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Barometro delle guerre, sale la tensione nel Mar Rosso: Houthi colpiscono una nave portacontainer Msc

La nave è stata danneggiata ma non ci sono feriti. Parlamento al voto sul coinvolgimento dell’Italia in Mar Rosso. Kiev affonda pattugliatore russo nel Mar Nero

Barometro delle guerre, sale la tensione nel Mar Rosso: Houthi colpiscono una nave portacontainer Msc

Nel cuore del Mar Rosso, la tensione è alle stelle: gli Houthi hanno colpito una portacontainer battente bandiera liberiana Msc Sky II, causando un incendio a bordo prontamente domato dall’equipaggio, fortunatamente senza feriti. Come risposta, le forze americane hanno neutralizzato due missili antinave lanciati dalle milizie yemenite filo-iraniane dopo l’attacco alla portacontainer. Oggi, martedì 5 marzo, il Parlamento italiano è chiamato a votare sulla missione “Aspides” nel Mar Rosso, che rischia di dividere ancora di più le linee dell’opposizione.

Nel frattempo, il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) si prepara a un importante incontro con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ad Ankara. L’obiettivo è discutere delle azioni da intraprendere per una possibile tregua a Gaza, dove il bilancio delle vittime ha superato la terribile soglia dei 30 mila, e garantire un costante flusso di aiuti umanitari, con particolare attenzione all’arrivo del Ramadan.

Missili Houthi abbattuti dagli Usa

I ribelli yemeniti Houthi hanno colpito la nave portacontainer Msc Sky II, battente bandiera liberiana e di proprietà svizzera, con un missile intorno alle 16. Fortunatamente, l’equipaggio è riuscito a domare l’incendio a bordo, ma l’imbarcazione ha riportato alcuni danni. Nonostante l’attacco, la portacontainer ha continuato la sua rotta verso Gibuti.

Dopo qualche ora, il Centcom, il comando unificato delle forze armate Usa, ha annunciato di aver condotto attacchi di autodifesa contro due missili antinave che minacciavano mercantili e navi della Marina statunitense nella regione. Queste azioni, spiega una nota, sono state intraprese per garantire la libertà di navigazione e rendere le acque internazionali più sicure per tutti. Mentre le tensioni crescono, gli Houthi alzano il tiro imponendo restrizioni: le navi “dovranno ottenere un permesso dall’Autorità per gli affari marittimi dello Yemen”, controllata dai ribelli, prima di entrare nelle acque yemenite, ha dichiarato il ministro delle Telecomunicazioni Houthi, Misfer Al-Numair.

Da novembre scorso, gli Houthi hanno sferrato circa 50 attacchi contro navi commerciali e militari, riducendo il traffico nel Mar Rosso del 40%.

Italia pronta per la missione Aspides nel Mar Rosso

Nel frattempo, l’Italia si prepara per la missione “Aspides” nel Mar Rosso, una risposta europea agli attacchi Houthi che mettono a rischio navi militari e commerciali italiane. Questi ribelli yemeniti hanno intensificato gli attacchi dopo l’inizio della guerra israeliana a Gaza, cercando di destabilizzare gli “alleati di Israele” lungo una delle rotte commerciali più vitali al mondo: il Mar Rosso, che ospita il 17% del traffico internet e il 12% del commercio globale, con 6 miliardi di euro di esportazioni italiane in gioco.

La missione Aspides, che si protrarrà per un anno, sarà focalizzata sulla difesa. Il punto nevralgico sarà il Caio Duilio, cacciatorpediniere della Marina Militare italiana. Al comando ci sarà il contrammiraglio Stefano Costantino, già a bordo del Duilio e pronto a guidare la flotta europea già dispiegata nell’area.

Oggi, martedì 5 marzo, è il giorno del voto in Parlamento per dare il via libera alle operazioni.

Ucraina, affondato un altro pattugliatore russo nel Mar Nero

Durante la notte, un pattugliatore della flotta russa del Mar Nero, la “Sergei Kotov“, è stato colpito duramente dall’Ucraina. Secondo l’intelligence di Kiev, l’attacco è stato condotto con droni marini Magura V5, causando danni alla poppa e ai fianchi della nave. Questo episodio si aggiunge agli attacchi precedenti, compreso l’affondamento della corvetta missilistica “Ivanovets” nel lago Donuzlava, sempre in Crimea, e l’attacco alla “Caesar Kunikov” il 14 febbraio scorso, evidenziando una resistenza implacabile da parte di Kiev.

Il Cremlino per ora tace, ma è evidente che questo è un duro colpo.

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