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Asili nido, scuole dell’infanzia e PNRR: in Italia mancano, ma molti Comuni non usano le risorse

Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, i Comuni sono inclini a realizzare scuole dell’infanzia piuttosto che asili nido, di cui però in alcuni casi c’è una grave carenza

Asili nido, scuole dell’infanzia e PNRR: in Italia mancano, ma molti Comuni non usano le risorse

L’Italia rischia di non centrare tutti gli obiettivi fissati con il PNRR per asili nido e scuole dell’infanzia. È quanto emerge da un nuovo Focus dell’Ufficio parlamentare di bilancio, che analizza la distribuzione delle risorse destinate a questi servizi e propone una prima valutazione su quanto sia probabile che il nostro Paese rispetti gli impegni assunti.

Asili nido, scuole dell’infanzia e PNRR: Messi a bando 3,7 miliardi

Il PNRR prevede di investire in tutto 4,6 miliardi di euro per asili nido e scuole per l’infanzia. Di questa cifra, sono stati messi a bando fra gli Enti territoriali 3,7 miliardi, a cui si sono aggiunti 109 milioni stanziati dal Ministero dell’Istruzione. Alla chiusura dei bandi, le risorse assegnate ammontano a 3,480 miliardi. Restano quindi da assegnare 329 milioni.

Le Regioni che hanno ricevuto più risorse

Il Mezzogiorno ha ricevuto il 52,1 per cento delle risorse. Circa la metà dei finanziamenti si è concentrata in Campania (508,2 milioni) e in Puglia (357,6). Tra le regioni del Centro-Nord, invece, i maggiori finanziamenti sono andati a Lombardia (351,4 milioni), Lazio (214,6) e Veneto (198,2).

Due obiettivi: lavori edilizi e nuovi posti da creare

All’investimento del PNRR sono associati due obiettivi:

  1. l’aggiudicazione dei contratti per la costruzione, la riqualificazione e la messa in sicurezza di asili nido e scuole dell’infanzia entro il secondo trimestre del 2023;
  2. la creazione di 264.480 nuovi posti tra asili nido e scuole dell’infanzia entro la fine del 2025.

Non solo: la manovra 2022 ha stabilito un “livello essenziale di prestazione sociale” (Leps) in base al quale ogni Comune deve garantire un numero di posti (incluso il servizio privato) pari al 33 per cento della popolazione compresa tra 3 e 36 mesi.

Possibili ritardi nella ristrutturazione degli asili vecchi e nella costruzione di quelli nuovi

In base alle stime UPB-IRPET, per rispettare l’obiettivo sulla firma dei contratti entro i tempi stabiliti la pubblicazione dei bandi/avvisi per l’aggiudicazione dei lavori da parte degli Enti territoriali dovrebbe avvenire entro la fine del 2022. A oggi, però, si stanno ancora definendo le convenzioni tra il Ministero dell’Istruzione e gli Enti territoriali per l’avvio della fase di realizzazione dell’opera e parte degli importi è ancora da assegnare. “Il raggiungimento del milestone – scrive l’UPB – sembra quindi subordinato a un’accelerazione dei tempi necessari a concludere la fase di affidamento. Potrebbe essere utile avvalersi delle procedure semplificate introdotte temporaneamente per i progetti che rientrano nel PNRR, la cui logica dovrebbe essere mantenuta nel futuro nuovo Codice degli appalti”.

Asili nido e Leps: carenze nazionali e forte divario Nord-Sud…

Nel 2019, la copertura totale (pubblica e privata) degli asili nido (0-3 anni) si attestava al 26,9 per cento, circa sei punti in meno rispetto al Leps, ma presentava forti differenze territoriali: alcune regioni del Centro-Nord e la Sardegna raggiungevano livelli vicini o superiori all’obiettivo del 33 per cento, mentre nel Mezzogiorno i valori erano vicini al 15 per cento. Diversa la situazione nelle scuole dell’infanzia (3-6 anni), a cui nel 2020 era iscritto il 92,2 per cento della popolazione di riferimento.

Dalle stime UPB emerge che con i fondi del PNRR tutte le Regioni del Centro-Nord potrebbero colmare e, spesso, superare il divario tra i posti attualmente disponibili e quelli necessari al raggiungimento del Leps. Nelle regioni del Mezzogiorno, invece, lo scenario è più eterogeno: alcune regioni supererebbero (Abruzzo, Basilicata, Molise e Sardegna) o raggiungerebbero (Calabria e Puglia) il Leps; altre (Campania e Sicilia) non riuscirebbero a colmare il gap dei posti mancanti.

…ma 3.400 Comuni non hanno partecipato ai bandi PNRR

Secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, i Comuni hanno mostrato un minore interesse per la realizzazione degli asili nido, di cui si registra una minore offerta, e concentrato l’attenzione sulle scuole dell’infanzia, che invece sono già ampiamente diffuse e coprono la quasi totalità dei potenziali utenti.

Nel dettaglio, poco più di 3.400 Comuni con una grave carenza di asili nido (tasso di copertura compreso tra 0 e 11 per cento) non hanno partecipato ai bandi PNRR. In circa la metà dei casi la scelta di non partecipare potrebbe essere giustificata dal fatto che il numero di bambini è talmente ridotto da non richiedere la creazione di asili nido (questa spiegazione vale soprattutto per i Comuni montani e nelle aree interne delle grandi isole). Per l’altra metà dei Comuni che non hanno partecipato ai bandi – quelli con un numero di bambini che invece imporrebbe di creare nuovi asili nido – l’unica alternativa per rispettare il Leps è attivare forme di collaborazione con i Comuni confinanti.

Leggi il testo integrale del Focus UPB.

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