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Borsa chiusura 15 febbraio: Piazza Affari regina d’Europa avvista quota 32 mila sulla scia di Stellantis (+5,4%)

Il boom di Stellantis sulla base dei soddisfacenti risultati di bilancio del 2023 dà sprint al Ftse Mib dove brillano anche Prysmian, Moncler e Diasorin

Borsa chiusura 15 febbraio: Piazza Affari regina d’Europa avvista quota 32 mila sulla scia di Stellantis (+5,4%)

Stellantis (5,74%) e Prysmian (+4,71%) hanno dato oggi la carica a Piazza Affari, che chiude regina in Europa con un rialzo dell’1,17% a 31.694 punti base. Il quadro è positivo anche sulle altre piazze continentali, nonostante il taglio delle stime di crescita da parte della Commissione Ue e la recessione tecnica britannica. Francoforte sale dello 0,59%, Parigi +0,86%, Amsterdam +0,46%, Madrid +0,08%, Londra +0,41%.

Sotto una pioggia di dati macro sono state soprattutto le trimestrali a imprimere una direzione ai mercati europei (in particolare i dati record di Stellantis fanno brillare il titolo a Milano e Parigi, ma anche a New York), mentre Wall Street si muove contrastata (Nasdaq -0,26%), dopo il rimbalzo della vigilia, appesantita soprattutto dai titoli tecnologici. Pesa sul DJ (+0,37%) il calo di Cisco System (-2,5%), che ha annunciato l’intenzione di tagliare il 5% della forza lavoro. Sono in rosso Apple (-0,9%) e Microsoft (-0,83%), ma anche Nvidia (-0,89%) perde terreno, dopo i progressi che le hanno consentito di chiudere ieri come terza società per capitalizzazione, davanti ad Amazon (-1,44%) e Alphabet (-2,53%).

In un contesto sempre più esplosivo in Medio Oriente intanto il petrolio ritrova slancio e il Brent si apprezza dell’1,28% a 82,65 dollari al barile.

Euro in progresso sul dollaro, in un contesto macro stagnante in Europa e tonico negli Usa

Sul mercato dei cambi l’euro rosicchia oggi decimali al dollaro, portandosi a 1,078, mentre i banchieri centrali restano alle prese con le attese degli investitori di un taglio del costo del denaro il prima possibile. Questa meta però sembra allontanarsi negli Usa, per un ciclo macroeconomico oltre ogni attesa e anche in Europa, nonostante una situazione stagnante.

Oggi la Commissione Ue ha aggiornato al ribasso le previsioni di crescita del PIL 2024 e 2025: dopo il +0,5% nel 2023, l’economia della zona euro dovrebbe salire quest’anno dello 0,8% e nel 2025 dello 1,5%. A novembre Bruxelles stimava rispettivamente +1,2% e +1,6%.

Il tasso di inflazione invece dovrebbe trovarsi quest’anno al 2,7% (dimezzato rispetto al 2023, +5,4%) per scendere l’anno prossimo al 2,2%. A novembre la stima era rispettivamente di 3,2% e 2,2%. La presidente della Bce Christine Lagarde ribadisce però che Francoforte seguirà un approccio dipendente dai dati. “L’ultima cosa che voglio è che la Bce assuma decisioni avventate” sul taglio dei tassi “per poi vedere rimbalzare l’inflazione e dover tornare indietro assumendo delle nuove misure restrittive”.

Tornando agli effetti dell’andamento economico sul mercato valutario, sale lievemente la sterlina contro dollaro, anche se oggi è emerso che l’economia britannica è caduta in recessione nella seconda metà del 2023. Il PIL si è contratto dello 0,3% nell’ultimo trimestre dopo essere diminuito dello 0,1% tra luglio e settembre, in misura superiore alle attese degli analisti.

Lo yen galleggia su un cambio contro il biglietto verde intorno a 150, dopo che il Giappone ha rivelato di essere scivolato inaspettatamente in recessione alla fine dell’anno scorso, perdendo il titolo di terza economia mondiale a favore della Germania, che pure non se la passa bene. Questo allontana comunque il rischio che la banca centrale nipponica abbandoni la sua politica monetaria ultra accomodante. Non a caso anche oggi il Nikkei di Tokyo ha guadagnato l’1,22%.

Dagli Usa le notizie macroeconomiche del giorno sono in chiaroscuro e forse questo sta leggermente pesando sulla divisa statunitense: le vendite al dettaglio di gennaio sono scese dello 0,8%, in misura superiore alle attese (-0,3%); i prezzi alle importazioni e alle esportazioni sono saliti per la prima volta da settembre; le richieste dei sussidi di disoccupazione settimanali sono ai minimi dell’ultimo mese; gli indici manifatturieri di Philadelphia e New York sono saliti oltre le previsioni, con il primo di nuovo espansione. Delude la produzione industriale, scesa a gennaio dello 0,1%.

Piazza Affari vola nonostante le banche

Piazza Affari continua a vivere la sua luna di miele con gli investitori e ha corso oggi con Stellantis, che ha aumentato la cedola del 16%. Inoltre sembrano evaporate le tensioni con il governo: l’ad Carlos Tavares ha detto che c’è un futuro per gli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori, per raggiungere l’obiettivo di un milione di vetture prodotte in Italia, concordato con l’esecutivo e si è detto grato per gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche.

Sul podio del listino oggi c’è anche Prysmian, che ha perfezionato l’accordo su tre commesse dal valore aggregato di cinque miliardi circa. Il titolo ha beneficiato anche di una guidance migliore delle attese annunciata dalla concorrente francese Nexans.

La ventata di ottimismo ha investito inoltre Moncler +3,55%, Diasorin +3%, Campari +2,11%, A2a +1,84%. Rimbalza anche Mediobanca +1,57%, mentre arretrano i titoli di istituti di credito come Banco Bpm -3,07%, Mps -2,25%, Unicredit -0,45%. Per quanto riguarda la banca guidata da Giuseppe Castagna si fa sentire la notizia dell’uscita della Fondazione Crt dal capitale.

La maglia nera del giorno va a Interpump -3,83%, in grande spolvero nella seduta precedente-

È timidamente positiva Telecom, +0,36%, dopo conti del quarto trimestre migliori delle attese secondo Equita.

Spread in calo

Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata si restringe a 151 punti base, con i tassi che scendono rispettivamente al 3,83% e 2,33%.

Intanto la Commissione europea, nelle sue nuove previsioni, lima le stime di crescita anche per l’Italia nel 2024, allo 0,7% rispetto allo 0,9% ipotizzato lo scorso novembre. È confermata invece una proiezione all’1,2% per il 2025.

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