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Banca d’Italia: in due anni le emissioni di gas serra dell’istituto sono calate del 20%. Un modello per le imprese?

Il Rapporto ambientale 2022 della Banca d’Italia contiene anche una serie di note metodologiche che puntano a suggerire uno standard di altro livello per gli indicatori ambientali da adottare

Banca d’Italia: in due anni le emissioni di gas serra dell’istituto sono calate del 20%. Un modello per le imprese?

Nel 2021 le emissioni di gas serra della Banca d’Italia si sono ridotte di circa il 20% rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemico. È quanto emerge dal Rapporto ambientale 2022 dell’istituto, che quest’anno comprende anche una serie di note metodologiche con l’obiettivo dichiarato di dare “un contributo al dibattito in corso sulle metodologie di calcolo e sulle basi dati utilizzate per la costruzione degli indicatori ambientali”. In particolare, Via Nazionale inserisce nel computo non solo le emissioni dirette prodotte dalle sue strutture, ma anche quelle dirette riconducibili ai fornitori o importate per altre strade. Un suggerimento indiretto ai gruppi privati, che potrebbero seguire questo esempio per costruire finalmente uno standard condiviso e ottenere così dati confrontabili.

Banca d’Italia: i risparmi su elettricità, acqua e carta

Nel Rapporto si precisa che dal 2013 Bankitalia acquista esclusivamente energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili certificate. Sul versante dei consumi, dal 2019 quelli di acqua potabile si sono ridotti del 14%, mentre gli acquisti di carta per ufficio sono calati del 59% (e il 63% della carta utilizzata è riciclata). Nello stesso periodo il consumo di carta per pubblicazioni si è ridotto del 25 per cento.

Banca d’Italia: il riciclo e lo smaltimento delle banconote

Inoltre, la Banca d’Italia “è impegnata, insieme alla Bce e alle altre banche centrali dell’Eurosistema, a ridurre l’impatto ambientale connesso con la produzione, la distribuzione, il ricircolo e lo smaltimento delle banconote in euro – si legge in una nota – Nel 2021 l’88% delle banconote logore triturate è stato inviato a impianti di termovalorizzazione o a impianti per la produzione di combustibile solido secondario”. L’obiettivo è “arrivare al 100% entro la fine del 2022”.

Le collaborazioni internazionali

Infine, dallo scorso gennaio Bankitalia fa parte dell’organo di indirizzo strategico del “Network for Greening the Financial System” (NGFS), che comprende oltre 116 istituzioni tra banche centrali e autorità di vigilanza e coordina studi e scambi di esperienze sulla gestione del rischio ambientale e climatico nel settore finanziario.

A giugno la Banca d’Italia ha assunto, insieme alla Banca centrale della Nuova Zelanda, il coordinamento del gruppo di lavoro “Net Zero for Central Banks”, che condurrà approfondimenti sui temi relativi a investimenti sostenibili, rendicontazione delle banche centrali sui rischi climatici e in materia ambientale e azioni per ridurre l’impronta carbonica delle operazioni interne.

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