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Borsa 22 gennaio chiusura: lo stacco cedola di Enel e Snam frena Piazza Affari, Europa in rialzo, Wall Street al record

Milano è l’unica piazza finanziaria europea in rosso ma solo perché oggi è stata giornata di distribuzione dei dividendi di grandi gruppi – S&P colleziona nuovi record

Borsa 22 gennaio chiusura: lo stacco cedola di Enel e Snam frena Piazza Affari, Europa in rialzo, Wall Street al record

Appesantita dallo stacco cedole di Enel (-0,99%) e Snam (+0,69%) e dalle perdite di Ferrari (-2,22%), Piazza Affari chiude oggi in ribasso dello 0,33% a 30.182 punti base, mentre l’andamento mattutino è nuovamente a livelli record a Wall Street.

Il quadro è verde nel resto d’Europa: Francoforte +0,77%, Londra +0,39%, Parigi +0,56%, Amsterdam +0,86%, Madrid +1,12%.

Sul mercato dei cambi l’euro dollaro staziona in area 1,09, mentre tra le materie prime i prezzi del greggio sono in rialzo con una situazione geopolitica ogni giorno più tragica, tra i conflitti in Medio Oriente e quello in Ucraina, mentre crescono le tensioni in Corea del Nord. In questo contesto i prezzi dell’oro nero salgono, ponendo in secondo piano eventuali preoccupazioni sulla domanda. 

Il Brent guadagna l’1,37% e tratta a 79,64 dollari al barile; il Wti sale dell’1,52% a 74,36 dollari al barile. 

S&P 500 su nuovi massimi

A sostenere i listini continentali sono stati soprattutto i titoli tech e l’ottimismo della borsa statunitense, dopo che lo S&P500 venerdì ha aggiornato il suo massimo storico e anche oggi sembra avviato sulla stessa strada (+0,3%), grazie a titoli legati ai semiconduttori e mega cap. Prosegue inoltre la stagione delle trimestrali e tra le aziende che presenteranno i conti nei prossimi giorni ci sono Intel, IBM, Tesla, Netflix e J&J. Sul fronte politico americano si registra il ritiro della candidatura di Ron De Santis alle primarie repubblicane e il suo appoggio a Donald Trump. 

Giovedì la Bce 

La settimana sarà nuovamente molto importante per le banche centrali. Giovedì ci sarà la riunione mensile della Bce, domani quella della Bank of Japan, l’unica tra le grandi banche centrali che ha mantenuto fino ad oggi una politica ultra accomodante. Un atteggiamento che si è fatto sentire sullo yen, la cui debolezza ha avuto riflessi positivi sulla borsa di Tokyo. Anche oggi il Nikkei è salito dell’1,71%, portando il guadagno di gennaio a +9%.

Nei prossimi giorni si riuniranno inoltre la banca del Canada, quella della Norvegia e della Turchia. Non ci si attendono cambiamenti nella politica monetaria (tranne da quest’ultima), ma gli investitori cercheranno indicazioni sulle mosse future. Per quanto riguarda la Federal Reserve le scommesse su un primo taglio dei tassi a marzo sono scese al 50% circa dopo gli ultimi dati economici e le rigide dichiarazioni da parte dei banchieri del board. Nuovi spunti potranno arrivare in questa ottava dalla lettura preliminare del pil del quadro trimestre, dai redditi personali e dalle spese per consumi a dicembre, compreso il dato Pce sull’inflazione in uscita venerdì.    

Piazza Affari fiaccata dalle utility; bene Nexi

Lo stacco di un acconto sul dividendo 2024 da parte di Enel e Snam ha prodotto un effetto tecnico sul listino di -0,43%, al netto del quale anche il Ftse Mib sarebbe salito leggermente. Inoltre hanno sofferto le utility su tutte le piazze europee e Milano non ha fatto eccezione: A2a – 1,18%, Hera -0,67%. Nell’energia arretra Eni -0,07%, che nei giorni scorsi è stata al centro dell’attenzione per indiscrezioni sulla possibile cessione di una quota da parte del governo. Oggi, in un’intervista Tv che andrà in onda questa sera, la premier Giorgia Meloni ha parlato anche di privatizzazioni, dicendo che il documento economico di bilancio stima da queste un’entrata di 20 miliardi in 3 anni. “Possiamo cedere alcune quote di società pubbliche senza compromettere il controllo pubblico, e su alcune società interamente di proprietà dello Stato possiamo cedere quote di minoranza a dei privati”, ha osservato. Tra i dossier sul tavolo quello di Ferrovie.

Tra le banche s’indebolisce Bper -0,66%.

Il più robusto rialzo del giorno è quello di Stm, +2,58%. Nexi guadagna il 2,3%, con il settore dei pagamenti rinvigorito dal fatto che Crédit Agricole è entrato in Worldline con una quota del 7% e con l’intenzione di diventare un socio di minoranza di lungo termine. Questa mossa ha riacceso anche le voci sul prossimo riassetto dell’azionariato di Nexi in cui sono presenti Cdp (con il 13,5% circa) e diversi fondi di private equity, soci di lungo corso.

Tra i titoli petroliferi progredisce Tenaris +1,91%. Tra i titoli finanziari bene Unipol +2,13% e Azimut +1,52%.

Spread poco mosso e tassi calo

In attesa della riunione della Bce si muove stabile il secondario italiano. Lo spread tra Btp e Bund decennali chiude a 157 punti base, con tassi in calo rispettivamente al 3,82% (da 3,87%) e 2,25% (da 2,3%).

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