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Banca Etica: al non profit 4 miliardi dal 5×1000

I dati raccolti da uno studio di Banca Etica spiegano che una media di 12 milioni di donatori all’anno scelgono di devolvere il 5×1000 agli enti non profit. Tra i primi posti si collocano Lombardia e Lazio

Banca Etica: al non profit 4 miliardi dal 5×1000

La scelta dei contribuenti italiani verte verso il non profit, con una media annua il 12 milioni di “donatori”. Più di 4 miliardi in 10 anni, attraverso il 5 per 1000 sono andati ad enti non profit e Comuni.

I dati emergono da uno studio di Banca Etica, appena pubblicato, che spiega a chi sono state devolute le risorse e come si distribuiscono i donatori in Italia tra 2005 e 2016.

Banca Etica è il terzo istituto di credito il Italia per fornitura servizi, che velocizza i tempi per le organizzazioni che beneficiano del 5×1000, affinché possano utilizzare subito i contributi assegnati dai loro cittadini. I tempi dello Stato generalmente ammontano a 18 mesi.

“I dati raccolti e analizzati nella ricerca possono aiutare a comprendere meglio le capacità gestionali delle organizzazioni non profit e le loro abilità nell’ottenere consenso da parte dei cittadini” dice il direttore generale di Banca Etica, Alessandro Messina.

Tra il 2008 e il 2016 gli enti beneficiari sono stati complessivamente 66.315 con una media annua di 37mila.

La Lombardia e il Lazio presentano la grande maggioranza delle erogazioni, quasi il 60% dell’intero valore distribuito nei nove anni. Subito dopo seguono l’Emilia Romagna e il Piemonte con il 6% e il Veneto con il 5% e il resto delle altre Regioni.

Volontariato e associazionismo sono il principale target del 5 per mille, costituiscono il 56% degli enti e hanno ottenuto il 53% degli importi erogati. Le associazioni sportive e dilettantistiche, pur ricoprendo una percentuale abbastanza alta, complessivamente pari al 26%, hanno intercettato rispettivamente l’1% e il 4% del totale delle riscorse. Le Fondazioni, invece, pur essendo poco più del 4% degli enti, raccolgono il 36% di cui il 26% solo per la ricerca sanitaria. Comuni e Pro Loco (13% degli enti) non superano il 3% delle risorse assegnate.

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