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Borsa di Milano Toro e Leonardo protagonista con l’Ipo Drs

Il Ftse Mib supera di slancio i 24.000 punti: il mercato vede la ripresa anche grazie al piano vaccini. Leonardo lancia l’Ipo sul 22% di Drs, un’operazione da 807 milioni checonvince gli investitori – Auto, banche, tlc al centro della rotazione dei portafogli

Borsa di Milano Toro e Leonardo protagonista con l’Ipo Drs

L’Italia, di nuovo in clausura, brilla tra i listini azionari: meglio della Cina, più impegnata a frenare la bolla immobiliare che a finanziare le iniziative fintech, più del resto d’Europa, pur positivo. I mercati hanno deciso che l’Italia, dopo anni difficili segnati da diverse false partenze, torna a meritare fiducia. Anzi, il piano vaccinale di Mario Draghi che prevede che venga immunizzato entro settembre l’80% degli italiani con un’accelerazione delle vaccinazioni a partire da metà aprile merita la massima fiducia, al punto che, dopo il rialzo del 5% della scorsa settimana(+9,60% da inizio anno) l’indice principale della Borsa meneghina è partito stamane all’assalto di vette ormai dimenticate: dopo aver superato di slancio i 24 mila punti (24.300 punti alle 12), il prossimo traguardo quota 25 mila, una vetta che non viene sfiorata dall’inizio del 2020.

 Ad avvicinare il bersaglio ci ha pensato Leonardo. L’ex Finmeccanica ha appena annunciato il lancio dell’Ipo sulla quota di minoranza della controllata Drs quotata a Wall Street. Il gruppo della Difesa offrirà sul mercato 31,9 milioni di titoli in una forchetta di prezzo compresa tra i 20 e i 22 dollari. Leonardo Us Holding prevede anche l’offerta ai sottoscrittori di un’ulteriore quota di 4,785 milioni di titoli allo stesso prezzo nei 30 giorni successivi. Al termine del deal la holding italiana della difesa deterrà il 78% di Drs (il 74,7% in caso di esercizio integrale dell’opzione di acquisto) che chiederà l’ammissione a Wall Street.  In totale un’operazione da 807 milioni di dollari che serviranno a migliorare la posizione debitoria di Leonardo (+1,9% alle 13) ma anche a finanziare nuove iniziative della società della Difesa, probabilmente sul fronte europeo. 

Anche così trova conferma la ripresa del mercato azionario, dopo un lungo letargo. Piazza Affari, espressione di un’economia inchiodata da dieci anni e più, si muove sull’onda di quel che non è un boom, ma ha il sapore di un “dolce risveglio” reso possibile sia dalla medicina Draghi che dal superamento delle regole del fiscal compact e dalla prospettiva dell’arrivo dei fondi del Recovery Fund. L’unica incognita sul percorso del Ftse Mib, a questo punto, sembra esser rappresentata dall’ipotesi di un nuovo brusco aumento dei tassi obbligazionari Usa in occasione della riunione della Fed. Ma sembra impossibile che la banca centrale Usa voglia interrompere il rialzo appena innescato dal voto Usa sugli stimoli all’economia. E nel frattempo il rendimento del Btp decennale resta allo 0,613% con lo spread Btp/Bund pressoché stabile a 92,8 punti base: la maggior parte degli investitori sta già dando per scontato una situazione di ritorno alla normalità, con tassi in aumento, ma la tendenza non danneggerà più di tato il titolo del Tesoro.

Insomma, tanti elementi, non ultimo il recupero dei titoli energetici e il buon stato di salute del dollaro, congiurano a favorire un rimbalzo delle blue chips italiane, all’interno della rotazione dei portafogli che, finalmente, gioca a favore della Borsa italiana. Sono i settori ciclici, infatti, a guidare la corsa. L’auto, drogata dal dividendo straordinario di Stellantis ma anche dalla ripresa della domanda: le banche, in salita da cinque settimane su sei, con una performance che spinge l’indice Ftse Italian Banks sui nuovi massimi da dodici mesi. E l’elenco prosegue con il lusso ed il retail più altri comparti danneggiati dal lockdown. Perfino le tlc, uno dei settori più trascurati, si è rimesso in moto: il comparto Tlc europeo ha portato a termine la miglior settimana dal marzo 2020 con un guadagno del 6,50% contro il +4,40% registrato dallo Stoxx globale.

Le ragioni? Il recupero dei ritardatari ha premiato un settore ” a buon mercato” con un P/U di 16 volte ma anche uno dei più remunerativi sotto il profilo dei dividendi, con uno Yield medio del 4,20%. 

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