio di Intesa con un premio di 57 centesimi per azione, oltre allo scambio di 17 titoli della banca offerente ogni 10 consegnati. L’adesione del Car garantisce all’Ops l’intera quota, proiettando Intesa verso il superamento del 66,7% di capitale di Ubi, necessario per controllare l’assemblea straordinaria.

Bene Campari, +5,42%, dopo i conti migliori delle attese. Italgas, +2,2%, in scia alla trimestrale presentata ieri. Fca +2,2%, in tandem con Peugeot, +2,42% a Parigi, a seguito dei risultati di quest’ultima e dopo che il Ceo della casa automobilistica francese si è detto fiducioso di chiudere il merger nella prima parte del primo trimestre 2021. Oltre a Moncler, le vendite affossano Stm, -5,24%; Interpump -2,92%; Prysmian -2,62%. 

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