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Auto: tutti investono a Wuhan, la nuova Detroit cinese (bancarotta esclusa)

La megalopoli da 10 milioni di abitanti nella Cina centrale è sede di Dongfeng, il secondo produttore della Repubblica popolare – Gli ultimi ad arrivare sono stati i francesi di Renault e Peugeot, ma ci sono anche Nissan, Honda e General Motors – Tutti vogliono un impianto lì per entrare nel più grande mercato auto al mondo

Auto: tutti investono a Wuhan, la nuova Detroit cinese (bancarotta esclusa)

Gli ultimi ad arrivare sono stati i francesi. Prima Peugeot, ora Renault. Tutti approdati a Wuhan, una megalopoli da 10 milioni di abitanti, sulle rive del Fiume Azzurro, nella Cina centrale. Il nome è poco conosciuto dai cittadini europei e Usa. Ma è alquanto popolare tra i produttori di auto di ogni latitudine, tanto da guadagnarsi il titolo di “Detroit dell’estremo oriente”. Bancarotta esclusa, ovviamente.

Oggi tocca alla Renault, che ha siglato una joint venture con il colosso statale Dongfeng Motor Group, di base proprio a Wuhan. L’accordo era nell’aria da 9 anni. Ora c’è una partnership al 50% da 1,3 miliardi di dollari per portare sul mercato cinese – il più grande al mondo – i modelli della casa automobilistica francese assemblati nella Repubblica popolare.
Il patto permette a Renault di soddisfare a pieno la domanda cinese, cosa che non era stata in grado di fare fino ad ora a causa della mancanza di un forte partner locale, una figura che – tra l’altro – è un requisito base per i produttori stranieri che decidono di costruire auto in Cina. Prima, i francesi vendevano a Pechino importando dalla Corea del Sud.

Nell’immediato futuro, con Dongfeng, investiranno 1,28 miliardi di dollari per mettere in piedi un impianto a Wuhan. L’obiettivo è far uscire dalla fabbrica la prima vettura nel 2016. I transalpini, a lungo alleati con i giapponesi di Nissan, hanno intenzione di produrre lì 150 mila auto all’anno e creare un network di punti vendita nel Paese.

Tutto avviene a 700 chilometri da Shanghai, nella città dove ha sede Dongfend, il secondo produttore d’auto della Cina. Le autorità locali di Wuhan sono ambiziose: vogliono attrarre investimenti dei produttori stranieri e dei loro partner cinesi per aprire fabbriche e punti vendita, rendendo l’area il più grande centro automobilistico della Repubblica popolare e battendo la concorrenza di altre due centri: Chengdu e Shenyang. Un’ambizione sempre più concreta, in una megalopoli che – assicura chi ci è stato – assomiglia a un’enorme palla di polvere a causa della frenetica attività di costruzione.
Grazie alla posizione centrale e alla rete di ferrovie, autostrade e corsi d’acqua, Wuha è candidata a diventare “la Detroit cinese, ma senza la bancarotta”, ha detto a Reuters Peng Zhimin, ricercatore economico dell’Accademia Cinese delle Scienze Sociali e consulente del governo locale. Peng vede Wuhan come un ibrido tra Detroit, la patria dell’industria automobilistica americana, e Chicago, l’hub nordamericano per eccellenza del settore trasporti.

Oltre a Renault, a Wuhan ci sono anche Nissan, Honda e PSA Peugeot Citroen. Tutte joint venture con Dongfeng. Già oggi, la città produce circa 1 milione di veicoli l’anno. L’obiettivo è arrivare a 3 milioni entro il 2016, grazie soprattutto alle case automobilistiche francesi Renault e Peugeot. Quest’ultima, tra l’altro, starebbe per ottenere una significativa iniezione di liquidità proprio da Dongfeng.

A Wuhan era già arrivata General Motors e il suo partner cinese SAIC Motor Group. All’inizio dell’anno, le aziende avevano cominciato a costruire un impianto di assemblaggio da 300 mila auto l’anno e un’altra fabbrica per i motori. La produzione dovrebbe cominciare nel 2015 e l’obiettivo è raddoppiare la produzione grazie ad un’altra catena di montaggio.

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