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Asia, allarme Mekong: soluzioni per un fiume malato

In questi giorni si è tenuto a Bangkok il quinto summit dei Paesi membri della Greater Mekong Sub-region (GMS), un progetto varato nel 1992 dalla Asian Development Bank che interessa tutti gli Stati che condividono il bacino del fiume Mekong.

Asia, allarme Mekong: soluzioni per un fiume malato

In questi giorni si è tenuto a Bangkok il quinto summit dei Paesi membri della Greater Mekong Sub-region (GMS), un progetto varato nel 1992 dalla Asian Development Bank che interessa tutti gli Stati che condividono il bacino del fiume Mekong (Cambogia, Laos, Myanmar, Thailandia, Vietnam e la provincia cinese dello Yunnan). In due decadi di vita la GMS si è adoperata con qualche successo per promuovere lo sviluppo socioeconomico dei Paesi membri, l’innalzamento degli standard di vita degli abitanti e la lotta alla povertà. Particolare attenzione è stata dedicata al potenziamento delle infrastrutture, attraverso l’ampliamento e la modernizzazione della rete ferroviaria e la creazione di un sistema di strade e di ponti che metta in comunicazione le località del delta del Mekong. Alla base dell’azione della GMS c’è stata finora, a dare fede agli slogan, la strategia delle 3C: competitività, comunità, connettività.

Adesso però qualcuno comincia ad accorgersi che questo non basta, che costruire infrastrutture e favorire il libero scambio sono ottime cose, ma rischiano di non portare gli effetti sperati se si chiudono gli occhi su altri problemi, primo fra tutti quello dell’inquinamento. Ora che il Mekong concorre, con buone probabilità di successo, per il titolo di fiume più inquinato del mondo, un’azione orientata al rispetto dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile è un impegno non più rimandabile. È quanto ha detto al summit il primo ministro del Vietnam Nguyen Tan Dung, sottolineando come la degradazione dell’ambiente e, in particolare, lo scadimento della qualità delle acque fluviali possano compromettere, anche drasticamente, i risultati positivi, in termini di sviluppo economico e di miglioramento dei livelli di benessere, di cui si fregia la GMS. La soluzione? Fornire assistenza ai Paesi membri affinché adottino modelli di crescita “verde”, favorire la condivisione di sistemi “sostenibili” di gestione delle acque e incoraggiare la creazione di una rete di piccole e medie imprese che operino nel rispetto dell’ambiente.

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