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Borsa 8 aprile: listini in rialzo in attesa di inflazione Usa e Bce. A Milano riflettori su Tim che smentisce Merlyn. Per l’oro nuovo record

Gli occhi degli investitori sono già concentrati sull’inflazione Usa di mercoledì e sulla riunione della Bce di giovedì. Milano tra le migliori, in calo il petrolio, sale il rendimento sul Btp decennale benchmark

Borsa 8 aprile: listini in rialzo in attesa di inflazione Usa e Bce. A Milano riflettori su Tim che smentisce Merlyn. Per l’oro nuovo record

Le Borse europee avviano la nuova settimana all’insegna dei rialzi, ma gli occhi di tutti sono già concentrati sulle banche centrali: mercoledì dagli Usa arriverà il tanto atteso dato sull’inflazione di marzo che potrebbe sciogliere i dubbi sulle intenzioni della Federal Reserve dopo le parole pronunciate la settimana scorsa dal “falco” Neel Kashkari, presidente della Fed di Minneapolis, che ha avvertito che non ci saranno tagli ai tassi d’interesse se non saranno raggiunti ulteriori progressi sull’inflazione. Giovedì invece è attesa la decisione della Banca centrale europea sui tassi. Nessun movimento atteso, ma orecchie tese e pronte a carpire indicazioni sulle future mosse dell’Eurotower. In Europa, infatti, i prezzi al consumo stanno scendendo più velocemente rispetto a quanto accade negli Stati Uniti e nel Regno Unito, motivo per il quale c’è chi comincia a pensare che Francoforte potrebbe iniziare a tagliare i tassi di interesse prima delle altre banche centrali, anche se gli investitori non si aspettano cambi di rotta prima di giugno.

Nel frattempo, sul fronte macro, notizie in chiaroscuro arrivano dalla Germania, dove a febbraio la produzione industriale è salita del 2,1% su mese. Sempre a febbraio, invece, il surplus commerciale di Berlino ha raggiunto 21,4 miliardi di euro (dati destagionalizzati), dato sotto le stime e inferiore ai 27,6 miliardi di euro di gennaio 2024. 

Borsa 8 aprile: listini in cauto rialzo

In questo contesto, le Borse europee provano a lasciarsi alle spalle i forti ribassi di venerdì. Piazza Affari sale dello 0,6% a quota 34.212 punti base, realizzando al momento la miglior performance tra i principali listini europei. Guadagna lo 0,42% Francoforte, mentre Parigi avanza dello 0,38% con Atos che vola del 20% dopo che Butler Industries ha annunciato domenica l’adesione al consorzio formato dal gruppo Onepoint per salvare la società francese, da tempo in pesanti difficoltà. Rispetto all’inizio dell’anno la quotazione rimane comunque in calo del 67% circa.

Tornando ai listini, regna la calma piatta sulle altre piazze con Madrid, Amsterdam e Londra che navigano a vista attorno alla parità. 

Da segnalare anche quanto accaduto in Asia, con il Nikkei di Tokyo che ha chiuso in rialzo dello 0,91% trainata dai titoli dell’elettronica e dell’auto e dai forti dati sull’occupazione negli Stati Uniti che hanno rafforzato la fiducia nell’economia a stelle e strisce. In luce Renesas Electronics, che ha guadagnato il 3,6% e Suzuki Motor che è salita del 3,5%. 

Borsa 8 aprile: Piazza Affari avanza di oltre mezzo punto, i titoli in evidenza

A Piazza Affari è Interpump (+3,1%) la maglia rosa, seguita a ruota da Iveco (+2,8%). Avanza dell’2,16% A2A, mentre Diasorin guadagna il 2,11% dopo che Ubs ha avviato la copertura con un “buy” e obiettivo di prezzo a 105 euro per azione.

In scia alle tensioni geopolitiche, continua l’avanzata di Leonardo (+1,68%), mentre tra i petroliferi si mette in luce Saipem (+1,66%) in una giornata di ribassi per l’oro nero.

Tra i titoli peggiori c’è invece Mps (-0,54%), con Campari (-0,34%) e Banca Pop Sondrio (-0,22%). Viaggia intorno alla parità Eni che venerdì era stato l’unico titolo del Ftse Mib a salvarsi dalle vendite grazie all’annuncio del piano di buyback.

A Milano Tim sotto i riflettori

Tra i protagonisti della giornata c’è anche il titolo Telecom Italia (+1,6%). Il 7 aprile, Tim ha inviato una lettera a Merlyn e per conoscenza alla Consob, sottolineando le informazioni “price sensitive, in quanto idonee a incidere sul corso del titolo della società, non veritiere o, quantomeno, fuorvianti” arrivate dal fondo attraverso la comunicazione ai soci e l’intervista a Repubblica.

Tim, che stamattina ha diffuso anche un comunicato stampa sulla vicenda, scrive nella missiva che in primo luogo, l’affermazione che non sussisterebbe un piano alternativo, di emergenza rispetto a quello della vendita della rete, “è falsa”. Quanto alle accuse di svendita dell’asset, gli elementi economici dell’operazione “al contrario sono stati tutti confortati da puntuali e indipendenti analisi da parte di primarie società bancarie e di consulenza strategica”. Appare, inoltre, “destituita di fondamento l’affermazione in ordine al ricorso ad un aumento di capitale”. Infine, afferma la lettera, “sul tema dell’operazione NetCo si fa riferimento a un piano di emergenza nell’ipotesi in cui: il deal non si possa migliorare, così sottendendo che si intenderebbe non rispettare (o comunque modificare) i contratti sottoscritti da Tim con la controparte alle attuali condizioni; ovvero ci sia un ritardo nell’autorizzazione antitrust, accostando la questione alla vicenda Ita-Lufthansa, così suggestionando i lettori sull’esistenza di asseriti problemi nell’autorizzazione antitrust (che nel caso sta procedendo secondo le tempistiche concordate), peraltro riferendosi a un’operazione di concentrazione che ha natura completamente differente rispetto a NetCo, dove non solo non c’è una concentrazione, ma si realizza invece la deverticalizzazione di un incumbent”. 

Tim ha chiesto, dunque, a Merlyn e “all’estensore dell’intervista di rettificare i punti di cui sopra con un apposito comunicato stampa da rilasciare prima della apertura del mercato”.

Nuovo record per l’oro, giù il petrolio

Non si ferma più la corsa dell’oro, che ha aggiornato i massimi toccando quota 2.372,45 dollari l’oncia, salvo poi ripiegare sopra quota 2.358 dollari. Nuovo record anche per prezzo spot, che dopo aver raggiunto quota 2.353,95 dollari, viaggia ora a 2336.475 dollari.

Sono invece in calo i prezzi del petrolio, con gli investitori che continuano a monitorare la crisi in Medio Oriente. Il Brent cala dello 0,7% a 90,55 dollari al barile, il Wti cede lo 0,67% a 86,33 dollari al barile. In ribasso dell’1,9% a 26,1 euro al megawattora il prezzo del gas naturale sulla piattaforma Ttf di Amsterdam. 

Non si muove lo spread, ma sale il rendimento sul decennale

Sul secondario, è stabile lo spread tra Btp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il decennale italiano e il corrispondente tedesco è a quota 136 punti base. Aumenta invece il rendimento del BTp decennale benchmark che si attesta al 3,815%, dal 3,78% del riferimento della vigilia.

Sul mercato dei cambi, è poco mosso il cambio euro/dollaro che si muove a 1,0822, livello simile a quello di venerdì.

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