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Borsa chiusura 5 aprile: Usa ed Europa vanno in direzioni opposte. Wall Street e Nasdaq corrono, Milano e la Ue soffrono

Lo slancio dell’occupazione americana oltre le attese dà sprint a Wall Street e soprattutto al Nasdaq. In Europa continua invece la presa di benefici e a soffrire sono soprattutto le utilities e Mps

Borsa chiusura 5 aprile: Usa ed Europa vanno in direzioni opposte. Wall Street e Nasdaq corrono, Milano e la Ue soffrono

Le borse europee chiudono la seduta di oggi in rosso e archiviano la prima ottava negativa da settimane, in scia alle perdite della vigilia di Wall Street e in un contesto geopolitico sempre più inquietante, mentre si temono attentati terroristici anche nel Vecchio Continente.

Oro superstar e occupazione Usa alle stelle

Un mix che crea incertezza e fa convergere gli acquisti sull’oro ( a nuovi massimi, oltre i 2326 dollari l’oncia), mentre salgono ancora i prezzi del petrolio, con il future Brent giugno 2024 che agguanta i 91 dollari al barile.

Il greggio sta per lasciarsi alle spalle la seconda settimana di guadagni, sostenuto dalla miccia mediorientale, dai timori per un restringimento dell’offerta e dalle aspettative di crescita della domanda, in un momento in cui le economie migliorano. Soprattutto la forza degli Usa continua a stupire: il rapporto sull’occupazione di marzo dimostra che la prima economia del mondo è capace di creare molti più posti del previsto. A New York, al momento (e nonostante il terremoto) si guarda il bicchiere mezzo pieno e i listini tentano il rimbalzo (Nasdaq +1,2%).

Europa in ritirata; Wall Street rialza la testa

Piazza Affari perde l’1,29% e salva di un soffio i 34mila punti base, zavorrata dalle vendite su banche e utility. È simile la chiusura a Francoforte -1,29%, Parigi -1,11%, Madrid -1,63%, mentre contengono le perdite entro l’1% Londra -0,85% e Amsterdam -0,4%.

Oltreoceano Wall Street invece rialza la testa dopo le forti perdite di ieri, dovute in parte alle dichiarazioni aggressive di Neel Kashkari, presidente della Fed di Minneapolis, secondo il quale non ci saranno tagli ai tassi d’interesse quest’anno, a meno che non vengano raggiunti ulteriori progressi sull’inflazione.

Oggi sul piatto delle notizie arriva un altro carico da 90: negli Usa i posti di lavoro aggiunti a marzo sono 303 mila (escluso il settore agricolo), contro un aumento atteso intorno a 200 mila; la disoccupazione scende al 3,8% dal 3,9% (in linea con le stime); i salari orari medi salgono di 12 centesimi, +0,35%, a 34,69 dollari, +4,14% rispetto a un anno prima, ma in rallentamento rispetto alla crescita di febbraio e forse è questo che fa salire il barometro della borsa di New York.

Il quadro macro, letto in chiave Fed, non sta quindi aggravando il bilancio settimanale di Wall Street e anche il dollaro si appiattisce (1,083 il cambio con l’euro). Soffrono invece i T-Bond, che mostrano prezzi in calo e tassi in rialzo, con il decennale indicato al momento al 4,37%.

Piazza Affari argina l’onda d’urto con Eni e Leonardo

Piazza Affari chiude oggi la peggior settimana su dieci.

Tra i settori più venduti c’è quello bancario, guidato da Mps -3,13%. Male anche le big Unicredit -1,55% e Intesa -1,65%-

In fondo a paniere ci sono poi molte utility: Snam -3,95%, Italgas -3,65%, Terna -2,62%, Enel -2,3%. Il settore auto è contrastato: Ferrari fa un piccolo passo avanti (+0,1%), mentre Stellantis perde l’1,8% a causa di dati deludenti sulle immatricolazioni negli Stati Uniti. A ciò si aggiunga che, negli stabilimenti del gruppo in Italia, secondo la Fim-Cisl, nel primo trimestre la produzione di autoveicoli e furgoni commerciali è scesa del 9,8%.

Chiude una giornata no Telecom -1,27%, che stamattina ha annunciato un finanziamento ponte da 1,5 miliardi di euro in vista del closing dell’operazione di cessione di NetCo.

In questa valle di lacrime, a fare eccezione sono solo quattro titoli. Il migliore è Eni, +1,04%, che beneficia del rialzo del prezzo del petrolio. Per Banca Akros le azioni del cane a sei zampe sono da “comprare” anche perché i target della società si basano su un prezzo del greggio di 80 dollari al barile. Inoltre il gruppo ha detto ieri che presenterà all’assemblea di aprile il piano di buyback già annunciato a metà marzo.

Si distingue in positivo Leonardo, +0,82%, sostenuta dal clima bellico globale. Riescono ad affacciarsi nella pagina dei rialzi anche Iveco (+0,18%) e Ferrari.

Tra i piccoli va in orbita Green Thesis, +132,07%, dopo l’annuncio che l’azionista di riferimento prepara un’opa per il delisting della società.

Spread in rialzo

Con la Fed sempre sotto esame e T-Bond in preda alla volatilità non se la passa bene neppure la carta italiana. Oggi lo spread tra Btp e Bund di durata decennale torna ad allargarsi a 141 punti base, con rendimenti rispettivamente al 3,78% e 2,37%.

Intanto la Banca d’Italia conferma le sue previsioni sulla crescita economica del Belpaese (+0,6% nel 2024), mentre abbassa quelle sull’inflazione all’1,3% (dalle stime fatte a dicembre dell’1,9%).

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