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Biodinamica: il Molise lancia la via italiana a un nuovo rapporto con la terra

Fondazione Quid Novi e MoliseFood hanno dato vita a un progetto basato su una regione che può contare su un territorio non antropizzato, ricco di eccellenze e frutto di una tradizione solida. Già oggi il biologico conta in Molise 12.000 ettari. Il mercato totale dei prodotti biodinamici nel 2025 potrebbe arrivare a toccare 600 milioni di euro

Biodinamica: il Molise lancia la via italiana a un  nuovo rapporto con la terra

E’ pensabile una biodinamica autoctona che parli 100% italiano, si rifaccia a tradizioni e metodi di produzione della penisola da combinare con altre modalità più ancestrali, ritrovi la giusta armonia tra uomo e ambiente e diventare produzione autenticamente made in Italy e non nata su teorie e pratiche derivanti da influenze straniere?

Certo che sì, è la risposta della Fondazione Quid Novi e di MoliseFood che hanno dato vita a un progetto che sulla base della realtà complessiva del biologico molisano, possa diventare un modello per il Paese e proporsi di fare da traino al resto d’Italia, riportando alla luce il valore del territorio molisano non eccessivamente antropizzato, ricco di eccellenze e frutto di una tradizione solida che ancora resiste. Numeri alla mano, oggi il biologico del Molise può contare su 11.964 ettari, con una variazione in positivo del 6,7% in relazione al rapporto 2018-2019 dell’ultimo report dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) e del Sistema d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica (Sinab).

Un progetto ambizioso che punta a creare un soggetto in grado di regolamentare e convogliare produttori biologici che utilizzino tecniche di biodinamica generale, che non si rifacciano obbligatoriamente al filosofo e scienziato tedesco Rudolf Steiner e alla disciplina da lui fondata negli anni Venti, basata sull’interconnessione tra terreno e cielo per accrescere la fertilità della terra e migliorare il suolo per produrre piante e alimenti sani.

Insomma si tratta di tracciare una via italiana, ovvero molisana al biodinamico.

“MoliseFood ha preso a cuore il progetto – spiega il direttore generale Francesco Caterina – perché nella più piccola regione a statuto ordinario del Paese, certe cose accadono più in fretta ed il patrimonio materiale ed immateriale del territorio rischia di deteriorarsi più rapidamente che altrove”. “L’Hub è Bio – aggiunge Caterina – perché si occupa di elementi vivi ed è dinamico perché non vuole solo incentivare tecniche agricole o di allevamento che escludano o limitino l’uso di sostanze chimiche, ma intende esplorare nuove modalità produttive, per combinarle con altre più ancestrali, per ritrovare la giusta armonia tra uomo e ambiente portandoci a produrre in maniera sostenibile alimenti di qualità e salutari per l’organismo. Una vera opportunità per il Molise, territorio non eccessivamente antropizzato e ricco di eccellenze, frutto di una tradizione solida che ancora resiste”.

Caterina ricorda inoltre che all’intero progetto si lavora insieme all’avvocato Enzo Iacovino, che sta lavorando alla Regolamentazione e istituzione Nazionale e Regionale di biodistretti alimentari, anche con attenzione alla Legge regionale n. 10 del 19 10 2020 Biodiversità e con la Cim dell’onorevole Angelo Sollazzo. A questo va aggiunta l’associazione di Michele Tanna, che ha già individuato dal 2009 ad oggi oltre 170 varietà autoctone solo di meli e peri oltre ad altro biologico, biodinamico, biodistretti alimentari, biodiversità.

MoliseFood, progetto enogastronomico imprenditoriale, nato due anni fa con il coinvolgimento di circa 20 aziende agricole e artigiane in costante aumento e un paniere di prodotti di eccellenza enogastronomica e identitari della regione – per un attuale piano di sviluppo che vede tre store enogastronomici aperti a Roma e un quarto in arrivo nella zona Parioli della Capitale, e un punto vendita a Siviglia (Spagna) – ha in particolare il compito di provvedere alla selezione degli operatori, in funzione nel territorio, per l’adesione all’Hub Internazionale Bio e Dinamico, nato sotto indicazione del comparto estero che ha raccolto le istanze dei numerosi Italiani espatriati che identificano nella produzione di eccellenza italiana un’opportunità di crescita economica e personale. Hub Internazionale Bio e Dinamico ha la finalità di aprire una Farm dedicata in Molise, dove poter applicare le buone prassi individuate all’interno dell’Hub e la successiva disseminazione e replica, delle azioni e dei risultati ottenuti, su scala planetaria.

Un’analisi del mercato biodinamico europeo condotta da SG Marketing tra il 2018 e il 2020 riporta numeri confortanti per il settore. Tra il 2007 e il 2017, i consumi di prodotti coltivati con questo metodo sono  cresciuti  del  123%, e sono oggi pari al 3,5% dei consumi europei di ortofrutta bio: “Se il trend in atto sarà confermato – ha affermato recentemente Raffaello Bernardi SG Marketing – nel 2025 si stima che il mercato europeo dei  biodinamici avrà un valore di 600 milioni di euro“.

In Europa, i maggiori consumatori di prodotti biodinamici – si legge sul sito di Myfruit – sono la Germania, con il 43% dei consumi, la Francia, con il 22 e l’Italia, con il dieci: “I consumi italiani crescono a un ritmo del 96 per cento dunque inferiore rispetto alla media europea. Se, infatti, nel 2007 il mercato aveva un valore di 13,6 milioni, nel 2017 ha raggiunto i 26,7. Proiettando il trend al 2025, il mercato dovrebbe raggiungere quota 47 milioni“.

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