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Bancari: 650 milioni al fondo esuberi dalla legge di Bilancio 2017

“Se il governo finanzia il Fondo esuberi non aiuta le banche ma tutti i lavoratori bancari”, commenta il leader della Fabi, Lando Maria Sileoni – Le risorse stanziate nell’ambito della Manovra saranno scalate negli anni e serviranno ad affrontare le circa 50mila uscite previste nel prossimo futuro.

Il Governo pensa anche ai bancari. In attesa del testo definitivo della legge di Bilancio 2017, arrivano le ultime novità sui provvedimenti previsti per l’anno prossimo. A riportarle è l’Ansa che, dopo aver visionato la bozza aggiornata del disegno di legge, riporta alcune indiscrezioni sulla Manovra che arriverà in Parlamento nei prossimi giorni.

Tra le misure dell’ultim’ora spiccano alcuni dettagli relativi alle pensioni, la conferma dell’ottava salvaguardia per gli esodati, il blocco dell’aumento dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco sugli aerei, ma anche il premio di 800 euro alla nascita e il bonus di 1.000 euro per pagare le rette degli asili nido.

Ma le novità non finiscono qui. La legge di Bilancio 2017 conterrà infatti uno stanziamento ad hoc di circa a sostegno del Fondo esuberi del comparto bancario.

Quasi 650 milioni di euro che verranno erogati in cinque anni (fino al 2021) e che serviranno anche ad agevolare le operazioni di ristrutturazione e fusione che stanno caratterizzando il settore negli ultimi anni.

Le risorse stanziate dal Governo saranno destinate in generale a “imprese e gruppi di imprese”, dunque non al solo settore bancario, entro un un limite massimo complessivo di 25mila dipendenti che potranno beneficiarne nel triennio 2017-2019.

I 650 milioni previsti dalla Manovra integreranno i finanziamenti precedentemente erogati dal fondo di solidarietà a carico delle banche per favorire le uscite derivanti dai piani di ristrutturazione.

Scendendo nel dettaglio, in base alla bozza, il provvedimento stanzia risorse ‘scalate’ negli anni: 174 milioni di euro per il 217, 224 per il 2018, 139 per il 2019, 87 per il 2020 e 24 per il 2021.

In base a quanto riportato dall’Ansa, la misura è attivabile sino al 31 dicembre 2019 per “le imprese o gruppi di imprese coinvolti in processi di ristrutturazioni rientranti nel settori destinatari dei fondi di solidarietà” e “interessati da provvedimenti legislativi relativi a processi di adeguamento o riforma per aumentare la stabilità e rafforzarne la patrimonializzazione”.

Come sottolineato in precedenza, fino ad oggi gli esuberi del settore bancario erano a carico degli stessi istituti che avevano il compito di garantire un sostegno al reddito in caso di prepensionamento del lavoratore.

Con la legge di Bilancio 2017 il Governo contribuisce tramite un finanziamento ad hoc destinato a “coprire le spese” inerenti alle circa 50mila uscite previste nei prossimi anni.

Ricordiamo che, i bancari stanno attualmente affrontando una situazione non certo semplice, causato dalla presenza di vari fattori concomitanti: la crisi economica degli scorsi anni, l’innovazione tecnologica, la dematerializzazione, le ristrutturazioni in corso in vari istituti. Caratteristiche che hanno contribuito ad aumentare il ricorso alle uscite volontarie gestite dal Fondo, che fino ad oggi ha consentito di evitare i licenziamenti.

Una soluzione di questo tipo servirebbe a difendere l’occupazione in una fase fortemente critica per le banche e soprattutto, come sottolinea il sindacato Fabi, contribuirebbe ad aiutare i lavoratori: «Se il governo finanzia il Fondo esuberi non aiuta le banche ma tutti i lavoratori bancari», sottolinea il leader della Fabi, Lando Maria Sileoni che rilancia: «Di fronte alla pessima gestione, anche fraudolenta, di alcune banche i lavoratori non possono e non debbono essere lasciati soli. Chi dovesse parlare di nuovo regalo alle banche sarebbe profondamente iniquo».

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