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Benzina, l’Ue all’Italia: “Via la tassa regionale”

L’Unione europea bacchetta l’Italia per la tassa introdotta nel 2012. Entro due mesi la decisione di revoca. Prime polemiche politiche in Puglia.

Benzina, l’Ue all’Italia: “Via la tassa regionale”

Altro che auto elettrica e  accordi con la Fiat dell’ex Marchionne. L’Italia cominci ad uscire dalle ambiguità e non tassare più i carburanti di base per le auto. La Commissione europea ha dato due mesi di tempo al governo per abolire l’imposta regionale sulla benzina, IRBA. Sappia il Presidente Conte, che quella tassa pagata da quattro anni in qua è contraria al diritto dell’Unione. In una lettera arrivata a Palazzo Chigi c’è  quanto basta per mettere in mora il governo giallo verde che ha ereditato il tributo dal governo Monti del 2012.  L’allert di Bruxelles non è altro che il primo passo verso una procedura di infrazione. Un ‘ennesima sanzione milionaria inflitta dalla Corte di Giustizia Ue in aggiunta quelle sui rifiuti e sulle acque reflue. Ovviamente la stangata, nel caso  dell’IRBA, graverebbe sulle tasche di tutti i contribuenti e non solo su quelle degli  automobilisti.  

L’imposta di 2 centesimi al litro  viene pagata  da gennaio 2012 ed è a vantaggio delle Regioni che ne fanno un uso strettamente amministrativo. Né più, né meno  poste in bilancio che arrivano dagli automobilisti. E la valutazione dell’Ue è partita proprio dall’apporto economico di chi utilizza carburanti ai bilanci regionali. Un sistema decisamente  contrario alle regole europee, nonostante le  teorie su federalismo fiscale a sostegno della tassa. L’equivoco, è stato  ricordato, nasce in parte  anche da un  Decreto Legislativo del 1990 che riconosceva alle Regioni la possibilità  di istituire tasse sulla benzina per autotrazione.  Evidentemente per  i federalisti nostrani l’autonomia locale voleva dire semplicemente più  tasse.   

La reprimenda di Bruxelles arriva nei giorni in cui si riparla di auto elettriche e di approcci con le case automobilistiche costruttrici. Il ministro Di Maio si è vantato di avere in agenda l’argomento, anche se le uniche cose viste sinora sono venute dalle aziende energetiche.  Ma se i veicoli di nuova generazione non dovranno essere spinti dai carburanti e vogliamo  che  poteri pubblici devono spingano  in questa direzione,  è chiaro che bisogna rinunciare  anche tutte le rendite derivanti dall’uso dei  carburanti inquinanti. L’altra faccia della medaglia , della rendita, è  che le Regioni inizino a stilare i  bilanci “al netto” di questi balzelli. La nota europea ,come si vede, ha implicazioni più vaste. Soprattutto se è recapitata ad ambientalisti con marchio di fabbrica, ottimi promoter.

Le prime reazioni alla nota di Bruxelles si sono avute in Puglia. Al governatore Emiliano, notoriamente sensibile alle questioni ambientali, ieri è stato  chiesto di sospendere la tassa. In attesa delle decisioni del governo nazionale la Regione può prendere le  sue iniziative. Il Senatore Dario Stefano del PD nella richiesta ha rincarato la critica, sostenendo che la tassa oltre ad essere priva di finalità specifiche  è diventata una vera e propria gabella. Insopportabile per gli automobilisti, sicuramente meno per le casse della Puglia e delle altre Regioni  che continuano ad incassare denari  “poco europei”

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