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Banche italiane: Unicredit prima per totale attivo, Intesa leader in Borsa

Nella consueta Indagine di Mediobanca sulle banche nel mondo, spicca la crescita delle banche cinesi – Il tallone d’Achille delle banche italiane è l’eccessiva quantità di Npl e di titoli di Stato in portafoglio ma le banche tedesche detengono una quantità di derivati abnorme

Banche italiane: Unicredit prima per totale attivo, Intesa leader in Borsa

La Cina domina il settore bancario mondiale, battendo nettamente le banche statunitensi e distanziando sempre di più quelle europee. Tra le principali banche italiane invece, il testa a testa tra Unicredit e Intesa Sanpaolo prosegue, con la banca guidata da Jean Pierre Mustier che vince sugli attivi e quella gestita da Carlo Messina che primeggia per capitalizzazione di Borsa. Questo quanto emerge dallo studio annuale sulle principali banche internazionali dell’Area Studi di Mediobanca che analizza i risultati dei 67 maggiori gruppi bancari: ventotto europei, quindici giapponesi, 14 statunitensi e 10 cinesi.

BANCHE: ECCO LE PRIME 10 AL MONDO

Nella classifica globale, riferita al 2017, degli istituti per totale attivo il podio è totalmente appannaggio dei colossi di Pechino, che addirittura allungano il passo rispetto al 2016. In questo contesto, la banca più grande del mondo è ancora Industrial and Commercial Bank of China con 3.343 miliardi di euro di asset. Al secondo posto arriva invece China Construction Bank con 2.750 miliardi di attivi, seguita dalla Agricultural Bank of China con 2.698 miliardi.

Al quarto posto troviamo la prima banca americana: JP Morgan Chase, che perde due posizioni rispetto all’anno precedente, con 2.532 miliardi di totale attivo. Con la quinta posizione si torna a Pechino con Bank of China che ha registrato 2.494 miliardi di attivo.

Sesto posto per la giapponese Mitsubishi (2.273 miliardi di attivo), settimo per la britannica HSBC (prima europea in classifica con 2.193 miliardi), ottavo per l’americana BofA (2.164 miliardi). Chiudono la Top Ten due colossi francesi: BNP Paribas con attivi per 2.046 miliardi e Credit Agricole con 1.843 miliardi di totale attivo.

BANCHE ITALIANE: IL “DUELLO” UNICREDIT-INTESA

Tornando in Italia, la prima banca per totale attivo è Unicredit che si posiziona al 22esimo posto nella classifica generale, conquistando il primato nazionale. L’istituto di Piazza Gae Aulenti ha guadagnato due posizioni rispetto all’anno precedente, con 854 miliardi di attivi. Al 25esimo posto c’è invece Intesa Sanpaolo, con un totale attivo cresciuto a 830 miliardi (50 miliardi di asset sono stati acquisiti dalle ex banche venete) dai 714 miliardi del 2016. Un aumento che ha permesso alla banca di Carlo Messina di compiere un balzo di ben 13 posizioni: l’anno precedente era infatti al 37esimo posto al mondo.

Nel tradizionale duello tra le due maggiori banche italiane, le posizioni si ribaltano se si prende come parametro base la capitalizzazione di Borsa. In questo contesto Intesa entra nella top ten Europa-Usa, piazzandosi all’ottavo posto con 46,4 miliardi di valore di Borsa (oggi scesi a poco più di 42). Unicredit arriva invece al 15esimo con 34,7 miliardi di capitalizzazione (oggi 31).

Guardando alle due maggiori banche italiane, nel 2017 si registrano alcune tendenze interessanti. La prima riguarda uno dei temi principali degli ultimi anni, vale a dire i Non performing Loans. Nonostante gli Npl rappresentino ancora il 5,2% dei crediti v.clienti, dato che supera di oltre tre volte la media europea (1,6%), il loro peso è in continua diminuzione: era pari all’8,3% nel 2015 e al 6,4% nel 2016.

Parallelamente il rapporto di Mediobanca registra anche il modesto peso delle attività di livello 3 (derivati), che per quanto riguarda Intesa e Unicredit sono pari al 12,4% del patrimonio netto tangibile a fronte del 32,5% della Germania.

I nostri istituti però continuano ad essere maggiormente esposti rispetto alle altre banche europee ai titoli di Stato, che il 14,6% del totale attivo a fronte di una media europea del 9,5% la media europea. Bene la redditività: il Roe al 9% contro il 5,7% della media europea.

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