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Bollette: non c’è l’accordo sul “contributo di solidarietà”

In Consiglio dei ministri la maggioranza si divide sulla proposta di Draghi volta a limitare il rincaro dell’energia – Si discute anche su un’altra misura dell’ultim’ora: un taglio contributivo una tantum per il 2022

Bollette: non c’è l’accordo sul “contributo di solidarietà”

Niente da fare sul fronte delle bollette. In Consiglio dei ministri, i partiti non hanno trovato un accordo sul “contributo di solidarietà” a carico degli italiani più ricchi per rendere meno pesante il rincaro di luce e gas. La misura era stata proposta dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della cabina di regia sulla legge di bilancio.

In sostanza, l’intervento consisteva in un prelievo sui redditi sopra i 75mila euro l’anno (circa un milione di contribuenti, pari al 2,43% del totale), che si sarebbero visti annullare i benefici connessi al taglio dell’Irpef (altra misura prevista dalla manovra 2020). Non si sarebbe trattato, quindi, di un amento delle tasse, ma di una mancata riduzione. In questo modo, le casse pubbliche avrebbero recuperato 248 milioni di euro da investire per sterilizzare almeno in parte il rincaro delle bollette energetiche. Stando alle prime indiscrezioni, il contributo di solidarietà sarebbe stato rifiutato da Movimento 5 Stelle, Italia Viva e Centrodestra. Favorevoli, invece, Pd e Leu.

Al di là della rimodulazione dell’Irpef, su cui l’intesa politica è già chiara da tempo, in Cdm si cerca la quadra anche su un’altra misura dell’ultim’ora: un taglio dei contributi una tantum per il 2022 da finanziare con un miliardo e mezzo di euro ricavati dai risparmi della riforma di Irpef e Irap. Il punto su cui si discute è la soglia massima di reddito entro cui concentrare il taglio contributivo: si era parlato di 35mila euro, ma il dibattito continua.

Intanto, il Movimento 5 Stelle annuncia di aver preparato l’emendamento alla manovra per che cancella il tetto Isee per accedere al Superbonus sulle villette: “La rimozione del tetto ISEE per la proroga del Superbonus alle unifamiliari non è un capriccio del Movimento 5 Stelle ma una richiesta che arriva dal territorio e da tutte le categorie coinvolte, innanzitutto da tecnici e imprese – si legge in una nota congiunta dei parlamentari grillini – Ecco perché abbiamo depositato un emendamento al disegno di legge di Bilancio volto a rimuovere questo paletto, che produce una discriminazione tra chi vive in condominio e può accedere all’agevolazione, nonostante un reddito magari molto elevato, e chi vive in un’abitazione unifamiliare e invece non può più fare i lavori, anche se il reddito Isee è di poco superiore al tetto introdotto dal presidente Mario Draghi e dal ministro Daniele Franco”.

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