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Bce, giovedì giornata cruciale per il piano Draghi di salvataggio dell’euro ma resta il rebus Spagna

Dal board e dalla conferenza stampa di giovedì di Mario Draghi i mercati attendono il piano di interventi per salvare l’Euro: l’idea è quella di comprare bond spagnoli sul mercato secondario se però prima Madrid si decide a chiedere aiuti al fondo salva-Stati Efsf – Ma Rajoy non vuole piegarsi – Mediazione di Monti che proprio giovedì sarà in Spagna.

Bce, giovedì giornata cruciale per il piano Draghi di salvataggio dell’euro ma resta il rebus Spagna

Nella lunga crisi dell’euro la parola “cruciale” è stata fin troppo abusata perché possa ancora impressionare, ma questa settimana promette di essere davvero importante per le sorti della moneta unica e dell’Europa. Tutti gli occhi sono puntati sulla Bce e tutti aspettano di sapere in che cosa realmente consista il piano Draghi quando la scorsa settimana a Londra il presidente di Eurotower ha detto che “la Bce è pronta a fare tutto senza tabù per salvare l’euro”. Il D-day sarà giovedì quando Draghi, dopo il board della banca centrale, terrà l’attesissima conferenza stampa.

Al di là della riduzione dei tassi, che probabilmente arriverà all’inizio di settembre, e di una possibile nuova operazione di liquidità LTRO (che scatterà se le condizioni di emergenza sui mercati si faranno più critiche) l’arma cruciale sarà l’acquisto di bond della Spagna. Ma il punto è come arrivarci e quando arrivarci. Ed è qui che la partita si sposta su Madrid. Draghi, che sta conducendo un’offensiva della persuasione nei confronti della testarda Bundesbank ma che è pronto a decidere anche a maggioranza se fosse indispensabile, è orientato a riprendere gli acquisti di Buoni del Tesoro spagnoli sul mercato secondario ma a condizione – glielo chiede la Germania e ieri la Merkel ne ha accennato a Mario Monti – che Madrid faccia il primo passo e chieda ufficialmente aiuto al vecchio fondo salva-Stati (Efsf) a cui toccherebbe di acquistare Bonos nelle prossime aste. Per fare questo – e Rajoy non ha ancora deciso se varcare o no l’umiliante Rubicone – la Spagna dovrebbe sottoscrivere un Memorandum d’intesa che ne riduca la sovranità e la sottoponga a verifiche stringenti dei tecnici di Bruxelles e della Bce. Non siamo ai vincoli-capestro imposti alla Grecia ma è evidente che, se vuole il sostegno dell’Europa per i suoi Bonos e il suo spread, la Spagna è chiamata a pagare un alto prezzo.  E’ a questo punto che la Bce potrebbe scendere in campo con le sue armi. Ma ora il problema è il fattore tempo. Si riuscirà a risolvere il rebus entro giovedì quando la Bce riunirà il board e Draghi terrà la sua conferenza stampa? Se non fosse così, i pericoli di un nuovo rovescio sui mercati si farebbero forti. Il che non vuol dire che giovedì Draghi debba annunciare l’immediato acquisto di Bonos ma certamente è chiamato a dare segnali certi e inequivocabili che finalmente si sta imboccando la strada giusta per salvare.

La prima cosa da fare in queste ore è dunque convincere la Spagna a piegare un po’ la testa. Ecco perché è sceso in campo anche Mario Monti, a cui tutta l’Europa si affida. Dopo la telefonata di ieri con la Merkel, il nostro premier comincia oggi un tour europeo che lo porterà, proprio giovedì, a Madrid da Rajoy. Ore decisive dunque per le sorti dell’euro e dell’Europa e, quando il gioco si fa duro, a scendere in campo sono sempre i nostri due SuperMario: Draghi e Monti.

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