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Bce, Draghi non cambia tassi e Qe ma abbassa stime su Pil

Nessun nuovo annuncio del presidente della Bce che conferma la politica monetaria espansiva ma lascia invariati i tassi e il programma di acquisti di titoli – Riviste però al ribasso le stime sulla crescita economica del 2017 e 2018 e sull’inflazione – Gli acquisti di titoli restano confermati in 80 miliardi di euro al mese – Delusi i mercati

Bce, Draghi non cambia tassi e Qe ma abbassa stime su Pil

Nell’attesa riunione di oggi del direttorio della Bce, Mario Draghi ha lasciato i tassi invariati e ha confermato il programma Qe sono a marzo 2017 od “oltre se necessario”, con i comitati tecnici che sono al lavoro per “valutare tutte le opzioni per assicurare il giusto funzionamento del programma di acquisti”. Allo stesso tempo il presidente della Bce ha tagliato le stime del Pil 2017 e 2018 e rivisto al ribasso l’inflazione per il 2017. Subito dopo le sue parole i mercati europei hanno rallentato il passo girando in negativo.

Gli operatori sono rimasti delusi dall’assenza di nuovi annunci e dalla prospettiva di rischi di peggioramento dell’economia nei prossimi mesi, anche a causa della Brexit e della debole domanda internazionale.

Tuttavia, ha assicurato Draghi i cambiamenti nello scenario economico non sono così “sostanziali” da giustificare nuove azioni da parte della Bce e la politica monetaria della Bce è giudicata “efficace”. Per il momento quindi avanti così e nessuna discussione sull’estensione del programma di acquisti ma focus sulla piena implementazione delle misure già adottate. Inoltre Draghi ha voluto sottolineare che i bassi tassi di interesse non sono la giustificazione per altre cose che non funzionano.

Il programma Qe infatti è stato confermato a quota 80 miliardi di euro mensili (già precedentemente alzato dai 60 iniziali”fino a marzo 2017 od oltre se necessario. In aggiunta il Consiglio direttivo della Bce ha incaricato i comitati competenti di valutare tutte le opzioni per assicurare il giusto funzionamento del programma di acquisti. “La cosa principale – ha spiegato Draghi – ora è assicurare che le decisioni prese nel marzo scorso possano essere applicate nel nuovo scenario che è caratterizzato da tassi molto bassi, il che ha chiaramente ridotto il bacino di titoli che possono accedere al programma”.

Nel frattempo le stime del Pil 2017 e 2018 sono state ridotte all’1,6% all’1.7% e l’inflazione all’1,2% per il 2017 mentre rimane invariata la stima per il 2016 e il 2018. Ci vorrà più tempo, ha detto, perché l’inflazione raggiunga il livello al di sotto ma vicino al 2% (il target della Bce) “ma non molto di più”. Draghi ha però ribadito la frase di rito: “se necessario interverremo con tutti gli strumenti” assicurando che la Bce manterrà un orientamento accomodante”

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