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Banche e pagamenti pubblica amministrazione, ecco le modifiche in arrivo

Due ordini del giorno bipartisan presentati alla Camera impegnano il governo a reintrodurre le commissioni bancarie e ad adottare le opportune iniziative per avviare in tempi rapidi la riduzione dei termini di pagamento nelle transazioni commerciali e per il recupero dei crediti.

Banche e pagamenti pubblica amministrazione, ecco le modifiche in arrivo

Banche e pagamenti della pubblica amministrazione: due ordini del giorno presentati al decreto liberalizzazioni e, accolti dall’aula della Camera, affrontano e cercano di risolvere due spinose questioni.

Cominciamo con le banche, alle prese con l’abolizione delle commissioni. Ebbene, il governo ha accolto un ordine del giorno bipartisan che mira appunto a risolvere la questione che aveva portato alle dimissioni dell’intero vertice Abi. Il testo bipartisan, firmato da Stefano Fluvi (Pd) assieme a Stefano Saglia (Pdl), Andrea Lulli (Pd), Angelo Cera (Udc-Terzo Polo), Maurizio Bernardo (Pdl) e Catia Polidori (Popolo e territorio), impegna il governo a reintrodurre le commissioni bancarie (con una norma che cancelli la disposizione introdotta al Senato) chiedendo inoltre agli istituti di credito maggiore trasparenza e concorrenzialita’.

Il secondo ordine del giorno affronta invece il tema del ritardato pagamento da parte della pubblica amministrazione. L’odg – che vede la prima firma del presidente della commissione Attivita’ produttive di Montecitorio, la leghista Manuela Dal Lago – impegna il governo ad adottare le opportune iniziative per avviare in tempi rapidi l’esame della proposta di legge, a prima firma della stessa Dal Lago, per la riduzione dei termini di pagamento nelle transazioni commerciali e per il recupero dei crediti.

“Il fenomeno dei ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali rappresenta un vero ostacolo alla crescita delle imprese – ha sottolineato Manuela Dal Lago -, e le lunghe attese per in cassare quanto fatturato riducono pericolosamente la liquidità delle aziende e nei casi più gravi le mettono a rischio di fallimento con conseguenze dannose per l’economia del Paese”.

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