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Articolo 18, il governo non molla

Oggi un testo di massima al Consiglio dei ministri – Verso la legge delega – Monti: eviteremo abusi – Fornero: il Parlamento leggerà il testo: potrà emendarlo o mandarci a casa perchè cosi è la democrazia – Il Pd si prepara alla battaglia parlamentare – Cisl-Uil-Ugl per il modello tedesco – Una nota dei vescovi – Napolitano: salvaguardare coesione sociale.

Articolo 18, il governo non molla

Il testo di massima della riforma del lavoro sarà varato oggi dal Consiglio dei ministri, poi il governo ne presenterà la stesura definitiva in Parlamento con una formulazione, che, come ha detto Monti, dovrà impedire che ci possano essere “abusi”. A quel punto il confronto avverrà alle Camere, che (sono parole del ministro Fornero) “avranno bisogno di leggere il testo, emendarlo, approvarlo oppure mandarci a casa perchè anche questo fa parte della democrazia”. Queste parole lasciano capire che difficilmente il governo ricorrerà al decreto legge, che peraltro significherebbe per il Pd (e non solo) essere messo di fronte a quel famoso “prendere o lasciare”, già bocciato da Bersani. La strada più probabile resta quella della legge delega.

Nell’incontro di ieri, l’ultimo con le parti sociali, il governo ha tenuto duro sui contenuti e ha rifiutato qualsiasi ipotesi di marcia indietro sull’articolo 18: la strada resta principale resta quella per la quale in caso di licenziamenti economici ci sarà l’indennizzo e non sarà quindi il giudice a scegliere tra questa ipotesi e quella del reintegro. Insomma, niente sistema tedesco, come chiedeva il Pd, ma anche la Cisl la Uil e l’Ugl, e sul quale si sarebbe potuto riaprire il confronto anche con la Cgil. Monti ha tuttavia assicurato che il governo eviterà le possibilità di abusi.

Se il governo ha tenuto duro, resta il fatto che la giornata di ieri ha mostrato anche un mutato contorno politico-sindacale. La Cgil appare meno isolata, viste le nuove richieste, soprattutto della Cisl. Al tempo stesso nella base territoriale dei sindacati si sono manifestate forti resistenze alle conclusioni del governo. Per quanto riguarda i partiti, il Pdl insiste per il decreto legge, al punto che lo stesso Casini, che con il terzo polo sostiene la riforma, ha invitato tutti a rispettare il travaglio del Pd e a evitare atteggiamenti provocatori. Quanto al Pd la strada resta quella della battaglia parlamentare per cambiare la riforma Monti. Al tempo stesso però Bersani ha anche respinto gli inviti di chi, come Sel e Idv, lo invitavano a staccare subito la spina al governo. Per ora la strada della battaglia parlamentare è condivisa (con diversità di accenti) da tutto il partito, Veltroni compreso. E intanto è la Lega di Umberto Bossi a schierarsi senza se e senza ma in difesa dell’articolo 18. Significativo anche un intervento dei vescovi con la Commissione episcopale che afferma: il lavoratore non può essere trattato come una merce.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha seguito e segue con attenzione, scrupolo e riserbo istituzionale l’evolversi della vicenda e ieri ha visto Monti e Fornero, ha insistito soprattutto su un punto: salvaguardare la coesione sociale.

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