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Borsa 30 gennaio: Stellantis e le banche danno slancio a Piazza Affari che torna la regina d’Europa mentre Wall Street arranca

Trascinata dal rialzo di Stellantis e dei titoli bancari, Piazza Affari rimbalza ed è oggi la miglior Borsa d’Europa, malgrado il crollo di Saipem – L’allontanarsi del taglio dei tassi indebolisce invece Wall Street

Borsa 30 gennaio: Stellantis e le banche danno slancio a Piazza Affari che torna la regina d’Europa mentre Wall Street arranca

Piazza Affari festeggia oggi la buona tenuta dell’economia nazionale nell’ultimo trimestre 2023 e chiude con un rialzo dell’1,29% a 30.623 punti base, nuovamente ai massimi dal 2008, al traino di Stellantis (+3,83%) e banche, nonostante il peso negativo di Saipem (-12,72%).

Nel resto d’Europa il clima è più tiepido ad Amsterdam +0,01%, Francoforte +0,18%, Parigi +0,52% e Londra +0,42%, mentre Madrid svetta con un guadagno dell’1,56%, grazie al balzo di Bbva (+6,3%) che ha chiuso il 2023 con l’utile oltre 8 miliardi di euro.

Nel pomeriggio le indicazioni provenienti da Wall Street sono state in chiaroscuro, con un avvio debole della borsa statunitense dopo i record toccati ieri. Il clima è attendista, alla vigilia delle decisioni della Federal Reserve, che quasi sicuramente non toccherà il costo del denaro, ma potrà fornire nuovi indizi sul tempi della traiettoria futura, tenendo conto che le scommesse su un taglio dei tassi già a marzo restano vicine al 50%. Questa sera inoltre, a mercati chiusi, pubblicheranno le trimestrali colossi tech come Microsoft (+0,5%) e Amazon (-0,47%), mentre domani sera toccherà, tra gli altri, ad Apple (-0,94%). Intanto Ups va a picco (-7,5%) ed è tra i peggiori dello S&P500 dopo conti sotto le attese, una guidance deludente e l’annuncio di un taglio di 12mila posti di lavoro.

Sul mercato valutario è stabile l’euro-dollaro, intorno a 1,083. Appare piatto al momento anche il petrolio, con il Brent a 82,48 dollari al barile (+0,1%). Sale il future febbraio del gas ad Amsterdam, che si riavvicina a 30 euro al MWH.

Pil eurozona: nel gruppo di lepri l’Italia, ma il FMI vede il Belpaese in coda nel 2024

La zona euro ha evitato la recessione tecnica di un soffio nell’ultimo trimestre dello scorso anno, secondo la stima preliminare di Eurostat, che vede un pil invariato grazie alla crescita di Spagna (+0,6%), Portogallo (+0,8) e Italia (+0,2%), che compensa il calo trimestrale della Germania (-0,3%) e l’andamento piatto della Francia. 

Per il Belpaese l’Istat prevede una crescita complessiva 2023 dello 0,7%, dopo il +3,7% del 2022. Nel Nadef la stima era di +0,8%, ma dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas, anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti teme il rischio di un rallentamento e quindi di una revisione al ribasso delle previsioni.

Lo stesso pensa il Fondo Monetario Internazionale, che si proietta anche al 2024 e nell’aggiornamento del “World Economic Outlook”, reputa la crescita italiana nuovamente allo 0,7%, inferiore a quella dell’intera zona euro (+0,9%), di Francia (+1%) e Spagna (+1,5%), superiore a quella tedesca (+0,5%).

Fuori dal blocco l’FMI vede correre la Russia, +2,6% (con una revisione al rialzo dell’1,5%) grazie a una crescita piu’ forte del previsto nel 2023 dovuta alle alte spese militari e ai consumi privati, sostenuti da una crescita dei salari dovuta a un mercato del lavoro teso. Anche le previsioni per gli Stati Uniti salgono al 2,1% dall’1,5%. Grazie all’inattesa resilienza degli Stati Uniti, lo stimolo fiscale della Cina e l’andamento di economie emergenti salgono leggermente le stime anche sulla crescita globale.

A Piazza Affari rally di Stellantis e banche

Il quadro macroeconomico ha in ogni caso sostenuto l’umore del listino, trascinato anche da altre notizie. In particolare tra le blue chip campeggia Stellantis, galvanizzata dai conti di GM (+6,28% a New York), che nel 2023 ha registrato un utile in crescita dell’1,9% a 10,12 miliardi di dollari e ricavi a 171,84 miliardi (+9,6%); anche il quarto trimestre è risultato superiore alle previsioni. A Milano si mette in scia Ferrari +1,74%.

Il settore bancario rialza la testa, dopo la seduta piatta di ieri guardando ai numeri della rivale spagnola. Intesa apre le danze con un progresso del 3,42%, seguita da Banco Bpm +3,09%, Mps +2,79%, Bper +2,82% (in scia l’azionista Unipol +1,89%).

Tra le utility si apprezza A2a +2,13%.

Il tonfo di Saipem pesa ovviamente sul listino, in un settore petrolifero in ogni caso debole. A innescare le vendite sul titolo della oil service è stato un mix di notizie negative. In primo luogo un incidente sulla nave Castorone al largo delle acque australiane durante le normali operazioni di posa delle tubazioni e poi un report di Morgan Stanley secondo cui il governo dell’Arabia Saudita ha deciso che Saudi Aramco mantenga la capacità produttiva massima di petrolio a 12 milioni di barili al giorno, annullando la direttiva del 2020 che prevedeva un aumento a 13 milioni.

Arretra pesantemente anche Tenaris -2%.

La giornata è negativa per Telecom, -2,08%, già in ribasso ieri. Nell’automotive scivola Pirelli -0,7%, dopo la notizia che l’antitrust sta effettuando ispezioni senza preavviso presso le sedi di aziende attive nel settore degli pneumatici in diversi Stati membri per valutare eventuali violazioni delle norme dell’Unione Europea. 

Generali chiude una seduta in lieve rialzo (+0,15%), nel giorno dell’Investor day e dopo l’annuncio di un piano di buyback di 500 milioni di euro. 

Fuori dal paniere principale è ancora in ribasso Saras -6,85%, mentre Rai Way sale dell’1,63% a seguito di indiscrezioni Bloomberg sull’investitore attivista Clearway Capital che avrebbe acquistato una quota nel capitale della società con l’obiettivo di fare pressione per una fusione con Ei Towers.

Spread e tassi in rialzo

Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata sale a 157 punti base (+1,92%), su prese di profitto sulla carta europea, che vede tassi in rialzo. Il Btp è indicato in chiusura al 2,81% e il Bund al 2,24%.

Oltreoceano i T-Bond galleggiano, con il Treasury che mostra un tasso poco più alto del 4% in attesa del Fed e dopo i guadagni della vigilia, sorretti da una riduzione sulla stima del fabbisogno di prestiti grazie all’andamento dell’economia a stelle strisce migliore delle attese.

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